martedì, agosto 31, 2010

Come gli Angeli

Continuo a scavare nei meandri dei miei Desideri,
affezionata ai miei Ricordi,
non riesco più a muovermi in questo Presente.

Sento ancora le mani del mio Angelo addosso,
impossibile togliere il suo Sapore,
i suoi Baci, il suo Calore.

E' qualcosa che è rimasto dentro,
sfidando il tempo,
inciso sopra alla pietra chiamata Cuore.

Rimango notti a dilaniare la Sensazione di lui,
a straziare la mia Pelle con le Unghie
a recidere gli ultimi cordoni di Attimi passati.

A poco sono valsi altri diversivi,
credevo tutto passasse come acqua fra le mani,
esattamente come siamo scivolati Noi, nei suoi Pensieri.

Si mischiano le vite a contatto con gli altri,
mi capita ancora di sentire il tuo Profumo
o di rivedere il tuo profilo nell'ombra di un altro.

A che serve che la Mente perpetri questo strazio?
Questo continuo senso di insoddisfazione
che mi spinge ad andare avanti perpetrare i miei errori.

Sempre più disgustata dal mondo,
lo guardo la lontano, non voglio attraversarlo,
sto bene dall'altra parte del fiume, non voglio tornare.

Quanto Dolore c'è ora dentro di me,
una profonda disillusione costringe il respiro
laddove nasce.

E i miei Momenti di Solitudine
rimangono ancorati alla tua Pelle di Luna
solcano ancora le pieghe glabre.

E vorrei vederti sorridere ancora una volta,
in un tempo che forse verrà
anche se in un'altra Vita.

domenica, agosto 29, 2010

Bellocks.



La luce filtrava fra le persiane di legno verde
e le pareti stanche dove avevamo affisso
i nostri desideri.

Guardavi in alto il soffitto, che era ben oltre
i tuoi sogni, stringevi le coperte al Cuore
come l'ultimo degli Amanti.

Perdendomi nei tuoi occhi di Nero Pozzo,
cercavo il labirinto di pensieri
nelle parole singhiozzanti dei silenzi.

Le dita nei capelli, serravano al petto
il mio viso sfinito, mentre dal passato
ritingevi i colori di Attimi Sbiaditi.

Lacrime lavavano i tuoi Peccati,
come Madonna mi accingevo a curare quel Figlio
che nessuno avrebbe Santificato.

Angeli scivolavano sulla pelle del mio tormento,
quando incauto rinnegasti il tuo Dio gridando il mio Nome

Calda accolsi il tuo Credo, baciando le tue labbra
nell'ultimo segno del Giuda.

Immancabile perdesti la Purezza
ricacciandomi laddove mi avevi trovata e ammaliata,
con la superba convinzione di potermi redimere.

Sbalordito l'Angelo del Signore rimase
quando comprese quanto osceno fosse l'Amore.

mercoledì, agosto 25, 2010

Capitano in Mano cose Perdute.
Cose che non avresti mai voluto Avere.

martedì, agosto 24, 2010

I Demoni sono dentro di noi,
premiamo le mani al Ventre
cercando di farli uscire.

Sentiamo i loro movimenti nelle viscere,
nel più intimo del nostro essere,
Carne nei nostri Palmi.

Stingiamo gli occhi per la paura,
lacrime di sfinitezza cadono ai piedi,
con la schiena al muro, ci rannicchiamo.

Fino a distenderci impietose a terra.

E tutto sparisce,
tutto tace,
il Nulla attendiamo.

Lentamente il nostro veleno sgorga,
invade la nostra pelle macchiandola,
annerendo la nostra pelle di Luna.

Rimaniamo atterra attonite.
Solo chi accetterà di essere veleno per gli altri
potrà ancora una volta sollevare il viso.

Arabeschi ora disonorano l'epidermide,
gli occhi cerulei divengono neri al calar della notte.

Non posso esimermi a me stessa.

lunedì, agosto 09, 2010

Rosso & Nero

Forse a distanza di tempo potrò chiedermi perché,
cosa esattamente scorresse nelle mie Vene,
quale Cancro aveva soggiogato anche l'Anima.

Ricercare nei labirinti celebrali, quell'enorme Peso che non scacciavo,
neanche respirando a fondo, confondendomi fra la gente,
distraendomi con qualsiasi forma di esilio.

Avevo trovato, grazie alle tue sapienti Mani,
che il Dolore fisico cacciava quello Mentale,
la sopravvivenza scansava il Mondo, quando si trattava di Morte.

Così le gocce cinesi che martellavano il mio Spirito,
per un'attimo venivano fermate immediatamente dalle mie Opere.

Il Cuore smetteva di urlare,
avevo finalmente Paura e tutto il resto scompariva,
le mie Mani continuavano impietose, appena la Testa iniziava nuovamente a Ragionare.

