venerdì, dicembre 31, 2010

Not a Saint

Sognare che tutto cambierà per il nuovo Anno,
ma domani è un giorno come un altro.
E' solo la nostra testa che pone un confine inesistente
fra un tempo e un altro, scrive inizio e fine.

Ma per il Cuore, l'Anima e la Mente,
domani non è altro che un altro giorno,
nel quale continueremo a fare le stesse cose.
Alzarci, Mangiare, Lavorare, Fare l'amore.

Ma non io.

Io ho deciso di smettere prima quest'anno,
di mettermi in una Calda vasca da Bagno al Silenzio
senza il bisogno di ascoltare nessuno, non essere in compagnia.

Perché non avrei nulla da festeggiare,
se non la presa di coscienza che tutto quello che mi è attorno,
non è nulla di ciò che desidero e voglio.

Ma fra il reputare una situazione malsana e cambiarla,
c'è veramente bisogno di coraggio e sangue freddo.
Il primo non mi manca, quando la pelle che rischia è la mia.

Per il secondo, il mio non essere egoista e cinica,
non mi porta a seguire quei passi che farebbero bene a me,
ma non alle persone che mi sono vicino. Che Amo o meno.

Quindi dal 2010 ho imparato che si è soli,
in qualunque momento, anche facendo l'amore a volte.
Mi ha insegnato a prendere gli altri con leggerezza, a chiudere gli occhi.

Forse a combattere per ciò a cui tengo maggiormente,
a smettere sempre di giustificarmi o spiegare ogni mia azione,
semplicemente a muovermi dove desidero, senza angosce.

Ma tutto questo, che può apparire senz'altro positivo,
non è che la consapevolezza che si è veramente soli
che il desiderio di condividere una VITA non esiste.

Ci sono strade che si incontrano, che a volte si lasciano,
si possono riprendere in futuro, scordare o maledire.
Ma ce ne saranno sempre di nuove e mai uguali.

Quindi non ha senso rimanere agganciati a tutto quello che si ha,
ma forse lasciarlo volare come foglie di inverno.
Gli alberi muoiono e poi si rinnovano, le gemme riportano la vita.

Io non sono sicura che rinascerò a primavera,
forse rimarrò in questo eterno gelo che ora cinge le mie membra.
Spero ghiacci anche il Cuore e che arresti la sua corsa verso il nulla.

Buon Anno a chi ancora spera in tutto ciò
in cui io ho smesso di credere.

Perché la follia sicuramente è di Animo Geniale,
la Perseveranza è Diabolica.

Ed io non sono una Santa.

giovedì, dicembre 30, 2010

TreDici Sogni

A tratti immobile giacevo,
come se anche il tempo si fosse fermato
assieme a tutti quei Pensieri che affollavano il mio Silenzio.

Non c'era più quel Dolore lancinante
che mi spezzava da dentro l'Anima e che non riuscivo a bloccare
afferrandolo per le Braccia e gettandolo contro il Muro dei Desideri.

Non potevo fermare la mia Testa,
quando questa iniziava il mio lento Stillicidio nella strada della Distruzione.
Non volevo ascoltarla, ma le davo Ragione.

Iniziavo poi a sussurrare dolcemente,
tutti gli eventi che non riuscivo a superare, che avevo Paura di affrontare,
alcuni dei quali risiedevano solamente nella mia Fantasia.

Non si può uscire da un Mondo che non esiste,
se poi la realtà che hai intorno è nettamente peggiore di quello che tu stessa
riesci a perpetrare su te stessa, trovandolo liberatorio.

Iniziavo così a guardarmi intorno e a sentire assordante il Silenzio,
trovavo la mia Carne così sola e Bianca, Cristallina e Perfetta,
al contrario di tutto quello che subiva la mia Anima, Sporca e Imperfetta.

Mi rannicchiavo su me stessa,
convincendomi che nessuno m'avrebbe voluta con i miei Pensieri,
che il vivere semplicemente non faceva per me. Che non ero Indispensabile.

