giovedì, aprile 28, 2011

Per Aspera ma non Ad Astra.

- Foto De "Il Santo al Contrario" -

Siamo Animali Diversi,
gli stessi Eventi causano in Noi
Sensazioni Completamente Differenti.

Come un Esperto Francescano,
tu Scrivi perfette Miniature delle tue Emozioni,
Gestendo Causa e Conseguenza con Semplicità.

Io mi ritrovo a Vagare nella Notte
senza Meta per queste Colline
che accolgono le Parole che nessuno Ascolta.

E' tornata la mia Insonnia e non mi da Tregua,
un tempo avrei fatto fuori un pacchetto di Sigarette
e due bottiglie di Birra. Svenendo.

Questa sera mi sono seduta sulla Terra Bagnata
con i Piedi accanto al Sedere e i Pugni nelle Tempie.
Guardando la Vallata Accendersi di Mille Luci.

E tu eri fra queste, Ridente fra le Persone
che stanno Costellando la Nostra Vita
Apparentemente così Vicina.

Mi sono Sentita Così Lontana
fin quando, a Cinque Minuti a Mezza Notte,
ho sentito le tue Mani sulla mia Schiena.

Ho così Chiuso gli Occhi e t'ho Ascoltato.
I Pugni si sono sciolti in Carezze
e sono corse Dolcemente lungo il mio Viso.

Finché non ti sei Addormentato Serenamente
e il mio Sguardo è tornato a Controllare
le Luci della Centrale Elettrica.

Avanti mi sono Passati questi Ultimi Mesi,
tutto ciò che vorrei Urlare ma mantengo Dentro,
piccole gocce che lascio Cadere sulla tua Pelle.

Vedo il tuo Mutare Repentino, Istintivo.
E mi Chiedo quanto questo faccia parte di te,
obbligandoti ad affrontare situazioni che volutamente eviti.

E Mentre le Affronti,
mi rendo conto che non sono per Noi,
ma per Te.

E tutto questo Sapere Oltre mi Logora,
non sono mai riuscita a Vivere un'Esistenza Serena.
E tutt'ora non riesco a Farlo.

Piove Sopra la Mia Pelle Stanca,
Gela la Carne che Nessun Uomo Sfiora.
I Pensieri Dilaniano Violentemente lo Spirito.

Ed è già Mattino Amore Mio
e ho Sentito i tuoi Occhi Aprirsi alla Luce
e ho Stirato le Braccia Contro il Vento Freddo.

Così mi Sono rimessa in Macchina
con la Musica a tutto Volume per Distogliere i Pensieri
per Urlare a Squarcia Gola senza potermi Sentire.

Ma tutto questo non Porta a Nulla Amore.
E mi Sento Così Lontana da tutto ciò che Vorrei.
E che Infinitamente, non è.

mercoledì, aprile 27, 2011

Raccontare non So

C'è Qualcosa di Me,
che Raccontare non So.

Sogni Abortiti di una Notte ...

Che Spinge al Limite della Follia,
ogni Consapevole Gesto Mio.

... La Confusione di un Solo Attimo

Ricordo le Emozioni come Fossero quelle di Ieri,
Il Cuore Battere al Ritmo della Musica.

Il Sottile Filo Fra la Vita e la Morte ...

Il Dolore che si Mischiava
all'Odore acre della Vita che Svaniva.

... La Realizzazione Inaspettata

Non c'era nulla di Più Importante
con la quale io Volessi Giocare.

Capire che Poi non è così Male ...

Agli Altri non importava di Me,
perché sarebbe dovuto interessare a Me?

... Stupide Spiegazioni

Cosa si prova Infine quando senti la Vita Uscire
e le tue Mani Intorpidirsi Lentamente?

L'Ultimo Silenzio di chi Ascolta ...

Quale Immensa Emozione nel Comprendere
che Ognuno ha il Potere su Se Stesso di Morire?

... Il Senso di Dio

Così Apprezzai la Vita.
Buttata a Terra come l'ultimo degli Stracci.

E Guardarla è Difficile ...

Perché Lei può Ricostituirsi, Rigenerarsi.
Mentre il mio Spirito Marciva, inesorabilmente.

