giovedì, dicembre 09, 2010

Una Sigaretta

Pioveva fuori, avevamo deciso di stare a casa.
Non ci andava la confusione questa sera.

Il pacchetto delle Sigarette sul tavolo,
una bottiglia di vino Rosso. Per festeggiare.

Avevi fatto una smorfia,
in casa nuova non avevi mai lasciato fumare nessuno.

Ho fatto finta di non accorgermene
e ho continuato a chiacchierare di lavoro e ridere.

"Ce ne fumiamo una in due?"
E mi hai guardato sorridendo e prendendo il pacchetto.

L'hai accesa facendo qualche boccata poi,
mi sono avvicinata con viso per fare un tiro dalle tue Mani.

Continuando a bere il vino che era nel calice,
scherzavamo di tutte le nostre confidenze.

Avvicinandomi nuovamente alle tue Dita,
all'ultimo momento, hai spostato la sigaretta verso di te.

Sbilanciandomi ho appoggiato la mano sul tuo stomaco
continuando a ridere di questo tuo gesto inaspettato.

Eri serio. E guardavi le mie labbra a così poco da te.
Ho smesso di ridere. Avvicinandoti lentamente, m'hai baciato.

Con fare sicuro, mi hai tolto il bicchiere dalle mani e spento la sigaretta,
lasciando sempre le tue labbra attaccate alle mie.

Avevo voglia di te, anche se sapevo che avremmo complicato
un po' tutta la nostra Vita.

Sentivo scorrere le tue Mani dietro la schiena, sotto la maglia,
io le avevo sulla tua guancia e dietro il collo.

Ho sempre pensato che tu fossi un timido
e non mi aspettavo una reazione del genere. T'ho lasciato fare.

M'hai sdraiato dolcemente sul divano,
accompagnando il movimento, tenendomi dietro la testa.

Scorreva la tua Mano dal ginocchio
fin sotto la gonna, sfilando ciò che era di troppo.

Fissandomi negli occhi, avevi quell'aria seria
di chi ha in mano qualcosa di prezioso e non lo vuole perdere.

Ti sei fermato un attimo, bloccandomi il respiro.
Senza accorgermene, con forza eravamo tutt'uno.

Quella veemenza nascosta dal tuo carattere
che non mi aspettavo e che mi ha Sconvolto.

Rimanevi a guardare la mia Bocca che mutava
ad ogni tuo movimento.

Fin quando non ho inarcato la schiena per i tuoi colpi e
hai afferrato la mia vita per sostenermi.

Sono arrivata con la testa fuori dal divano.
Era tutto sotto sopra, fissavo la finestra della sala cercando di respirare.

Ti sentivo camminare, mentre non osavo guardarti.
Arrivando dietro al divano, mi hai baciato il collo per arrivare al mento.

Ho chiuso gli occhi per rilassarmi.

Schiudendo la bocca, per avere un altro bacio ancora,
ho sentito il mio sapore sulle labbra.

Accontentai così il tuo desiderio,
ascoltandoti gemere dolcemente.

Sfiorandomi per darmi piacere,
insieme ci siamo lasciati andare.

Siamo rimasti in silenzio dopo, per lunghi attimi,
aspettando che lo scrittore di questa storia, ponesse la parola Fine.

Il Campanello. La tua Ragazza.
Siamo scoppiati a ridere. E tutto è tornato come sempre.

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