venerdì, giugno 19, 2009

Della tua luce ho avuto paura.
[ne sono io abbagliata]
Già una volta ho fermato la mia mano
quando i tuoi passi stavano perdendo l'equilibrio.
[non cadere, ti prego]
T'ho lasciata respirare.
So che vuol dire quando manca l'aria,
ho tremato più volte spezzandomi il fiato.
[il mio respiro nei tuoi polmoni]

Rimango con la luce del tuo essere diafrano nel corpo
e guardo il mio contrapposto e a volte mi chiedo cosa posso darti.
Non che in me ci sia il nulla,
il nulla è devastante, preferisco il dolore.
[dolore, sangue, sapore, sensazioni]
Ecco, forse sono piena di quello
e delle emozioni che può trasmettermi
e vederti vibrare scandendo solo le mie parole
[t i - h o - t r o v a t a]
mi ha fatto fermare.

Fermare non vuol dire allontanarmi,
vuol dire rimanere in piedi sulla mia posizione.
Sono in piedi per la prima volta in vita mia.
Sono in piedi. Vuol dire che puoi appoggiarti.
Che posso condurti dove sei protetta.
Posso accoglierti.
[sono sola, c'è tanto posto]

Conosci il mio essere abilmente,
mi riconosci in sensazioni e sfumature,
cammina lentamente,

vedrai apparire una creatura all'orizzonte,
i contorni di faranno più definiti,
piano avanzerai.
[la testa si spegne e lascia spazio al delirio]

Non c'è migliore sensazione di quello che c'è prima,
del desiderio che avanza e devasta la testa,
della nostra immaginazione che nutre l'anima,
del mistero dell'essenza dell'essere.
[Indefinibile leggerezza dell'essere]

Viviamo in quella ora.

2 commenti:

Pindaro Periplo° ha detto...

Io sono qui e inizio a scandire sulla punta delle dita il tuo senso. Inizio a distinguerti. Le armi le ho deposte in un luogo sicuro.

Pindaro Periplo° ha detto...

...e se ci fosse uno scalino superiore alla gioia? L'afferrare tutto ciò che ci completa con naturalezza e fregarsene dell'ignoranza...