Annientata la mia Anima, i Pensieri non si arrestavano,
infierendo su quel corpo così poco Invidiabile e Intoccabile.
Lo Stomaco non reggeva a tutto quello che accadeva.

E il Silenzio regnava nel mio Inferno.

Forte il Dolore che dilagava dentro,
lacerante la Malinconia di un Amore Inesistente, Incoerente
Consapevolezza che tutto quello che Pensavo fosse il Futuro, Non era.

Dondolavo su me stessa mentre cercavo di Calmarmi,
e più cercavo di farlo e più peggioravo solo la mia Reazione
ad una Situazione che era divenuta Incontrollabile e Folle.

Chiudevo gli Occhi in un solo momento,
iniziavo a Disegnare sulla mia Pelle tutti i miei Sogni,
Solcavo con la Lama la Pelle, per far uscire i miei Desideri dall'Anima.

Sfuggivano sotto le mie Dita sicure,
andavano a nascondersi nelle pieghe della Carne,
colavano Copiosi sulle Gambe, correndo sul Pavimento, allentando il mio Dolore.

E quel giorno TreDici Sogni nacquero dalla mia Pelle.
Morirono nello stesso istante in un Aborto Spontaneo.
Non riuscii a baciarli nemmeno in Bocca.

Scomparvero macchiando le Lenzuola Candide,
disperdendosi nell'odore della Lavanda e BellaDonna.

Rimanevo così a fissare il Soffitto,
cercando Dentro di me il Germe della Vita di Sogni futuri,
per aver la possibilità, poi, di Annientarli dal mio Essere.

In fine Respirare,
come chi toglie un peso dallo Stomaco e ricomincia da capo.

mercoledì, dicembre 29, 2010

Per Amore

Mi fissavo a guardare i segni delle tue Unghie dentro la Carne,
stringevi il mio Braccio così forte per farmi capire
che era consigliabile che io tacessi e non mi opponessi.

Velocemente sfioravo il tuo Sguardo tremante e le Labbra serrate,
non avevo più Paura oramai, come se fosse una prassi
che si consolidava nel tempo.

E' possibile abituarsi al Dolore, specialmente quando
non se ne capisce il motivo né l'importanza,
quando una Cinta ha lo stesso significato di un Bacio.

E' fatto per Amore.

Si cresce reputando la propria Vita Inutile,
e proprio quando cerchi di respirare, ti accorgi che non c'è un Dio,
perché tornando la sera, dalla casa del Padre, vieni fermata.

E quelle Mani non hanno accennato ad arrestarsi,
nemmeno quando hai iniziato a Piangere a dirotto, non riuscendo
a Parlare, a Urlare, a tenerti in Piedi.

Scalciavi sentendo il Calore di un Amore Indesiderato,
stracciavi la Gonna con i Pugni pur di allungarla e tenerla ferma.
Fuggivi sotto la Pioggia per tornare a casa.

Varcata la soglia della Libertà, eri di nuovo a terra,
e questa volta Moralmente e Fisicamente,
atterrata da quello Schiaffo curativo del tuo Ritardo.

La tua Vita è Inutile,
come quel letto buttato in un corridoio davanti alla porta d'ingresso,
come la scatola con i pochi effetti, chiusa dietro una tenda.

Come tutte le persone che sono entrate nella tua Carne
e hanno lasciato che questa marcisse
senza porti una Mano che t'aiutasse a capire che eri Viva.

E da tutto questo Amore, Incondizionato, Indecente, Non Chiesto,
Forzato, Contro Natura, Indesiderato,
riesco ancora a respirare e ad Amare a Modo Mio.

... E son stanca da Morire ...

lunedì, dicembre 27, 2010

Le Quattro Strade

La Prima quando il Cuore batte.

