venerdì, gennaio 30, 2009

Nuova - Mente


E' la mia indole.

Quando accade qualcosa che mi porta inesorabilmente
fra la vita e la morte
inizio a rilfettere e rafforzo le mie convinzioni.

Il toccare un'altra volta questo sottile limite
per poi girarmi e dire che ancora non è ora,
fa di me una donna forte che configura la sua mente
nel modo in cui tu non vorresti.

E divento nuovamente ingestibile, la mia grinta
continua a farti paura perchè non riesci a dosarla,
a calmare tutto quello che dentro di me è vita
e che non è fermarsi ma correre.

E per quanto io ti possa aver trascinato dietro di me,
non hai mai imparato a correre e neanche a camminare
al mio fianco.

Sinceramente, non c'hai mai provato.

E' passato un anno da quando ti ho detto
che volevo correre e tu mi hai promesso di starmi dietro
di comprendermi e io di aiutarti quando non ce la facevi.

Lo hai fatto solo per non rimanere solo e non hai capito
che solo già lo sei perchè ho staccato la mia mano dalla tua
ho preso i bimbi in braccio e sto camminando
senza voltarmi.

8 commenti:

Duca Nero ha detto...

E' difficile volare, è difficile stare dietro ad un Angelo. A volte ci si presenta l'occasione, ma ci manca il coraggio.
E quando ci rendiamo conto che ciò che vola presto si allontana, è troppo tardi per cercare di riprenderlo.

NERO_CATRAME ha detto...

Ingestibile,quante volte mi è stata detta questa parola,quante volte aveva il significato di non plasmabile,non modellabile,quando l'intransigenza degli altri si trasformava nella mia e sfociava in ribellione.Forse anche se assurdo il mio non avere limiti diventa un limite,perchè poi non riesco a mantenere saldo,perchè non mi accontento della staticità.dell'usuale,del sembrare dovuto.E allora mi slego,o comunque decido di dichiarami fuori.Accade che non riesci più a spiegarti,che perdi anche la voglia di farlo,ti ritrovi davanti muri di incomprensione,spesso incapaci di reagire alle tue parole,ai tuoi momenti.Quasi impauriti dalla tua libertà,liberalità e forza che comunque ti sostiene.E scopri quanto dia fastidio il fatto che in ogni caso riesci sempre a farcela da solo,che nulla ti ferma e ti impaurisce.Dapprima c'è un riavvicinamento dell'altra parte,che cerca di soddisfare itoui bisogni,pur di cercare di piacerti,ma qualcosa già si è rotto,sia in te che nella consapevolezza dell'altro che comunque sia tu sei te stesso,e non haii bisogno del suo siuto per esserlo.Quindi non sei ricattabile,quindi sei autonomo,quindi sei ingestibile se non da te stesso.E' per quello che ci stupisce nella non abitudine la parola insieme,il trovare un vero appoggio,anzi una vera linea comune,una compensazione a tutto ciò che si condivide.Non un sto male,ma io sto peggio,ma stai male?bene risolviamo insieme,sono con te,sono vicino,facciamo così.Non basta un poverina,la mia cucciola senza in realtà far altro che commiserare la propia incapacità a vivere l'altra parte.Dopo sorge il problema nel farsi capire quando si decide di staccare.La parte abbandonata si chiude nel suo inerme ma io ti amo,senza voler capire ciò che ascolta o fa finta di sentire.E ri tenta a piacerti,a trovare nei tuoi gusti ciò che ti soddisfa,ma tu sei già lontano e sai che quella è solo una maschera,fatta di tante cose a seconda della situazione.Poi si comincia aferire,sapendo di fare male,per attirare l'attenzione,come se dal dolore potesse nascere amore.Inconsapevoli che bisogna sempre essere in due e ogni gentilezza dell'ingestibile viene interpretata come la mano tesa per un ritorno,non lo è è solo l'aiuto di chi ha cuore a non farti affondare.Ti giri e vedi le ali solcare l'aria lontano da te,la nostalgia si trasforma in malinconia,l'egoismo ti acceca,la disperazione ti divora.

dawoR*** ha detto...

"Non subordinarsi a niente, né a un uomo né a un amore né a un'idea; avere quell'indipendenza distante che consiste nel diffidare della verità e, ammesso che esista, dell'utilità della sua conoscenza. (...) Appartenere: ecco la banalità. Fede, ideale, donna o professione: ecco la prigione e le catene. Essere è essere libero. (...) No: niente legami, neppure con noi stessi! Liberi da noi stessi e dagli altri, contemplativi privi di estasi, pensatori privi di conclusioni, vivremo, liberi da Dio, il piccolo intervallo che le distrazioni dei carnefici concedono alla nostra estasi da cortile."

affinità :) dawoR***

clochard ha detto...

Non è ora.No, non è ora.
Accetta queste mie parole,e so che il vento ti porterà un sussurro lieve, quasi quasi vemgo li e mi faccio offrire una pizza da te, diciamo una margherita e una birra media,la sto sognando.

Anonimo ha detto...

Grazie per il commento al mio post, il dolore ammorbidisce, da lucidità, ed apre la mente sugli errori di valutazione.
..le mie lame si sono ammorbidite,
la mia anima è dolorante ma,
ho capito, ed è con enorme piacere che ti scrivo questo mio grazie.

a presto.

Squilibrato ha detto...

Cara Asha,
sono giorni che provo ad entrare nel tuo blog senza riuscirci e non capisco il perchè. Resta lo sfondo nero. Ok che lo sfondo nero mi piace, ma qua si tratta proprio di non riuscire a leggere nulla.

E' molto forte quello che hai scritto in questo post. Lascia ad intendere, ad ogni modo.

Ti ringrazio per il commento ultimo che hai lasciato da me, l'ho apprezzato moltissimo, mi fa piacere che tu lo abbia compreso.

NERO_CATRAME ha detto...

@dawor
sono concorde con te sull'insubordinazione,ma esiste la parola insieme e non è un'utopia ,l'utopia è non amnettere di averne bisogno

Anonimo ha detto...

Io invece sono fin troppo "gestibile"...:(