Il Veleno Dolcemente entra nel mio Essere.
Non c'è cellula di me che non venga devastata,
irrimediabilmente compromessa.
E lentamente muovo la mia mano,
scrutandola cercando di capire,
chiudo e apro,
guardo e attendo.
Sto cercando di capire ancora gli effetti
di questo Veleno che chiamano Vita.
E' una droga di cui non si può fare a meno,
anche se nel tuo più bel cassetto,
tieni rinchiuso il tuo ultimo Sogno,
il suicidio come ultima speranza
di riabilitazione a tanto Veleno.
E lo copro in un velluto Rosso,
lo ripongo in una scatola Nera Lucida,
lo spingo in un cassetto del mio comodino,
in modo da avere il mio Sogno vicino,
che nel buio più buio possa salvarmi.
E in me questa idea è sempre più viva,
e sempre più presente,
nei miei dolori,
ma anche nelle mie gioie,
come sublimazione della vita,
evento finale di degna traccia,
estrema lode a colori di colei che tanto amai.
E rimango ore a guardare il mio cassetto
con la scatola Nera e il velluto Rosso.
Sento ancora sotto le mani
lo scorrere del legno Nero,
la finezza e l'incanto del Dolce Velluto,
Rosso come il sangue delle mie Vene,
vero come il Sogno che dentro vi ho Riposto.
E ora sorrido, fra me e me,
le giornate sono più lievi.
Ho capito che posso fuggire,
fuggire quando voglio.
Posso aprire quel cassetto
e continuare a Sognare,
il mio ultimo Sogno,
il mio primo Viaggio
in un mondo che forse
non mi rinnegherà come questo.
E in tasca ho un lembo di quel Rosso,
che ora mi fa sorridere.
Lo faccio scorrere fra le dita
quando sento il tormento nel cuore.
Lo sfrego coi polpastrelli
quando tutto si fa Nero.
E' la mia Rossa luce
per un'evidente speranza
di una libertà agognata.
2 commenti:
buon inizio settimana
La vita è morire
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