Ella camminava con la Sicurezza di una Madre devota,
sul viso, il Sorriso della Crescita dei suoi Bambini.
Nel grembo ormai vuoto, il ricordo della Completezza.

Volava sulle parole degli Altri, sollevandole come Polvere,
insindacabile giudizio di Lei, che amava Loro più della stessa sua Vita.
L'unica Forza di una Esistenza inutile e Spenta.

Ritrovava nelle Foto le Sensazioni di ciò
che ora non riusciva più a provare, perdendosi nelle Lacrime.
Spingeva le Mani sul Grembo, come per Abortire il Prossimo Venturo.

Scuoteva la testa non capacitandosi a volte, della forza
che era riuscita ad avere in determinate situazioni e che ora,
non era in grado di trovare per poter di nuovo Respirare.

La Seconda quando la Testa è Lontana.

Lunghi Silenzi cancellavano antichi ricordi,
le Mani si sfioravano solo per pochi attimi in cui Lei
avrebbe voluto dimenticare l'antico Voto con il quale gli era Legata.

Tramortita nell'Anima e Sconfitta in tutto quello che credeva,
si trascinava verso il Futuro con gli Occhi spenti, uguali
a tutti quelli che avevano Sofferto. E che erano Morti.

La bocca era oramai Logora di tutti quei Pensieri
graffiati nell'Aria e lasciati li, appesi come quadri inutili
alle Pareti del Cuore. Che Lui non sapeva di non avere più.

E la sua Testa era oramai persa in altri pensieri,
la sua Anima era morta il giorno in cui Egli le aveva detto
del suo Rancore. Il Cuore si stava Esimendo dal Battere Ancora.

La Terza in presenza di sola Anima.

Cinta d'affetto e sospirati baci, risa e scherzi costellavano,
senza mai fermarsi, brevi attimi nei quali era curata
da quel Veleno che le cresceva dentro come un Cancro.

Lama a doppio taglio, di una Gioia dirompente e perdurante,
di una Solitudine e malinconia devastante, di un Angelo
che in tutto incarnava cosa Lei desiderasse. O quasi.

Urlava alla Carne Inviolata nelle interminabili Inverni
di tutti i suoi Giorni. Stringeva i Pugni chiudendoli fra le Cosce.
Sperava così di Ottenere quell'Amore che Lui non aveva per Lei.

Chinava ancora la Testa al suo Orgoglio devastante,
dilaniava la Carne nella Notte sperando di trovare Pace
in tutto quello che doveva essere Salvezza. Dimostrandosi poi Limbo.

La Quarta, in assolo silenzioso di Carne.

Scioglieva i Capelli nel Manto Nero della Notte scordando
tutto quello che di Giorno era consono essere e chiedere.
Attendeva un lento Stillicidio che la veniva a trovare ogni Sera.

Aveva sempre un Volto diverso, un Odore incostante,
Mani diversamente Curiose, Parole disarmoniche all'Anima.
Solo l'istinto era sazio di ciò che accadeva. Chiudeva gli Occhi e non pensava.

Si lasciava così Prendere, ascoltando solo i battiti ritmati della Carne
che batteva noncurante contro la Sua. Ella non s'accorgeva
che ognuna di quelle era una Lancia. Piantata in fondo all'Anima.

Ma non riusciva a smettere di Desiderare nuovi Odori,
Sapori sconosciuti i Ritrovati, Parole Lascive prive di Sentimento.
Dopo ogni incontro, era ancora più vuota. Più Arida. Più Cinica.

domenica, dicembre 26, 2010

L'Orsa Maggiore

Accarezzo di nuovo le mie spalle nude,
per troppo tempo prive delle tue Mani
e di quell'affetto che nel tempo è diventato fraterno.

Forse ho sbagliato veramente tutto dall'inizio,
probabilmente anche il lavoro che desideravo,
sicuramente anche Destino.

Si incrociano strade dopo anni,
credevi che tutto fosse così lontano,
che tutti noi fossimo così assorbiti dal Vivere.