E tu, con voce ferma e limpida, chiamavi il mio nome.
"... cosa hai fatto? ..." e io al telefono sorridevo perché avevo trovato la mia strada,
che mi avevi una volta mostrato essere la tua.

Non avresti mai creduto di esser preso per Maestro,
che un tuo lato negativo, ora fosse così amato e indispensabile,
avevi tentato di farmi comprendere una parte di te, l'avevo inglobata in me.

Il pulsare della Carne nel punto in cui l'ago la trapassa,
assaporare il mio Calore scendere nella Bocca,
la testa completamente sgombra di te, di me, di loro.

Un lungo attimo, fin quando l'Adrenalina non compiva il suo dovere,
mi respirava nell'Anima e Lacrime di sgomento disinfettavano Saline le mie ferite.
Le Mani, carnefici del martirio, ora divenivano amorevole Cura.

Legavo i miei capelli davanti allo specchio,
seguivo l'acqua cristallina macchiarsi di rosso e defluire lentamente,
finché il battito nel Petto non si sedava, dolcemente.

Sfinita nel Cuore, traumatizzata nel Corpo,
dilaniata nell'Anima, macchiata nella Purezza,
dannata nelle Azioni, lesa Moralmente.

Mi avviavo nel mio giaciglio,
dove silenziosamente piangevo,
dove tu te ne accorgevi e non parlavi,
dove io mi stringevo a me stessa, celando dentro il mio Cancro,
ai tuoi occhi incomprensibile e oscuro,
ai miei fonte di immediata via d'uscita,
qualora non fossi stata in grado di fermarmi.

domenica, agosto 08, 2010

Dark Side of Pleasure

Esistono meccanismi tali per cui il piacere
si va a confondere col dolore,
calpesta il limite naturale delle sensazioni
per poi trasformarsi e travolgerci.

[Mentre le tue labbra mordono le mie,
mi tieni serrata a te piantando le unghie nella mia schiena,
ti sento entrarmi dentro con tutta la forza che possiedi,
dimenandomi non faccio altro che stringere la tua morsa]

Esistono dei momenti in cui
allarghi le braccia come un Cristo in croce
proprio al tuo carnefice
ed egli non stenta a infilare la sua lama nello stomaco.

[Sei in difesa da una vita, una vita passata a difenderti dagli altri,
per un attimo abbassi i pugni e allarghi le braccia,
un segno di saluto che si trasforma in crocifissione,
perché l'altro non ha visto mai cotanto abbandono e ha paura.
Per questo tenterà di ucciderti.]

Esistono attimi in cui cerchi di risanare le ferite
anche provenienti da un passato
e ti vengono elargite scuse che ti fanno sorridere
per eventi a cui sono anni che non pensi.

[E dopo innumerevoli anni, le strade si incrociano nuovamente,
la tua ancora disastrata, la mia dissestata,
non siamo certo le persone che dovrebbero essere riunite
per compiere un'ultima esperienza assieme.]

Esistono parole che ti catapultano in realtà parallele
lo stomaco si chiude ripensando a quegli attimi
dove riuscivi a sfiorare le sue labbra dolcemente
mentre con l'altra mano recidevi le ali di quell'Angelo.

[Sdraiata sul letto a pancia sotto, prendevi il mio essere
cingendo con le braccia il mio collo.
Serravi la mia vita fra le tue braccia, desideravo
che il tempo non passasse. Ero troppo fragile. Eri troppo complesso]

Esistono mattine dove tutto va storto
dove chi tace da una vita si sente in diritto dopo anni
di dirti cosa devi fare e cosa non devi fare
perché ha capito che è tutto irrecuperabile. E che è colpa sua.

[Troppi silenzi. Il tempo trascorre. E le persone cambiano
anche se apparentemente rimangono nelle tue mani.
Non Ti Amo più. Non ora, non adesso. Non oggi ...]

sabato, agosto 07, 2010

Il Re ha la sua Casa

Tre giorni.

E tutto inesorabilmente finisce,
la passione termina, i sogni esplodono e il mio stomaco vomita.

Spengo le persone come fossero sigarette,
tre giorni mi bastano per buttarli e reputarli vuoti.

Con te non è accaduto così Angelo mio,
ci sto impiegando una vita a dimenticarti
e torni più forte di prima in ogni mio attimo, in ogni respiro.

Ultimamente mi dicevi che non capivo nulla.
C'era chi c'aveva separato, chi c'aveva diviso,
che tu mi amavi e che avresti atteso solo l'indispensabile
e poi saresti tornato.

Ma ora il Re ha la sua Casa,
fra poco l'abiterai, entrerai finalmente dove siamo stati,
passerai la mano sulle mattonelle bianche della sala.

