venerdì, gennaio 22, 2010

Non Potrà Cambiare

Sai G., ti guardo ancora con gli occhi di bambina,
gli stessi che si ricordano la tua ultima immagine.

Rivederti ora e averti a fianco, in ogni giorno della mia vita,
è veramente speciale.

L'abbraccio di un calore fraterno, mi rende viva,
più di qualsiasi altro gesto di chi diceva di amarmi
e che poi è stato causa della mia totale perdizione.

M'hai ascoltata senza giudicarmi,
teso di nuovo la mano e liberata da idee malvagie
che erano state sapientemente tessute fra i miei pensieri.

Hai sollevato la mia voglia di respirare e di sorridere,
mi hai dato l'abilità e le armi per potermi difendere,
allontanando la vera fonte di dolore.

Ora rinata a nuova vita, riesco a gioire dei piccoli eventi
che costellano le mie giornate.

Le cene con i piccoli, le feste di compleanno,
gli scherzi architettati in casa, la musica e il danzare,
l'armonia delle persone e nel mio stesso animo.

Le tue parole rimangono con me,
è vero.

Non ci si può colpevolizzare di tutto
specialmente quando l'errore non è nelle tue mani,
quando le nefandezze e la meschinità delle persone
avvolgono la tua vita, soffocandoti.

C'è sempre un modo per reagire
e io l'ho trovato con te,
in ogni nostro sorriso, in ogni nostra follia,
in ogni nostro progetto, nel camminare assieme.

E di questo sorrido,
scegliendo fermamente di non voltarmi più indietro,
perchè ci sono solo ombre pronte nuovamente a colpire.

Come è nella loro natura che non può cambiare.

3 commenti:

Dekker ha detto...

Le parole rimangono, è vero, ma aggiungerne sarebbe profanare un silenzio privato, pieno di Verità. Sarebbe un'ombra frapposta alla luce.

Anonimo ha detto...

ciao cara Asha,
sono un pò latitante... mi perdonerai ? un caro saluto..

UIFPW08 ha detto...

So che in cima ai tuoi pensieri non trovo i miei, so che distanti sono le parole quando sguardo non pone vittoria, so che nulla potrà cambiare che non abbia un tuo respiro, sono parte degli ultimi che a petto nudo continuano a scrivere la storia contro il tempo, contro la ragione di chi speranza non ha.