E invece ci si accorge che si è soli,
immensamente soli dentro se stessi,
e le ali sulla schiena non bastano per volare.

Abbracciandosi nuovamente, si sente il calore,
ci si guarda negli occhi e si ricorda il passato,
quando giocavamo a calcio o correvamo in motorino.

Non avevamo pensieri ed eravamo sparsi
per le strade che ci accoglievano
forse meglio di quanto eravamo a casa.

Conoscevamo l'odore di tutti i vicoli,
ogni camino che fumava era la nostra bussola,
la notte, nella birra e nella musica ci muovevamo.

A volte capitava che ci si perdeva anche per anni,
e nel cuore rimaneva il sentore di sapori passati.
Ma ritrovarsi così no. Non lo avrei mai desiderato.

E perdermi nei tuoi occhi distrutti,
ritrovarti uomo con le mani segnate dal lavoro,
con quella rabbia dentro che ci ha corroso.

E ci siamo stretti, guardati ancora,
fuggiti per le nostre strade a piedi, per mano,
in silenzio percorrendo il passato a ritroso.

Sputando su tutto quello che abbiamo odiato,
gridando ancora la nostra libertà sotto alle stelle,
piangendo per le stesse canzoni.

E poi abbiamo di nuovo separato le dita
per tornare a tutto quello che avevamo detto
che non ci avrebbe mai appartenuto.

Tu che sei fuggito quella sera da tutto ciò che eravamo,
io che ho dimenticato il tuo odore, scambiandolo per il mio,
e ne abbiamo riso, di nuovo assieme.

Ora è tutto diverso.
Ora siamo tutto quello che avevamo ripudiato.
Ora siamo tutto quello che avevamo combattuto.

Ora non siamo nulla, nessuno nel mondo,
un ricordo forse in un cassetto
e nelle parole scritte a matita e ripassate.

Però l'abbiamo fatto.
Ci siamo ritrovati come promesso,
sotto l'Orsa Maggiore.

giovedì, dicembre 23, 2010

Dedicate ...

Spesso attendo ciò che non può essere Reale,
credendo ancora di poter cambiare il mondo, Desiderandolo.

Il muoversi è molto più difficile del congetturare la Vita,
e si entra in Cunicoli dai quali è complesso uscire.

Respiro dolcemente le rare volte che riesco a sfiorare
le tue labbra disegnate.

Ho maledetto la tua Bocca così tante volte, per ogni volta
che ha pronunciato il nome di Lei, sorridendo.

Ti fisso gli Occhi come fossero un Regalo concesso per poco,
e che prima o poi svanirà nel nulla come è apparso.

Traggo da te ogni singolo Attimo,
mangiando ogni tuo Respiro, stringendo nei Pugni le Sensazioni.

Ed è un gioco che potrebbe appagarci per qualche attimo,
fino alla scelta di dover oltrepassare il limite.

Che io ho già oltrepassato, mentre tu attendi.

E torno ad avere Fame nuovamente,
dovendoti Evitare per non lasciarti i segni nella Carne.

Stringo le ginocchia al petto nella Notte
mentre metto le Mani sulle spalle per proteggermi dal Mondo.

In Sogno spremo Fragole sulle tue Labbra
mentre nella mia Bocca sciolgo il tuo Nome come fosse Zucchero.

Sospiri gelano nell'Aria come il sentore lontano che ho di te,
serro ancora le mie braccia al Ventre.

Le lascio scendere Dolcemente mentre chiudo gli Occhi,
Desidero le tue Mani ora, dove sono le Mie.

Sorrido. Perché so già che conosci i miei bisogni.
E non ci sarebbe bisogno di parole per esprimersi.

Quello che vorrei ora sarebbe respirare il tuo respiro
nell'ultimo gemito prima dell'abbandono.

giovedì, dicembre 16, 2010

Consapevolmente

Le Mie Mani scorrono sulla Carne dolorante,
oltraggiata da tutto questo Vuoto che deve tollerare.

