sabato, ottobre 06, 2007

Chi si occupa di me?

Oggi è il battesimo di Valentino. E' da un pò che sto preparando tutto. E' stato difficile trovare il vestitino visto che c'è tutta roba invernale ed ancora è molto caldo. Ho girato molto, ma alla fine ho trovato un gilet di filo di cotone bianco, una camicia bianca a maniche lunghe e un pantalone di velluto leggero a costine. Il papillon mi è stato regalato da una zia. Per Bianca ho trovato una gonna molto corta, con calze coprenti e una magliettina rosa con un bell'orsetto. Girando ho anche trovato dei deliziosi scalda muscoli rosa, simpatici da mettere sopra gli stivaletti nuovi. Ho accompagnato il mio amore dal parrucchiere a farsi i capelli in modo che sia bellissimo alla festa. Ho lavato oggi i piccoli e fatto a tutti e due i capelli. Sono uscita questa mattina per lavare la macchina dentro e fuori, dato che Ambrogio doveva lavorare. Ho preso dei pasticcini e delle pizzette perchè qualche invitato viene a casa prima che inizi la festa.
Nel tempo "disponibile" sto ricamando le iniziali dei miei due bambini sui loro asciugamani per andare a scuola, ho preso la candela e la camicina per il battesimo, ho comprato i bavaglini e dei vestitini per l'asilo.
Sto finendo di compilare i moduli per l'asilo visto che lunedì mattina dobbiamo iniziare questa grande avventura. Di notte, sto creando le lezioni per l'insegnamento che nel pomeriggio faccio a dei ragazzi presso un agenzia di lavoro interinale. Ho steso quattro lavatrici in due giorni, mamma mia quanto siamo puliti ...

Sono arrivata ad ora e ... non so cosa mettere al battesimo. Non ho potuto fare i capelli visto che mio marito ha dovuto lavorare di sabato e io avevo preso l'appuntamento proprio per quella mattina. Ho pulito tutta casa affondo, poi nessuno mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto che il rinfersco fosse fatto nella nostra casa e mia suocera si è organizzata per invitare tutti i parenti a casa sua, dato che questi ancora chiamano lei per fare avere a noi le nostre comunicazioni. Non ho potuto far altro che starmene zitta e acconsentire.

Ora sono seduta, con i capelli sciolti, i bambini che giocano contenti, mio marito a lavoro. I miei parenti che si stanno preparando per la festa di questa sera ... Io che continuo a finire di fare le ultime cose. Lavare i piatti, finire di incartare il regalo per il marito di mia sorella che fra poco verrà a casa, mettere a posto i giochi dei bimbi, fare i letti perchè stasera si farà tardi, occuparmi di ritirare i panni e stendere quelli bagnati.

Ma chi si occupa di me?

Quando ho detto che non avevo tempo per andarmi a fare i capelli, nessuno si è mosso per dirmi "te li tengo io gli angioletti ..." anzi, mi hanno detto che dovevano farsi i capelli, uscire a lavare la macchina, o fare altre cose.
Nessuno si è interessato dei preparativi, degli abiti dei bimbi, del rinfresco, della camicina e della candela del battesimo, del menù del ristorante, del dolce, della disposizione degli invitati, di richiamare tutti quelli (sono 70 persone di cui 4 sono miei parenti ...) che non si sono fatti vivi pur sapendo che dovevo prenotare il ristorante.

E c'è una voce che mi riecheggia dentro ... Ma chi si occupa di me?

Nonna me lo diceva sempre: "Tu hai tempo per tutti fuorchè per te stessa ..." e mi guardava con rammarico perchè per lei una donna deve avere il suo spazio per farsi bella, per coccolarsi e sapeva che quando avevo problemi nessuno mi era vicino.

Quanto mi manchi nonna mia. E ora che sono qui seduta vorrei telefonarti come al solito, per parlare di me, dei miei problemi e per fare due risate su tutto quello che non mi va giù, che mi manca, che vorrei, e riattaccare il telefono ridendo e pensando "Ma che stupida che sono ... guarda quante cose ho ..." perchè questo mi hai insegnato, a guardare sempre quanto sono fortunata e mai provare rancore per gli altri.

Oggi, nonna mia, non riesco più senza te. E mi guardo in giro con gli occhi pieni di lacrime mentre la mia pelle è fredda e piena di brividi e mi dico "ma chi si occupa di me ..."

Per un attimo ho paura.

giovedì, ottobre 04, 2007

Instabile.



E mi ritrovo ancora instabile, nei sentimenti, nella quotidianità e in quelle cose che tutt'ora paiono essere grossi pilastri sui quali ho basato la mia esistenza. Ogni tanto mi trovo a traballare su piccole cose che sempre più minano la mia stoica stabilità. Piccole cose mi feriscono e continuano ad aprire una ferita che mai si rimargina. Quanto mi piacerebbe un periodo di riposo dalla mia testa. Mi piacerebbe staccarmi da lei e smettere di pensare, di rispondere, di correre, di vivere. Un solo istante. Come quando sei in piascina fra 1000 persone, ed hai il naso a pelo dell'acqua e piano piano ti tieni a galla. Scruti la gente giocare a palla, i bambini urlare, ma nessuno conosce il tuo segreto. E piano piano ti lasci andare, affondi un quell'acqua cristallina e silenziosa. Tutto per un minuto scompare, i tuoi pensieri, le tue paure, i suoni, gli impegni. I tuoi lunghi capelli scorrono sinuosi come seta al vento e ti seguono nei movimenti sempre più lenti, sempre più sordi. E ti lasci andare, vorresti non riemergere mai. Dolente, riprendi consapevolezza del tuo essere e spingi più su, verso la superficie, il tuo corpo rilassato. i tuoi occhi fissano ancora le profondità abissali della vasca, quell'agognato silenzio. L'innaturale consapevolezza dell'esistenza che si accende quando tutto intorno a te si ferma, si azzittisce, solo per un attimo. Riemergi e con uno scrollone togli via anche l'ultima goccia d'acqua che imperla la tua fronte. Ti senti rinascere come se veramente quel gestesto avesse catalizzato estrema energia.
Ancora oggi ritorno alla memoria di bambina, quando ero ore e ore sott'acqua, avrei voluto non riemergere mai. Mi sentivo libera e sola, senza problemi ne pensieri.
Ad un tratto riaprendo gli occhi vedo il mio bimbo che da solo si è girato sul letto e punta i gomiti per regersi. Traballa un pò e cade su un fianco. Sorrido, tendo una mano e lo aiuto a reggersi ancora, a riprovare. Scorgo sui suoi occhi una luce di vita, di coraggio e lo guardo tenersi appoggiato, traballante, ma contento come se stesse vincendo una sfida.
La vita stessa è una sfida. Porgo di nuovo la mano al mio amore: "Anche io a volte ho bisogno che qualcuno mi tenda la mano". Lui mi guarda e sorride. Sono sicura che non mi lascerà mai sola.