giovedì, marzo 24, 2011

Di Spalle al Santo

Viaggi nella mia Testa
alla velocità sconsiderata
dell'Irriverenza e della Sfacciataggine
che ha sempre caratterizzato il tuo Vivere
e il mio Ascoltarti.

Come un'Onda torni a lambire i miei Piedi
e, mentre chiudo gli Occhi per goderne,
ti sei già ritirato lasciandomi nei Pugni chiusi
i tuoi Capelli ricci al sapore di Mare.

Stravolgi come sempre il mio Equilibrio
con poche Parole contrastanti
che solo noi sappiamo essere infinitamente vere.
Sto ancora Sezionando le tue Parole
come volevi che io facessi con la tua Carne.

Non smetterò mai di essere tormentata
da questo Dolce Tarlo che come una Fenice
ritorna alla Vita ogni qualvolta ci sfiora la Morte.
La stessa Morte che viviamo tutti i giorni,
cambiando abitudini, ma non noi Stessi.

E t'osservo ancora una volta,
nella casa dell'Acchiappasogni,
mentre in piedi, sulla finestra che da sulla Torre,
aprivi le tue Braccia al Cielo come un Cristo,
lasciando i tuoi Capelli muoversi al Vento.

Esisteranno ancora Madonne che passeggeranno
sotto la tua Croce. Ma li non troverai me.
Cercami nelle tue Sensazioni e dimmi ancora una volta
che non sai farti se non sei con me, in tutti i pomeriggi daltonici
sulle spiagge abbandonate dei nostri Pudori.

Ed è tornato a scoppiarci qualcosa dentro,
quello che non sappiamo ancora una volta Domare.
E rimango fra i tasti bianchi e neri aspettando la prossima Nota.
Ma l'Onda s'è già ritratta e non sento il tuo Odore.

Niente può essere come prima,
me lo dissi tempo fa quando ti cercavo in mezzo alla tua Musica,
alle Parole delle tue Emozioni. Ed eri Terribilmente sterile
che non mi feci di te quella sera, per la paura di uscirne pulita.
T'attesi nel Peggiore dei Modi.

E tornando sono nuovamente Devastata
dal Nulla e dal Tutto di quello che Sei
e che non Sei mai stato.
E dalla presenza che è sempre nella mia Anima
e mi porta ancora a camminare sola
nei peggiori vicoli di Palermo.

1 commento:

UIFPW08 ha detto...

Vorrei fosse pioggia forte, più forte da non sentire neppure ciò che squarcia dentro come morire.
Neppure Cristo mi pedona se continuo a non cercarlo perché non ho più santi da pregare ne primavere da amare ho solo sangue e rabbia da fermare. Vestimi di nulla e continuerò ad ascoltarti tra i vicoli della ragione senza santi. Allontanami da questo altare perché non ho più nulla da bestemmiare, mi rimangono ancora tra le mani di te, lacrime come stelle, che nel silenzio ne feci orecchini di perle poi ti ho vista arrivare, delicata, come l'onda del mare ti ho visto passare nascondendo gli occhi senza parlare, ti ho visto gioire, ti ho vista soffrire, patire e morire. Ti ho cercato tra i miei silenzi e mi hai trovato su una croce che non ha più senso