Le Dita muovono nelle pieghe della Pelle,
in ognuna di queste ricordano altrui Labbra.

Scordare tutti i Volti,
farli sparire come monti immersi nella Nebbia.

Una Forte Malattia, la Mancanza,
dalla quale non riuscirò mai a Guarire.

Violentarmi nell'illusione di non aver bisogno
del Calore di un'altro Essere sulla Pelle.

Convincermi che l'assenza del Contatto
possa essere utile a concentrarmi su altre Questioni.

Perpetrare l'Urlare e il Piangere, non controllando
le Emozioni che abortisco da me Stessa.

Un Cancro che si ciba della mia Razionalità e del Piacere e,
non trovandolo, abbatte consapevolmente la mia Anima.

Sostenere l'ipotesi che non potendo combattere un Nemico
si possa tentare di farlo Amico.

Assecondare i suoi Istinti mai del tutto Positivi.

Vivere senza la Passione
che complica e cambia il Modo di vedere le Persone.

Vivere senza il Bisogno, l'Aspettativa degli Eventi,
e l'Ambizione continua che dici aver distrutto il nostro Rapporto.

Dovrei essere diversa, per Te, per Lui, per Lei ... per Loro.

Ma cosa posso Essere io?
Diversamente da come sono potrei stare Meglio?

Guardo in giro. Vedo il freddo nei loro Occhi
e capisco che ci sono pochi Esseri come me.

E Questo Lenzuolo sporco dei Nostri Problemi,
accarezzo la Pelle per Ricordare.

E ho Freddo dentro, non riesco a scaldarmi.
E so che non puoi farci niente, non puoi Curarmi.

E realizzare che tutto ciò che chiamano Vita
non è altro una Strada che conduce a Morte certa.

martedì, dicembre 14, 2010

Soon as Possibile

Avere la forza di recidere quel Cordone
che mi tiene legata alle tue Parole.

Un tubo attraverso il quale Respiro,
conficcato nella mia Gola e nel tuo Cuore.

Avere il Coraggio della Verità e tagliarlo.
Morire fissando per l'ultima volta le tue Labbra.

Inghiottire il liquido che mi circonda, come un aborto,
immersa per essere salvata. Immersa per essere Dannata.

Ed era così caldo, così dolce, così Materno.
E la fiducia nelle tue Mani era immensa.

Sono così Stanca anche di Nuotare,
di ribellarmi a tutto questo Amore.

E' così faticoso ora Vivere,
giorno dopo giorno aspettare un Respiro.

... Per poter dire ...
"forse ... però ... se ..."

E continuare a pregare per Esistere,
non sentirsi se stesse in tutta questa incomprensione.

Vedere attraverso un vetro che filtra la Luce
che non è altro la realtà degli eventi.

Mi chiedo se ha senso rimandare la fine,
tra le mie Bugie e le tue Illusioni.

Fra la Lama di una forbice e togliermi il Respiro.

lunedì, dicembre 13, 2010

... da Morire

Ricordare ancora di non avere il fiato per Respirare,
il Dolore immenso nel Costato e non poter Reagire.

Vedere il Mondo girare e non sapere
che non si sta Sognando.

Ripetevo solo a me stessa
"Ti sveglierai e saprai che tutto questo non è Reale"

Ma era troppo intenso il sapore del Sangue
che avevo nella Bocca, che macchiava le mie Mani.

E quando Tossivo era così forte il Dolore
e tornavo a stendermi a terra, a rotolare su me stessa.

Non ho mai Saputo difendermi da quell'Amore
che Gridava la mia Imperfezione al Mondo.

Che mi avrebbe voluta differente,
tramite tutto quello, sarei dovuta Cambiare, Migliorare.

E non riuscivo neanche a Pensare invece,
specialmente quando era Inaspettato.

A volte mi mordevo le Labbra
per cercare di capire se ero ancora Viva.

