venerdì, agosto 28, 2009

Sposto i piedi dolcemente nella mia alcova,
la mente è silenziosa, sta aspettando un mio dolore
per rielaborare e non lasciarmi la notte.

Mi tengo tranquilla, respiro a fondo.
Dondolo leggermente la testa per rilassarmi,
forse stanotte dormirò, non ho tarli nella mia carne.

Gli occhi come in un lento divenire,
nascondono alla visione questo mondo per aprirne un altro.

[Giacevi sul nostro letto col sorriso di una bambina e l'aquilone,
i tuoi occhi erano chiusi nel mondo che ti consolava,
amavo guardare la tua pelle riflettere alla Luna,
respiravo piano per non svegliare la Creatura che allietava le mie Notti,
eterne Notti in cui non dormivo e tu,
tu mi facevi da quadro, dove poter perdermi in una lunga
sindrome di Stendhal.

Sai, ne avevo tutti i sintomi, capogiri, vertigini, svenimento,
tachicardia. Come se quello che stavo sfiorando con gli occhi
fosse così di sublime bellezza che mai avrei potuto eguagliare,
che mai alcuna avrebbe potuto eguagliare.

E mi perdevo nei tuoi pensieri che ti rasserenavano,
forse non ero neanche io l'oggetto del tuo desiderare notturno,
ma ciò non mi importava.
Eri il mio quadro, ogni volta diverso,
e giacevi scomposta sul letto per farti ammirare.

Il pavimento era gelido sotto i miei piedi nudi,
li guardavo muoversi verso il letto, come se non li comandassi io.
Le mura erano bianche candide e l'aria non aveva odore.

Era l'unico momento, l'unico in tutta la mia vita,
dove mi sentivo me stessa,
accettata e in pace col mondo.
Era la mia forza, la carica per il giorno avanti.]


La luce di questa stanza senza scuri
è veramente intollerabile.
Stropiccio i miei occhi al nuovo giorno,
nel Cuore non c'è quella sensazione di pace,
ha preso il posto l'eterno abbandono
la mancanza che dentro ancora mi scava
fino a che avrà possibilità di farlo.

Rimango a guardare il soffitto,
muovo i piedi nella mia alcova.
Sono ambiati, forse più lunghi e nodosi.
Per terra ora c'è il parquet a scaldare i miei passi,
ci sono muri colorati a rallegrarmi,
esistono profumi di mille incensi.

Ma la pace non ha resistito.

2 commenti:

Squilibrato ha detto...

La pace non ha resistito ed è esplosa, travolgendo tutte le nazioni ed inquinando l'aria.

Anonimo ha detto...

Se trovar pace vuol dire fermarsi, smettere di lottare...preferisco continuare a rincorrerla finché avrò fiato, anche se a volte (sempre) è doloroso, e vorrei fermarmi e smettere di lottare.
Ma chi si ferma, è perduto...

Ti amo, mia Musa Oscura!