... L'Eterna Battaglia

Un Copioso Veleno scorreva nella mie Vene
e ne avevo Tinto le Braccia, il Seno, le Cosce.

Illudimi di Saper Comprendere ...

Con le Mani lo Spalmavo addosso, guardandolo.
Come qualcosa di Così Semplice era Immensamente Prezioso.

... Ferma quel Treno che Passa

Erano Forse le Piccole cose che Sottovalutate
Distruggevano a Domino la Vita delle Persone?

Pensa ...

Erano le Piccole cose che Insieme facevano le Grandi
e davano la Possibilità di Realizzare i Sogni?

... Puoi continuare a Sognare

Estrassi l'Ultimo degli Aghi dalla Carne.
Luccicante Brillava sotto il Tremore delle Mani.

Burro sulla Pelle ...

Non ne Vale la Pena, perché Nessuno Potrà Capire.
Da Aspera ad Astra, per trovare il Senso della Vita.

... Indefinite Strade

E tutti Noi lo Abbiamo Fra le Mani,
nelle Vene, nell'Energia del Pensiero, nelle Azioni.

Consapevolezza ...

Ed Esiste un Momento in Cui tutto Va a Posto.
Dove Finalmente Razionalizziamo l'Errore Sublime.

... Spesso è Troppo Tardi

Deponiamo così le Armi che abbiamo Puntato
contro il Nostro Petto Ansimante.

... Sono io il Boia di me Stesso ...

martedì, aprile 26, 2011

Medallion

Sono l'Evanescente Fumo di Candela.
Emozione Sciolta negli Stati d'Animo dei Momenti.
Leggiadro Volo di una Foglia,
Sottile Vento sotto gli Stipiti delle Porte.
Profumato Gelsomino d'Estate.

Sei Terra Argillosa sotto i Piedi,
l'Acqua Gelida e Chiara di una Fonte Estremamente Pura.
Il Sole che al Mattino Ricorda l'Esistenza.
Il Temporale d'Estate che fa Respirare la Vita.

Siamo Due Medaglie Opposte dello Stesso Universo.

E T'Amo, pur Non potendoti Toccare.

Per Te, Amore Mio.

Per te amore mio
Sono andato al mercato degli uccelli
e ho comprato Uccelli.

Per te amor mio
Sono andato al mercato dei fiori
e ho comprato Fiori.

Per te amor mio
Sono andato al mercato di ferraglia
e ho comprato catene pesanti Catene.

Per te amor mio
poi sono andato al mercato degli Schiavi
e t'ho cercata ma non ti ho trovata Amore Mio.

- Jacques Prevért -

Whore

Ho Fame della Pelle Sudata
e delle Mani che scorrono nei Gemiti Inghiottiti.

Inebriata tanto da non comprendere
né Luogo né Tempo, da spezzare ogni Realtà.

Sentire le Unghie nella Schiena
mentre Batti la Voglia addosso alla Carne Bianca.

Baci da Togliere il Fiato per far Tacere
le Mille Urla del Piacere che Vibra dentro.

Bambola fra le Dita Intraprendenti
che sanno Esattamente cosa Vogliono e cosa Dare.

La Testa fra le Gambe
e le Mani che Premono fra i Capelli e ti Supplicano di Continuare.

Per poi Essere nuovamente Uniti in una sola Carne
e Vederti Guardarmi Negli Occhi nell'Ultimo Istante.

Mentre con le Mani ti Aggrappi alle Sensazioni
e io Stringo con le Gambe Ogni Ardore Crescente.

Ho Fame di tutto Questo.
Di un Cibo per gli Dei, visto che tu Sei un Angelo.

E Muoio fra le Fiamme del Mio Inferno Pregando
che chi Sfiori la Mia Pelle abbia Solo e Sempre i Tuoi Occhi.

O un Giorno Potrei non Poter Più Fissare il tuo Sguardo,
abbassandolo, come una Puttana nel Momento del Pagamento
di un Qualcosa che Desidera più della Consapevolezza
di Uccidere tutto ciò per cui ha Stravolto la sua Vita.