Non mi interessava Morire,
e forse era proprio quello che faceva si che non accadesse.

E ora che non ho il Sangue sulla Pelle,
che tutto quello è superato e non potrà riaccadere....

... Sono solo Stanca da Morire ...
... anche se non basta per Morire ...

E continuo a vagare in questo buio,
ma non cerco stranamente la Luce.

E' la Lama che finisca ciò che è stato iniziato,
ad interessarmi.

Non sarebbe dovuto andare così,
le cose non si aggiustano, neanche le persone.

E io che di giusto ho solo il chiarore degli Occhi,
non riesco a perdonare me stessa, di non essermi lasciata andare.

Quel giorno quando avrei potuto schiudere le Labbra
in un Eterno sorriso e invece ho visto il suo Volto.

E ho barattato il Paradiso per l'Inferno
senza accorgermene.

Sono solo Stanca ora di tutto questo giocare,
ma fermarmi non posso.

Cerco ancora la mia Lama che possa finire
tutto quello che HAI iniziato e che non vuoi terminare.

Lo farò io ... come al solito.
Tirerò su le maniche ancora una volta.

Toglierò il disturbo per lasciarti indenne,
per far si che tu sia ammirato e preservato.

Perché tutto il Dolore che ho dentro non può svanire
ed è un Veleno così forte, che non sono riuscita a sconfiggere.

Mi dispiace Tesoro.
Ho rovinato la tua Vita, deluso le tue Aspettative.

Ma t'ho Amato, non sai quanto t'ho Amato.
Ed ora che tutto in me non è altro che Veleno...

... Sono solo Stanca da Morire.

Breathe No More

Ho guardato nello specchio così a lungo
che ho finito col credere all'esistenza
delle mie Anime dall'altra parte.

Cercare di comprendere cosa la mia Anima
cerca incessantemente di Sussurrarmi.
Chiuderle le labbra con un Dito e pregarla
di rimandare il tutto ad un altro momento.
Non ho tempo di ascoltare quello
che ora può solo farmi del Male.

I piccoli pezzi cadendo si distruggono.

Non c'è bisogno che mi dici ancora
che non dovrei credere ai Sogni.
Che questi non dovrebbero far parte
dell'esistenza Reale di una persona.
Che hai già sofferto tanto
per tutto quello in cui ho Creduto.

Frammenti di me,
troppo taglienti per rimetterli a posto
troppo piccoli per contare qualcosa
ma abbastanza grandi da tagliarmi in tanti pezzettini.
Se cerco di toccarla ...

Resisti ancora Anima mia,
sono certa che potrai comprendere.
Non chiudere gli Occhi,
non piangere in questo momento.
Perchè voglio ancora provare,
ancora una volta, dammi il tempo.
Devo capire se la Vita è veramente questa
od ho sbagliato tutto ... tutto.

... Sanguino
e sanguino,
e non respiro
non respiro più.

Verrà il momento dove abbandonerò
tutto quello che ti fa star Male
e condurrò una Vita giornaliera
senza aspettative e senza futuro.
Tu potrai respirare e smettere di Sanguinare,
io sarò Morta anche se potrò Camminare.

Prendo fiato e cerco di trarre un significato
dalla fonte dei miei Spiriti
eppure, come un bambino testardo, rifiuti ancora di bere.

Sostieni ancora i miei Pensieri,
spingi forte le mie Emozioni,
smetti almeno te di credere
che tutto sia Impossibile
che non possa cambiare nulla
che tutto quello che sto facendo
è ancora un Errore
sopra un altro Errore.

Dimmi una bugia,
convincimi che sono sempre stata male
e tutto ciò
avrà un senso quando starò meglio.

Starai meglio, te lo prometto.
Ma ora devi sostenermi
in questa ultima battaglia.
E potrò Morire e sarai Libera.
E potrò Vivere e tu Ridere.
Ma dobbiamo provare a farcela,
assieme.

