giovedì, dicembre 30, 2010

TreDici Sogni

A tratti immobile giacevo,
come se anche il tempo si fosse fermato
assieme a tutti quei Pensieri che affollavano il mio Silenzio.

Non c'era più quel Dolore lancinante
che mi spezzava da dentro l'Anima e che non riuscivo a bloccare
afferrandolo per le Braccia e gettandolo contro il Muro dei Desideri.

Non potevo fermare la mia Testa,
quando questa iniziava il mio lento Stillicidio nella strada della Distruzione.
Non volevo ascoltarla, ma le davo Ragione.

Iniziavo poi a sussurrare dolcemente,
tutti gli eventi che non riuscivo a superare, che avevo Paura di affrontare,
alcuni dei quali risiedevano solamente nella mia Fantasia.

Non si può uscire da un Mondo che non esiste,
se poi la realtà che hai intorno è nettamente peggiore di quello che tu stessa
riesci a perpetrare su te stessa, trovandolo liberatorio.

Iniziavo così a guardarmi intorno e a sentire assordante il Silenzio,
trovavo la mia Carne così sola e Bianca, Cristallina e Perfetta,
al contrario di tutto quello che subiva la mia Anima, Sporca e Imperfetta.

Mi rannicchiavo su me stessa,
convincendomi che nessuno m'avrebbe voluta con i miei Pensieri,
che il vivere semplicemente non faceva per me. Che non ero Indispensabile.

Annientata la mia Anima, i Pensieri non si arrestavano,
infierendo su quel corpo così poco Invidiabile e Intoccabile.
Lo Stomaco non reggeva a tutto quello che accadeva.

E il Silenzio regnava nel mio Inferno.

Forte il Dolore che dilagava dentro,
lacerante la Malinconia di un Amore Inesistente, Incoerente
Consapevolezza che tutto quello che Pensavo fosse il Futuro, Non era.

Dondolavo su me stessa mentre cercavo di Calmarmi,
e più cercavo di farlo e più peggioravo solo la mia Reazione
ad una Situazione che era divenuta Incontrollabile e Folle.

Chiudevo gli Occhi in un solo momento,
iniziavo a Disegnare sulla mia Pelle tutti i miei Sogni,
Solcavo con la Lama la Pelle, per far uscire i miei Desideri dall'Anima.

Sfuggivano sotto le mie Dita sicure,
andavano a nascondersi nelle pieghe della Carne,
colavano Copiosi sulle Gambe, correndo sul Pavimento, allentando il mio Dolore.

E quel giorno TreDici Sogni nacquero dalla mia Pelle.
Morirono nello stesso istante in un Aborto Spontaneo.
Non riuscii a baciarli nemmeno in Bocca.

Scomparvero macchiando le Lenzuola Candide,
disperdendosi nell'odore della Lavanda e BellaDonna.

Rimanevo così a fissare il Soffitto,
cercando Dentro di me il Germe della Vita di Sogni futuri,
per aver la possibilità, poi, di Annientarli dal mio Essere.

In fine Respirare,
come chi toglie un peso dallo Stomaco e ricomincia da capo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Capisco ogni singolo rigo, ogni singola stilla, la desolazione, il vuoto, l'incomprensione del nulla che avviluppa e annienta, che sfilaccia l'Anima e che asciuga pure le lacrime.
Vicina sempre
Lilly