... Void ...

Le Tue Mani Avevano Portato Via Tutto Questo,
il Peso di un Dolore che Soffocava la Vita.
Le Dita spezzavano Facilmente i Rami Secchi
delle Mie Sensazioni perse nel Tempo.
Guardavo i tuoi Occhi così Pieni di Speranza
e la tua Bocca Muoversi in mille Parole di Conforto.

Lungamente le Mie Lacrime hanno Bagnato la Terra
facendo Sbocciare Dolcemente nuove Gemme.
Le stesse che hai Guardato Ridendo per la Prepotenza
con cui erano Nate da Alberi Oramai Avvizziti.
Finché il tuo Essere non s'è Abituato alla mia Presenza,
alla Nuova Primavera, scontata nel Divenire, quasi un Pezzo d'Arredo.

Le Gemme sono nuovamente Morte nel Colore Amaranto
Disegnato sulle mie Braccia e di cui Taci la Vista.
La Passione che all'inizio Ardeva ogni nostro Bacio,
ora si è trasformata in un Fraterno Abbraccio, che lacera la Carne.
La tua Presenza che Sempre metteva in subbuglio il mio Stomaco,
ora è un Alito di Vento Tiepido sulla Pelle.

Scorre il Tempo verso quella direzione che non vedo mia,
tento Sinceramente di farti Comprendere i miei Ragionamenti.
D'un tratto mi appare tutto Inutile, così Scontato.
E per quanto possiamo Amarci, non siamo l'uno il Cardine dell'Altra,
cerchi di Incastrarmi nel tuo Tempo e non mi Permetti di Viverti.
Respiro a Malapena il Senso di questo Sentimento.

Svuotata Completamente del Mio Senso D'Amore,
Ferita nella Dannazione d'Esser Donna e di non poterlo Dimostrare,
Scardinata nelle Aspettative che Nutro in Seno Senza Accorgermene,
Scoraggiata dal Tempo che Muta le Tessere di questo Puzzle,
Imbocco nuovamente una Strada che non m'Appartiene.
Muoio Lentamente fra le Tue Braccia.

Mentre mi Ripeti Sorridendo Dolcemente: "Io ci sarò Sempre ..."


venerdì, aprile 22, 2011

... Rimando Tutto a Domani ...

Dormivate e vi guardavo Sognare.
Non sono riuscita a prendere Sonno
persa tutta la Notte a Pensare.

Ai passi che dovrò fare,
a quello che stanno Costando a Voi
il Voler avere Io una Vita Libera.

E tu Piccolo Principe,
che hai Perso il Sorriso per Causa Mia
e che ora Senti l'Abbandono come Tua Colpa.

Come se la tua Mamma se ne fosse Andata
perché non sei Riuscito ad Amarla
come lei Desiderava. Ti sei Macchiato di tutto.

E Passi attimi con il Dito in Bocca
con lo Sguardo perso in non so Quale
dei tuoi Mille Pensieri che taci Dolcemente.

Tu, Grande Stella del Mattino
che con la tua Gioia riempi la Mia Casa,
cerchi sempre la Clemenza nelle Parole.

Spesso sei tu a Consolare me
e dirmi che va tutto Bene, di non Preoccuparmi
e che ti Stai Occupando tu di Papà.

E sei cresciuta così Velocemente
e ricordi me nei momenti Peggiori
dove ho dovuto tirare Fuori Tutta la mia Audacia.

... Per Sopravvivere ...

Così non ho Preso Sonno
guardando i Vostri Occhi Chiusi e Tranquilli
e le mie Tasche vuote dei vostri Sogni.

Sogni di Bambini, di Cioccolato e Caramelle
che difficilmente potrò Comprarvi e Regalare.
Potrò solo Abbracciarvi, Disperatamente.

Cercare col Mio Calore e col Cuore
di farvi Capire quanto vi Amo,
anche se a Volte so che non Basta.

E Vorrei vendere l'Anima,
per Donarvi la Realizzazione dei Vostri Desideri.
Se ne avessi una che valesse Tanto.