Conosco la differenza
tra me e il mio riflesso.

Non conosco la differenza fra me
e i miei Sogni.
Fanno parte entrambi della mia Vita
ed è per questo che continui a Soffrire.
Lacero nuovamente la mia Carne.
Riesci a sentirmi?

Non posso fare a meno di domandarmi
quali dei due tu ami.

Amo entrambe.
Te, Anima mia, e la mia Carne.
E non posso dare ascolto ad entrambe,
perché chiedete cose diverse.
Perché la Dannazione è in entrambe
e perché avete la Fame dentro.

Così sanguino
e sanguino
e respiro
adesso respiro…

Verrà il Tempo, fidati.
Dove potrò ascoltare solamente te
e smettere di correre, di Amare, di Vivere.
Verrà il tempo e sarà Eterno.
E tu potrai vivere dove vuoi, libera.
E a me non interesserà più nulla
di due Occhi neri che ti guardano
e delle sue Dita nei Capelli.

... Sanguino
sanguino,
e non respiro
non respiro
non respiro più.

domenica, dicembre 12, 2010

Mancanze

Mi fermo nuovamente a pensare,
non concependo cosa mi ruota intorno.

Ho dolore alle Mani, ai Piedi, al Cuore.
Ma più di tutto ho una Lacerazione nell'Anima.

Sono confusa.

Ci sono momenti in cui vorrei chiudere gli Occhi
e cancellare questa Vita e i segni sul mio Corpo.

Vorrei ricominciare già sapendo cosa fa Male
e in caso sceglierlo Consapevolmente.

Mi manchi.

Ma non in quel modo dolce che può avere
il sapore di un Ricordo o del Silenzio.

Piuttosto come se mi avessero privata di qualcosa,
che era mio Carnalmente e l'avessero Ucciso.

E quel boia sono stata Io.

Ma nulla è equiparabile a poter Sorridere,
ad essere Ascoltati anche nel Cuore della Notte.

Poter Piangere senza avere problemi,
o scherzare di qualsiasi cosa accade ad Entrambi.

Le tue Mani calde.

Abbracciami ancora perché non credo di farcela
perché sono così Stanca che neanche io ci credo.

Come ho potuto arrivare così in basso.
Sento l'odore della terra mischiarsi al Sangue.

E non riesco ad alzare il viso da tutto questo
e più mi guardo in giro trovo incomprensione.

Tranne nei tuoi Occhi.

Vorrei avere una bella Voce per cantare la mia Anima
in modo che tutti comprendano cosa vuol dire Vivere.

Vorrei saper suonare e incantare la gente e gridare
... è tutto possibile ...

Poi vedo solo le mie dita sulla tastiera
la nebbia che appanna i vetri della finestra.

La luce che mi da fastidio negli Occhi,
le pillole accanto al Mouse e le mie Lacrime sopra i Palmi.

Dovrei smettere di Sognare.

E più mi ripeto che tutto questo non ha Scopo
e più inizio a convincermene.

Mi hanno detto che la mia Ambizione mi porterà
solo guai, che le donne non dovrebbero essere così.

Io quello che sento è solo un'eterna fame
che è nello stomaco e non si placa.

E non riesco a trovare il cibo migliore per soddisfarla,
per capire la chiave della Vita.

Smettere di Soffrire.

Eppure basterebbe così poco, ma a volte,
sono veramente sola e chiudo gli Occhi.

Ascolto la musica per non Morire,
non morire dentro e ricordarmi che Esisto.

Mentre invece dovrei alzarmi da dove sono
e provare a camminare.

Ma ho male ai Piedi, le Mani sono piene di tagli,
la mia Anima è lacera.


