Tu si che sapevi amarti
che al tuo solo godimento osavi lasciarti andare
nella luce degli occhi socchiusi ai tuoi specchi.
E scioglievi le labbra al succo dei tuoi morsi
muovendoti a tratti nel piacere dei fianchi,
evaporando il profumo e il gemito
con la pelle nuda e la bocca sospesa in un sussulto di volo.
E stringevi i seni nei perimetri del cuore
giocando tra le dita le sue perle di carne rosa,
spogliandoti il pudore nella smorfia e nella gola.
E nelle delizie del tuo sesso
godevi la luce, l’ombra e il mistero
il sogno, l’essere e l’infinito,
elevando il respiro oltre le nuvole del tuo paradiso.
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