Così è arrivata l'Alba ancora fra le Persiane
e vi ho Baciato Serenamente gli Occhi
e mi avete Donato un Nuovo Sorriso.

E quel Gesto lo Porto ancora nel Cuore
ed è ciò che mi Spinge ad avere tutta questa Forza
tutta questa Speranza.

Perchè voi Amate incondizionatamente
e riuscite, senza capire a volte,
a tollerare qualsiasi mia Scelta.

E col Sorriso mi Accompagnate
in Ogni mio Giorno.
E anche se Siamo Lontani, ci siete.

giovedì, aprile 21, 2011

Isolarmi

... Isolarmi ...

Un Nuovo Demone,
quasi una Malattia lentamente Degenerativa.

Dolcemente vagare Scalza
nel Mezzo delle mie Emozioni e delle Paure.

Nel Lago gettare infine il tuo Ricordo
Dimenticare in un attimo ogni Timore.

Vedere attraverso la Luna
il Selciato fresco di Muschio e delle mie Lacrime.

... Isolarmi ...

Abbandonare la Mondanità
per una Notte nel mio Bosco, lontano da tutti.

Comprendere ciò che è Dentro
è Vero e che non riesco a Parlarmi a Viso Aperto.

Giocare per Mano
con tutti i miei Demoni, in una sola Volta.

Capire di Essere più Debole
e Abbassare la Testa invece di Lottare.

... Isolarmi ...

Per Abituare il mio Corpo
alla Tua Assenza, alle Tue Mancanze.

Per non Voler Provare nell'Anima
ancora la Lama di un Doloroso Rifiuto.

Camminare da Sola Esorcizzando
tutto ciò che mi Appartiene e che tento di Scordare.

Lasciare su Ogni Pietra
le Tue Parole e i Tuoi Sorrisi, sperando che vengano Ritrovati.

... Isolarmi ...

Comprendere ancora una Volta
di Aver Annullato parte delle mie Sensazioni.

Lo Scrosciare dell'Acqua sulla Pelle
ritornare a Trovare le Cose Belle e Semplici della Vita.

Non dover Pensare per Creare e Mantenere
ma lasciarsi Sconvolgere da ciò che Esiste.

Abbandonarsi a tutto quello
che Non può fare Male, perché Natura.

... Isolarmi ...

Tentando di Ritrovare Me Stessa
Fra Profumi, Rumori e Sensazioni.

Perdersi Ancora di Più
in tutto quello che non si Ricorda Essere.

Confondere la propria Carne
con la Corteccia degli Alberi.

Scambiare le Proprie Lacrime
per Rugiada del Mattino.

... Isolarmi ...

E Cancellare tutto Per una Notte.
Come Se Nulla Fosse Stato.
Veramente.

Apart

Ma la Sensazione di Essere Messi da Parte era Diversa.
Non altrettanto Lacerante, e tuttavia Umiliante.
Mentre chi si sente Abbandonato
parla Ininterrottamente del Proprio Destino,
chi viene Messo da Parte
preferisce tacerlo per Vergogna.

mercoledì, aprile 20, 2011

Un Cesto di Vimini

Nella frazione di un momento, mi ritrovo là,
il Vento caldo dell'Estate a sforarmi il Volto,
il Cuscino Bianco ad avvolgere la mia Pelle.

Mille Cicale dormivano fra le Piante
che adornavano la Veranda dove mi rifuggiavo,
forte della Speranza che nessuno potesse Cacciarmi.

In Lacrime piegavo il ginocchio per entrare nella Cesta
che mi avrebbe accolto per tutta la Notte.
Singhiozzando, ingoiavo i miei Ricordi, sparendoli nel Buio.

Tremanti gli Occhi si perdevano oltre gli Alberi,
cercavano invano qualcosa che li rassicurasse.
Il Cuore lentamente Leniva la sua folle Corsa.

E tutto ciò non avrebbe mai risolto i miei Problemi,
ma solamente protetto il mio Corpo da altro Dolore.
Nessuno però sapeva Curare la mia Mente.

Dolcemente mi abbandonavo a quella Sicurezza
che raramente riuscivo a percepire Altrove.
Un Luogo sicuro dove poter Stare, essere me Stessa.