Nonostante tutto ancora Respiro.

venerdì, dicembre 10, 2010

MayBe Never Again

Dolcissimo da inebriare i miei Sensi,
scivolava dalle Labbra sul mio Seno.
Respirare affannosamente,
come quando, per rubare le Fragole,
mi graffiavo le Cosce nel Giardino poco distante.
Fragole da un Sapore Intenso, Unico.
Passavo le Mani sulla mia Pelle
lasciandole Scivolare su quel Nettare agognato.
Avevo gli Occhi ancora Chiusi mentre
continuavi a Stringere i miei Capelli fra le Dita.
Lentamente lasciavi la presa
abbandonandoti in un Altro Mondo.

Rimanevo a guardarti per ore
mentre con le Labbra socchiuse Sussurravi

"Sei Meravigliosa ..."

giovedì, dicembre 09, 2010

Una Sigaretta

Pioveva fuori, avevamo deciso di stare a casa.
Non ci andava la confusione questa sera.

Il pacchetto delle Sigarette sul tavolo,
una bottiglia di vino Rosso. Per festeggiare.

Avevi fatto una smorfia,
in casa nuova non avevi mai lasciato fumare nessuno.

Ho fatto finta di non accorgermene
e ho continuato a chiacchierare di lavoro e ridere.

"Ce ne fumiamo una in due?"
E mi hai guardato sorridendo e prendendo il pacchetto.

L'hai accesa facendo qualche boccata poi,
mi sono avvicinata con viso per fare un tiro dalle tue Mani.

Continuando a bere il vino che era nel calice,
scherzavamo di tutte le nostre confidenze.

Avvicinandomi nuovamente alle tue Dita,
all'ultimo momento, hai spostato la sigaretta verso di te.

Sbilanciandomi ho appoggiato la mano sul tuo stomaco
continuando a ridere di questo tuo gesto inaspettato.

Eri serio. E guardavi le mie labbra a così poco da te.
Ho smesso di ridere. Avvicinandoti lentamente, m'hai baciato.

Con fare sicuro, mi hai tolto il bicchiere dalle mani e spento la sigaretta,
lasciando sempre le tue labbra attaccate alle mie.

Avevo voglia di te, anche se sapevo che avremmo complicato
un po' tutta la nostra Vita.

Sentivo scorrere le tue Mani dietro la schiena, sotto la maglia,
io le avevo sulla tua guancia e dietro il collo.

Ho sempre pensato che tu fossi un timido
e non mi aspettavo una reazione del genere. T'ho lasciato fare.

M'hai sdraiato dolcemente sul divano,
accompagnando il movimento, tenendomi dietro la testa.

Scorreva la tua Mano dal ginocchio
fin sotto la gonna, sfilando ciò che era di troppo.

Fissandomi negli occhi, avevi quell'aria seria
di chi ha in mano qualcosa di prezioso e non lo vuole perdere.

Ti sei fermato un attimo, bloccandomi il respiro.
Senza accorgermene, con forza eravamo tutt'uno.

Quella veemenza nascosta dal tuo carattere
che non mi aspettavo e che mi ha Sconvolto.

Rimanevi a guardare la mia Bocca che mutava
ad ogni tuo movimento.

Fin quando non ho inarcato la schiena per i tuoi colpi e
hai afferrato la mia vita per sostenermi.

Sono arrivata con la testa fuori dal divano.
Era tutto sotto sopra, fissavo la finestra della sala cercando di respirare.

Ti sentivo camminare, mentre non osavo guardarti.
Arrivando dietro al divano, mi hai baciato il collo per arrivare al mento.

Ho chiuso gli occhi per rilassarmi.

Schiudendo la bocca, per avere un altro bacio ancora,
ho sentito il mio sapore sulle labbra.

Accontentai così il tuo desiderio,
ascoltandoti gemere dolcemente.

Sfiorandomi per darmi piacere,
insieme ci siamo lasciati andare.

Siamo rimasti in silenzio dopo, per lunghi attimi,
aspettando che lo scrittore di questa storia, ponesse la parola Fine.

Il Campanello. La tua Ragazza.
Siamo scoppiati a ridere. E tutto è tornato come sempre.