Dove mi sdraiasti per fare l'amore,
dove tutto era ancora bianco per l'odore della vernice,
la grande finestra di vetro senza imposte, senza mobili.

E sorridevo guardandomi intorno,
sarebbe dovuto essere tutto diverso.

Tre giorni,
erano passati e ancora nella mia testa
c'era qualcosa che mi spingeva a portarmi avanti.

Oggi sono passati 50 volte tre giorni,
e rimango ancora la con la testa e non vai via.

Graffi ancora la mia pelle,
in modo che non possa passarmi l'odore di te sulla pelle,
vorrei ancora sentirti addosso, nella tua veemenza.

Ed ho sete, ancora sete, di un qualcosa che non berrò più,
di un qualcosa che finisce e non si sa neanche perché,
o si conosce e non si vuole ammetterlo.

Vigliaccamente.

L'amore dentro si è trasformato in rabbia,
non l'avevo mai riservata per nessuno. Nessuno.

Ed ora è tutta tua, travolgente, passionale, feroce,
sulla carne mille righe di lametta non basteranno a scordare,
le tue parole per me, le tue mani sulla pelle,
e i sogni ... Dio che Sogni.

Ma ora il Re ha la sua Casa
e sono passati 50 volte 3 giorni.

E lui sorride perché tutto si risolverà
e io sorrido perché Dio ci rimetterà sulla stessa strada.

E non basteranno 100 volte 3 giorni
a farti dimenticare cosa avresti potuto evitare.

martedì, agosto 03, 2010


Domani mattina sopprimeranno il mio Rocky,
mentre io sarò in una fottuta città lontana.

Sono stata fortunata, ne ho avuti tre
e non li ho mai visti morire.

Ho goduto di loro al meglio
e li ho abbandonati nel momento più duro.

Ho fatto agli animali ciò che le persone hanno fatto a me,
fregarsene nel momento del distacco.

E' la legge del più forte, dicono.

Il Pagamento

Non hai storto il naso quando t'ho chiesto il Pagamento
della notte di Sesso che avevamo appena trascorso.

Ti sei aggiustato il colletto della camicia,
ripiegando dolcemente gli angoli attorno alle forti spalle.

I tuoi bracciali di metallo scintillavano alla Luce della Luna,
come i tuoi meravigliosi anelli di ferro. Non mi guardavi negli Occhi.

Ero appoggiata con i piedi sul sedile posteriore,
per sciogliere il ghiaccio ti raccontavo di me, delle mie avventure.

Mi stavi ad ascoltare, intervenendo anche nei punti più salienti,
mi hai chiesto dettagli su dettagli. Tutto fino alla fine.

T'ho guardato confusa e anche divertita per la tua Semplicità,
la stessa con la quale riuscivo a tirare fuori i miei Eventi.

Nel descriverti quello che volevi sapere,
sentivo una sorta di Eccitazione salirmi dentro. Continuai a parlare.

Ti rivestivi mentre terminavo le mie ultime parole,
sembravi distaccato da ogni ricordo. Così non era.

"Disgustato non è la parola giusta. Arrabbiato per quello che hai provato,
Felice perché hai promesso di non farlo ancora"

Hai così tirato fuori il tuo pagamento dal Cuore,
sussurrando ad una Escort "Ti Amo", hai chiuso il tuo Conto.

domenica, agosto 01, 2010

La tua prima porta

Amico siediti.
Sei nuovo?

La Dannazione è di casa,
sei bene accolto.
Siediti e accendi la tua sigaretta.
Senti che aria leggera.
Strana sensazione vero?
Avranno aperto le porte del paradiso per un attimo.
No. A me non interessa.

Vedi come stiamo bene così?
Libertà, una grande cosa,
indubbiamente dovremmo pagarla.
Sarebbe da poterla vivere sempre
tutti i giorni e senza limiti.

Sorrido chiedendoti di assecondare i miei vizi,
sono i tuoi.

E ora versati da bere,
tanto guido io e so dove andare a cercare.
La moto corre veloce, tieniti stretto.

Bene ecco il nostro girone,
te lo aspettavi diverso?

Ora vediamo che sai fare,
di cose in testa ne hai tante
e a volte far girare solo la ruota
non basta ad ottenerle.

Magari con un pizzico di polvere,
tutto accade.

Vai, ti sto dietro.
Scegli ciò che vuoi,
cosa vuoi,
il perchè lo sappiamo
e non servono parole.

Mi fumo la mia ultima sigaretta
accanto alla moto,
torna quando soddifatto vorrai cominciare.

Ho le chiavi di ogni porta di ogni girone dell'Inferno,
basterà un tuo accenno e l'aprirò.

Ma ricorda che,
dove ti condurrò io, non potrai più tornare.

Ed ora che mi guardi sappi che posso aspettare, sai,
anche un'eternità.