venerdì, marzo 19, 2010

Contemplo la mia carne Bianca allo Specchio.
Troppe volte marchiata a Fuoco da quel Ferro
che non ho desiderato sulla Pelle.

Sento le Voci e le Anime circondarmi.
Rimango ferma a fissare un rivolo di Sangue
che scende dalla mia Bocca.

Non mi interessano le Persone intorno.
Non ho bisogno di loro, delle Attenzioni,
degli Spasimanti, dei Baci rubati.

Possibile che debba soffrire per ciò che non ho.
Ho sempre cercato l'impossibile in ogni respiro
e ora mi è servito su un piatto d'Argento.

Conosco il significato della parola Suicidio.
Mi sto gettando sul tuo Coltello consapevolemente,
mentre Vibra nelle tue Mani, ma questo lo sai.

Tu che Carnefice non vuoi essere, lo sei.
E io continuo a scrivere il Requiem della mia Morte,
lentamente danzando intorno alla tua Sfuggevole figura.

Mi chiedo il significato del mio Essere.
E' proprio di questo che ho bisogno da Te,
il tuo non rimanere il Disparte, il Desiderami, l'Amarmi.

Più di così? Sì. Ho bisogno di Eclatanza.
Sentire il peso dell'altro sul mio Corpo,
l'Odore e la Forza della Passione Penetrarmi.

Ma questo deve anche esserci nelle Condivisioni.
E noi questo non lo abbiamo, ed io,
non posso essere altro senza la Testa.

Rimango quindi a fissarmi nello Specchio.
Il Sangue cola dalle mie Labbra carnose,
mi guardi completamente immobile, il Silenzio c'avvolge.

T'accorgi ora della Mano e del Coltello nel mio Addome.
Ma è troppo tardi e continui a Fissarmi Stringendolo.
Tu mio Specchio, Mio Angelo, Mia Vita e Morte.

1 commento:

Lilith ha detto...

certe immagini (le tue) si possono contemplare solo in silenzio...