Ora è passato molto tempo.
Sono cresciuta e il Vecchio Cesto di Vimini,
è sempre la.

Ma al Suo Posto ho trovato le tue Braccia.

martedì, aprile 19, 2011

La Grande Luna

Scorrono le Giornate Costellate da mille Errori,
che avrei potuto evitare se fossi stata più Forte,
se avessi capito in Tempo dove era il Dolore
e avessi provato ad Evitarlo invece di Mangiarlo.

"Mi spiace. Il Problema non è tuo. Sei Sana.
Mi rifiuto di Ottemperare alla tua Malsana Richiesta.
Stai di nuovo Danneggiando te Stessa per chi Ami.
Cerca di Amarti Sarah. O Prima o poi ne Morirai."

Mi guardava con i suoi Occhi comprensivi,
gli Stessi che mi hanno Salvato la Vita svariate volte,
gli Stessi che ad Ogni Risveglio, lenivano il Mio Dolore,
Tranquillizzavano la mia Anima, Rassicuravano il mio Essere.

"Non sai quanto io possa comprenderti. Ma da Amico
e per la carica che ricopro, non ti permetterò mai qualcosa
che hai già fatto in passato e che abbiamo visto per Te
essere così Distruttiva, Denigrante e Lesiva."

Ho abbassato così lo Sguardo.
Fissando senza Scopo una piccola Spilla sulla Scrivania.
Scuotendo leggermente la Testa. Piangendo dentro.
Volevo smettesse questo Dolore, questa Corrosione.

"La Soluzione è altrove. E ricorda che, quello che tu Sai
e il comportamento che hai Notato, non è il vero Problema.
E' solo la punta di un Iceberg. Devi andare più a fondo.
Capire cosa ha generato tutto ciò. Solo questo."

Solo questo.

Avevo alzato lo Sguardo. I miei Occhi tremavano nei Suoi.
Mi sentivo così Incapace e Impotente di fronte a quello
che io non potevo affrontare e combattere per un altro.
Inutilmente alla ricerca di una Soluzione. Inesistente.

La Sera, mentre mi abbracciavi le Spalle Dormendo,
fissavo nuovamente la stessa Spilla che avevo Rubato poco prima
e che avevo messo accanto alle Candele, sul Comodino.
Quasi a ricordarmi quello che avrei dovuto Dirti.

Ma non ho fatto altro che portare le ginocchia al Petto
e piangere Sommessamente. Stringendoti le Mani Assonnate.
Ed è la prima volta che non te ne Sei accorto, riposando Serenamente.
E li ho Compreso che l'Incapacità non risiede in Te.

Sto perdendo la Forza di Parlare.
Mi sembra tutto così Inutile e Noioso. Una Nenia fastidiosa.
Non posso nulla che tu Non Desideri.
Non posso nulla che tu Non Voglia.

Così rimango la Grande Luna.
In questo Mio Cielo di Mille Stelle, disegnate sulla tua Pelle.
Completamente Sola e Gelida nelle Notti di Primavera.
Non Vivo neanche di Luce Propria, ma solo di quella Riflessa.

Ma tutti m'Ammirano, per quello che non Sono,
per quello che Ostento e che non c'è Dentro,
per tutti i Buoni Consigli che riesco ad Elargire,
per ogni Sorriso al Momento Giusto.

Ma non Sanno, nella loro infinita Semplicità,
che tutto quello che mi fa Essere così Speciale,
io non posso farlo Per Me.
Rimanendo Completamente Incapace alla Vita.

lunedì, aprile 18, 2011

Odio et Amo

E t'Amo.
Le tue Mani mi sfiorano,
Leziosi Sussulti fra i miei Respiri Interrotti.

E t'Odio.
Nella Solitudine di ogni Abbandono Prolungato
nelle Preghiere urlate alla Luna nella Notte.

E t'Amo.
La tua Bocca si Stende in mille Sorrisi,
gli Occhi si Socchiudono appena stravolgendo la Vita.

E t'Odio.
In Tutte le mie Sensazioni
che sono in Contrasto con le tue Confortanti Parole.

