giovedì, settembre 17, 2009

The Reason

Ero in una cittadina nei pressi di Milano
e stavo aspettando una persona,
anche se il luogo non mi piaceva, mi innervosiva.
Giocavo col mio cellulare per ingannare il tempo.

Tesa al ritmo dei miei passi, camminavo
per quella strada che per terra rifletteva le luci
di quei neon così lontani dalla mia vita.

Sentii una persona alle spalle, così tardi
da essere già contro il muro verde e ruvido del palazzo.
Tirai a me la borsa, c'era dentro tutta la mia vita.

Sentii il suo pugnale premermi in mezzo alle spalle
quando lasciai la presa alle fibbie di cuoio.

Girai il viso e lo riconobbi dal suo profumo
e dagli occhiali neri sugli occhi, occhi come i miei.

Senza parole percepii la sua mano sfiorarmi la gonna.
Strinsi le gambe e nello stesso momenti riuscii ad afferrare il pugnale
con la mano sinistra.

Lasciò cadere la borsa e mi bloccò il polso contro il muro
riprendendosi l'arma e, senza pensarci due volte,
piantandola nella mia spalla.

Trasalii

Ma era ardore, insana carnalità che mi pervadeva.
La sensazione mi invase, confondendosi dentro di me.

Il dolore si era mischiato al piacere
perdendo cognizione della sottile linea di separazione.

Mi girai, lo guardai e lo baciai.

Con la stessa foga di una lotta, mi fece scendere gli scalini
che portavano ad una gelida porta di ferro.
Non feci neanche a tempo a comprendere dove stavo andando,
che ero in ginocchio su un divano accostato al muro
col viso schiacciatovi sopra.

Lo desideravo.

Tolse il coltello dalla mia spalla facendomi urlare
mentre alzandomi la gonna, prendeva il mio piacere.

Piacere limitato da quel pugnale che era fermato con l'impugnatura
sul suo bacino e la punta sui miei glutei.
Una mano lo reggeva in quella posizione,
mentre l'altra cingeva il mio addome accompagnando
veementemente i miei movimenti.

Non sarei mai potuta scendere completamente
per prendere ciò che in quel momento bramavo più della vita.
E sapendolo, lui rideva.

E il mio ritmo aumentava,
nello stomaco cresceva quella fame che ben conosco
e che mi fa star male, fino a morirne,
comprensiva dell'inquietudine di non poter placare nulla di ciò,
senza pagarne il prezzo.

Mi strinse a sè non facendomi respirare,
aprii la bocca in un ultimo gesto.
La riempì della sua saliva.

Trascorse così un eterno attimo di follia.

Chiusi gli occhi e affondai il mio corpo completamente
nel calore che bramavo e nel dolore di rimando.

Trasalii

Questa a volta aprii gli occhi e saltai sul mio letto svegliandomi,
provando il piacere più immenso che abbia mai ascoltato.

Esanime ho preso il cellulare per leggere che ore fossero.

Un tuo Sms.

5 commenti:

UIFPW08 ha detto...

Tempero con il pollice una gomma per matita che annienta, l'impasienza, desto l'attenzione a te per sogni che non vorrei avere, per fernmare il tempo e ricominciare.

Anonimo ha detto...

Sono senza parole.
E senza fiato...

Ormoled ha detto...

Cavoli, splendida!




io solo sogni del cazzo.
ciao

Silvia... ha detto...

... è così intenso, pieno e soavemente brutale da impastarmi di inquietudine e piacere, temendo l'una e l'altra ... sul bordo della linea ... mi schiaccia più l'offesa che la risposta, la vita a volte ha la pretesa di difendersi oltraggiando la ragione, e della propria fa castelli in aria

Duca Nero ha detto...

Sento il suo odore
perchè è sulla mia pelle.
Sento il suo desiderio
perchè è il mio.
Sento la stretta nel suo stomaco
perchè è nel mio.
Affondi pure la lama
io voglio andare fino in fondo.

C'è sempre un prezzo da pagare.
C'è chi valuta le conseguenze di ogni gesto e chi si lascia andare all'istinto, seguendo il desiderio.
Personalmente ho sempre seguito l'istinto, solo una volta non ne ho avuto il coraggio (sai quando) e me ne sono pentito.
Per il resto rifarei tutto ciò che ho fatto, senza pensarci un attimo.