giovedì, ottobre 04, 2007

Instabile.



E mi ritrovo ancora instabile, nei sentimenti, nella quotidianità e in quelle cose che tutt'ora paiono essere grossi pilastri sui quali ho basato la mia esistenza. Ogni tanto mi trovo a traballare su piccole cose che sempre più minano la mia stoica stabilità. Piccole cose mi feriscono e continuano ad aprire una ferita che mai si rimargina. Quanto mi piacerebbe un periodo di riposo dalla mia testa. Mi piacerebbe staccarmi da lei e smettere di pensare, di rispondere, di correre, di vivere. Un solo istante. Come quando sei in piascina fra 1000 persone, ed hai il naso a pelo dell'acqua e piano piano ti tieni a galla. Scruti la gente giocare a palla, i bambini urlare, ma nessuno conosce il tuo segreto. E piano piano ti lasci andare, affondi un quell'acqua cristallina e silenziosa. Tutto per un minuto scompare, i tuoi pensieri, le tue paure, i suoni, gli impegni. I tuoi lunghi capelli scorrono sinuosi come seta al vento e ti seguono nei movimenti sempre più lenti, sempre più sordi. E ti lasci andare, vorresti non riemergere mai. Dolente, riprendi consapevolezza del tuo essere e spingi più su, verso la superficie, il tuo corpo rilassato. i tuoi occhi fissano ancora le profondità abissali della vasca, quell'agognato silenzio. L'innaturale consapevolezza dell'esistenza che si accende quando tutto intorno a te si ferma, si azzittisce, solo per un attimo. Riemergi e con uno scrollone togli via anche l'ultima goccia d'acqua che imperla la tua fronte. Ti senti rinascere come se veramente quel gestesto avesse catalizzato estrema energia.
Ancora oggi ritorno alla memoria di bambina, quando ero ore e ore sott'acqua, avrei voluto non riemergere mai. Mi sentivo libera e sola, senza problemi ne pensieri.
Ad un tratto riaprendo gli occhi vedo il mio bimbo che da solo si è girato sul letto e punta i gomiti per regersi. Traballa un pò e cade su un fianco. Sorrido, tendo una mano e lo aiuto a reggersi ancora, a riprovare. Scorgo sui suoi occhi una luce di vita, di coraggio e lo guardo tenersi appoggiato, traballante, ma contento come se stesse vincendo una sfida.
La vita stessa è una sfida. Porgo di nuovo la mano al mio amore: "Anche io a volte ho bisogno che qualcuno mi tenda la mano". Lui mi guarda e sorride. Sono sicura che non mi lascerà mai sola.

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