E t'Amo.
Crollando assieme nelle Umide Lenzuola
di tutta la Nostra Disinibizione.

E t'Odio.
Nel tuo fare Sicuro, nella tua Voce Calma,
nel mio Tremare e nell'Ignobile mio Tacere.

E t'Amo.
Per il Vento fra i Capelli nelle Calde Giornate,
per le tue Dita fra le Mie.

E t'Odio.
Per queste Emozioni incontrollate,
per la mia Testa che non riesce a Ragionare.

E t'Amo.
Per ogni Lasciva Licenza che mi concedi,
per fare di me ciò che non avrei mai Immaginato.

E t'Odio.
Per tutte le mie Non Reazioni,
per le mie Parole Soffocate sulle tue Labbra di Fragola.

E t'Amo e t'Odio.
Perché t'Amo come mai ho Amato Nessuno.

domenica, aprile 17, 2011

Amandoti

Sfioro il tuo Corpo che Vibra come uno Strumento,
sotto il Tocco lezioso delle mie Mani.

Sfuggo ai tuoi Occhi dal Color della Terra,
completamente in balia delle mie Sensazioni.

Entro con le Dita nella tua Carne Ancestrale,
adornata da milioni di Note disposte in mille Pentagramma.

Tocco con le mie Labbra le tue Vibrazioni,
lambendo i limiti della tua Eccitazione.

Senza sosta, assaggio ogni tua Emozione,
innamorandomi della tua Bocca socchiusa e sospirante.

Come Corde di Violino, si tendono i Muscoli del Collo,
sotto gli Spasmi dei tuoi Brividi.

Inizia così il Danzare delle tue Mani in gesti Inconsapevoli,
come a suonare Silenziose Melodie d'Erotismo.

La mia Lingua batte sull'Ancia del tuo Strumento,
facendoti sobbalzare ad Ogni Nota.

Le tue Dita continuano a Vibrare nell'Aria,
componendo cerchi di Sensazioni nella Stanza.

Il Respiro ritma le Sinfonie del Nostro Amore,
Profani Cori al Cospetto del Mondo.

Tirandomi a te, affondi le Mani nei miei Capelli,
nell'ultimo Sforzo delle Battute del Pentagramma.

Si mischia all'Aria un Delizioso Silenzio Finale,
tratteniamo in Fiato Entrambi per qualche Momento.

Alla fine del Nostro Concerto, Lasci andare te Stesso,
Libero di Inondarmi di ogni Sensazione e della tua Adrenalina.

Scorro con le Guance sulla tua Pelle Madida,
fino a ritrovare le tue Labbra sfinite.

M'abbandono al Nulla e al Tutto.
In un Unico Momento.

Solo così sono capace d'Amarti.

Baby Go Home

giovedì, aprile 14, 2011

Timori

Mi Nascondo all'interno delle mie Paure
con la consapevolezza di doverle Combattere.
Provo a mitigarmi dietro alle loro Ombre,
cerco silenziosamente di trovane il punto Debole.

Invano.

Vago tre le Tombe dei miei Ricordi,
evocando Sensazioni e Momenti che mai
torneranno ad accarezzare la mia Pelle.
Ma questo non è Stillicidio.

Sopravvivenza.

Perché la Realtà degli Eventi che mi vengono
con un Sorriso propinati per il mio Futuro,
Angoscia, con Immenso Terrore, il mio Pensiero.
Gelata giaccio in un Angolo.

Sorprendentemente.

Cerco di farmi Spazio anche fra i Tuoi Timori,
costringerti a superarli, Cancellando con Disinvoltura,
ogni Omissione che hai deciso non essere Rilevante
per la Stabilità di un Rapporto.

Incomprensione.

Immancabilmente mi ritrovo ad attendere Risposte
che tarderanno ad arrivare, portandomi a prendere
altri tipi di Decisioni che Lederanno come Acqua di Mare
questo Meraviglioso Castello di Sabbia.

Disgregazione.

Ma la Vita non è altro che la Costruzione di ciò
che si ritiene importante per sé stessi,
lo Stand By di Eventi che non sappiamo come Gestire,
la Distruzione di Ipotesi che non intendiamo Comprendere.

