Non lo abbiamo mai fatto, Manuel.
Incapaci di Godere di un Momento Felice,
invasi dall'inesorabile Spleen di ciò
che dopo diviene e che riporta il Pendolo
nella sua esatta posizione contraria.
Quel senso di Vuoto, l'Inabissarsi,
il non percepire l'attimo oggettivamente,
ma di doverlo Sezionare per forza,
come se fosse esattamente
la nostra Carne.
Vaghiamo lambendo i nostri Ricordi,
tramutandoli nella nostra Mente
in qualcosa di così grande e particolare,
perdendo la loro valenza corrispondente
nel Mondo Reale.
In quei Momenti, a cosa Pensiamo, Manuel?
Sapevamo di vivere quegli Attimi,
che non sarebbero mai tornati e che per noi
sarebbero divenuti Demoni incredibili
con i quali avremmo sempre fatto i conti?
E non ci si Accontenta neanche della Luna,
e ieri sera sono uscita, ho vagato per le Strade,
ho scalciato Sassi così forte che i miei Ragionamenti
si fermavano un attimo per osservarli.
Ed arrivavano fino a Te, ai tuoi Ricci Mossi dal mare
e ho sfiorato le tue Mani per un attimo,
per poi lasciarle nell'Ombra della Comprensione
che ci ha sempre caratterizzato.
Sulle Spalle avevo l'umidità delle mie Sensazioni
e non ho saputo scaldarmi da Sola
e tornare a Ridere ancora una volta,
così ho ordinato della Tequila.
Bruciando le labbra, è scesa fino allo Stomaco,
con le punta delle Dita ho giocato col Sale
mentre mordevo il Limone, che in Bocca
sembrava così dolce a differenza della Vita.
E lei era ancora La. Mi ha aspettato uscire,
mi ha illuminato per tutto il percorso
fin quando mi sono nascosta nella Macchina
al sound distruttivo della mia Musica.
Ho spinto l'acceleratore fin quando Lei è sparita,
lasciandomi al Buio delle mie Emozioni,
alla Solitudine della Pelle Gelida,
alla Mancanza della Tua Voce fra le mie Lacrime.
Perché non sappiamo accontentarci Manuel?
Perché il nostro desiderio è quello di arrivare in fondo a tutto,
di Dilaniare ogni Evento per cibarcene,
di metabolizzare e vomitare tutto quello che c'è intorno?
Così mi sono seduta sulle scale davanti a Casa,
ho acceso una Sigaretta e il Fumo ha portato verso la Luna
tutte le mie Emozioni Incontrollate.
Il Cemento era così caldo e la mia Pelle così Ghiacciata.
Così credo di essermi addormentata
mentre dentro di me ripetevo la tua litania.
Buoni Sogni
1 commento:
E' alla Luna che ho cantato le mie pene, notte dopo notte.
E' la Luna che ha spiato tutte le mie mosse. A volte con disappunto, altre con un amore materno che m'avvolgeva nel suo bianco ed etereo mantello. Lei non ha perso nulla di me. M'aspetta ancora come da bambina, tutte le notti, e le parlo e sembra che mi risponda, e piango e lei mi sorride, un pò beffarda, e dopo aver spento la sigaretta, chiudo le vetrate, sono serena. Mi porto sul guanciale il suo bacio, da molti anni...forse troppi. Un giorno chissà, potrò sfiorarla con un dito.
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