venerdì, giugno 13, 2008

Accarezzo il mio Spleen e sussurro al Dolore

Lento giacere fra le tue braccia,
i rintocchi dell'orologio scandiscono la mia salvezza.
Non provo dolore, oramai non provo più nulla.
L'ennesimo possesso di cui non avrò ricordo.
E vuota mi lascio prendere per poi ricadere nell'oblio dei miei pensieri.
Il mio sguardo non ha confini, non sono quì...
sono oltre l'amata morte.

3 commenti:

Sybille Vane ha detto...

compplimenti per il blog....veramente!!
ma le foto sono tue?? se fosse cosi......complimenti!!!
molto bello!
ciao

Duca Nero ha detto...

Quando come un coperchio il cielo pesa
grave e basso sull'anima gemente
in preda a lunghi affanni, e quando versa
su noi, dell'orizzonte tutto il giro
abbracciando, una luce nera e triste
più delle notti; e quando si è mutata
la terra in una cella umida, dove
se ne va su pei muri la Speranza
sbattendo la sua timida ala, come
un pipistrello che la testa picchia
su fradici soffitti; e quando imita
la pioggia, nel mostrare le sue striscie
infinite, le sbarre di una vasta
prigione, e quando un popolo silente
di infami ragni tende le sue reti
in fondo ai cervelli nostri, a un tratto
furiosamente scattano campane,
lanciando verso il cielo un urlo atroce
come spiriti erranti, senza patria,
che si mettano a gemere ostinati.
E lunghi funerali lentamente
senza tamburi sfilano né musica
dentro l'anima: vinta, la Speranza
piange, e l'atroce Angoscia sul mio cranio
pianta, despota, il suo vessillo nero.

mandy4ever ha detto...

Anche questo post è stupendo.

ed anche il passaggio di Duca Nero (molto intrigante).