domenica, settembre 20, 2009

Il rovescio della medaglia

Per quanto posso ancora imporre questa maschera?

E' come acqua che lentamente si decanta,
lasciando la tempesta alle spalle.
Al minimo sospirare del vento,
tutto torna a galla per inondare
nuovamente il mio Essere, infangandolo.

Non è possibile cancellare,
spostare, decantare quello che sono.

Ancora più difficile è accettarlo, ovviamente.

E non mi ritrovo in nulla di quello che vorrei
e più cammino e più sono rinchiusa in questa stanza
sbattendo le mani sui muri per uscirne.

Cosa devo fare per essere quello che sono?

Ho bisogno di poter completare la parte peggiore di me
non in un compianto di pena
ma con qualcuno che sappia veramente ciò
che sto provando.

Perché io non voglio uscire da questo
per diventare come tutti voi,
io voglio essere me stessa e neanche troppo condivisa.

Voglio solo trovare quel pezzo del puzzle
che possa incastrarsi e dirmi "Sì" con la testa,
anche senza le parole e che intimamente sappia ciò che è dentro di me.

Non dover spiegare, oltre quello che provo,
perché lo provo e da cosa mi è causato,
ma esporlo per far si che sia metabolizzato.

Trovo un pezzo di me,
piccolissimo, infinidesimale,
nelle persone che ho intorno,
ma questo mi costringe a riversarmi in mille persone
per trovare quella comprensione e la pace che cerco.

Ho incredibilmente bisogno di piangere
di scuotere la testa e di pensare che tutta questa vita
sia solo un incubo dal quale mi potrò svegliare
per tornare nuovamente ad essere me stessa nel reale.

Ma per ora sento solo il sapore del sangue
proveniente dalle labbra che sto mordendo per non singhiozzare
in modo che gli altri non mi sentano.

Stendere di nuovo la mia maschera e il mio sorriso
e continuare a fare tutto quello che mi viene richiesto.

Ma fuggirò, in un modo o nell'altro.

Questa non è vita e io lo so.


5 commenti:

Ormoled ha detto...

Il tuo discorso è importante. È una scelta che non tutti sanno prendere, non completamente almeno. Io cerco di non usare maschere, anzi credo di riuscirci, ma magari non sempre mi mostro del tutto. Leggento anche il post precedente forse è un processo che hai già iniziato a fare, dopotutto si tratta di vivere in un nuovo modo ed è normale trovarsi senza riferimenti. È una crisi, e un amico, su un blog, mi ha detto che " Scritta in cinese la parola crisi è composta di due caratteri. Uno rappresenta il pericolo e l'altro rappresenta l'opportunità".
Ciao.
PS: Hai una poeticità splendida, a volte sono preso dalla musicalità delle parole che devo rileggere due volte per capire bene il significato complessivo. Complimenti.

Unknown ha detto...

molto bello il tuo blog..nel tuo sconcerto e nella tua inquietudine vedo me stesso....

Madame Butterfly ha detto...

Abbandonare la maschera che noi stessi abbiamo costruito per qualche motivo è difficle perché alla fine si arriva a un punto in cui ci si identifica con essa. Ma quando finalmente ci si libera di quella, possiamo riappropriarci di tutti i nostri sentimenti e sensi.

Achab ha detto...

complimenti x il tuo modo di scrivere, poi torno con calma a leggere meglio,buona notte.

Anonimo ha detto...

Fai domande che spesso mi pongo anch'io.

Troverò un po' di pace prima o poi?
Sarò mai davvero felice?
Riuscirò ad essere me stessa?

La pace per me stessa potrei trovarla solo nella tomba.
Quanto al resto, la risposta è NO.
Non in questa vita.
So che non è consolante, so che sembra negativo ma non lo è. Non sono negativa, sono realista, e credo che lo sia anche tu.
Continuo a sperare in un'altra vita, in un'altra realtà.