Solitudine.

E tutto ciò è estremamente Egocentrico,
come se la Nostra Vita fosse basata solamente su Noi.
O non ho di nuovo Compreso il Senso dell'Esistenza.
O sto commettendo l'Ennesimo Sbaglio.

Dubbi.

Portata dal Cuore, non riesco a vedere nulla
che possa Essere così Complicato come lo Immaginiamo.
Ma il Vento Gelido riesce ancora a fermarmi,
costringendomi a portare le Braccia al Volto.

Immobile.

Mi accuccio a Terra, sperando in un Riparo.
Trovo solo un Vecchio Ombrello che non intendo prendere,
quasi a non volermi appoggiare che a me stessa.
Con la Consapevolezza che non ce la Farò.

Dolore.

Ma non per questo Desisto.
Voglio ancora Combattere, giorno dopo giorno,
l'inclemenza di questa mia Vita
che per Ogni Gioia, porta Innumerevoli Lame.

Tum Tum.

Il Cuore batte ancora.
E forse è questa l'unica cosa che veramente conta
a Dispetto delle Sensazioni, a Dispetto dei Silenzi,
a Dispetto di ciò che prima era sicuramente Morte.

Ma che ora non so se sia Vita.

martedì, aprile 12, 2011

Camminerò

E ti seguirei finché il Sole non Muore
dietro le Colline delle mie Sensazioni
dove si muovono le tue Mani Bramose
di tutto ciò a cui hai scelto di Abbandonarti.

Bacio dopo Bacio, costruiamo il nostro Mondo,
fatto di Emozioni e di Sguardi, di Musica e Parole.
Ridendo ci lasciamo inondare dalla Vita.
Così, Semplicemente. Per una Volta.

Scorrono le Ore sulla nostra Pelle
che Vibra al sapore dei Rapporti e degli Scambi
a cui non sappiamo Esimerci per Carattere.
Arginiamo i nostri Esseri, esaltando le altrui Follie.

In uno Sguardo ci rendiamo conto che tutto questo
era ciò che desideravamo da Tempo.
Che possiamo essere noi Stessi ed essere Amati.
Sbatti il Mondo fuori, abbracciandomi Ancora!!!

Ed è così difficile staccare le nostre Labbra,
così continuiamo a Ridere e a Stringerci le Mani.
E finché tutto questo ci sarà, io ti Seguirò.
Ovunque tu vada, perché insieme Camminiamo.

lunedì, aprile 11, 2011

612 gr sul Cuore

Gocce Ghiacciate cadono,
dove prima l'Ardore le avrebbe Sciolte.

Una ad una si trovano Vicine,
ma ora tutto è Freddo e le Emozioni non si Scaldano.

Parole taglienti come Lame,
sfiorano i tuoi Occhi Assonnati e i tuoi Pensieri Stanchi.

Viene meno la Lena,
di ripetere Concetti che dovrebbero essere Normalità.

Ingrate Sensazioni Tingono,
dei colori più Notturni, tutto ciò che reputavo Luce.

I tuoi Occhi Lentamente si chiudono,
facendo venir meno la Logicità dei miei Ragionamenti.

Sparisci nella Notte fra mille Carezze,
ma io non riesco a Darmi Pace e a Riposare.

Circumnavigo così ogni mia Sensazione,
cercando di Razionalizzarla, come mi hai insegnato a fare.

Ma Ragione e Cuore non vanno d'accordo
e all'inizio, la prima, non l'avevo neanche ascoltata.

Mi trovo così a Ghiacciare il mio Cuore,
a passarlo sulle Labbra per poterle Lenire.

Lenirle di tutti quei Baci
che volevo mi rivelassero le tue Emozioni.

Lenirle di tutte quelle Parole
che sono state così dure da Pronunciare.

Lenirle di tutti quei Morsi
che nella Notte hanno ricevuto senza Perdono.

Rimango così sul Divano, per l'intera Alba,
a tremare ancora di tutto ciò che ho dentro
e che ora non riesce a Scaldarmi,
mentre prima bastava il tuo Pensiero
per Incendiare il Mondo.