Tutto è iniziato da piccola.
Non riuscivo a calmare la mia rabbia
e stavo stretta son le mani alle gambe nude
seduta sul muretto dietro casa.
Dentro un fuoco, un bollore, i dentri digrignati,
le lacrime che non scendevano e il cuore
urlante di fare qualcosa, perchè tutto smettesse.
In mano avevo un pezzetto di ferro che avevo usato
contro un melo per tranciare dei rami al mio passare,
funesta come la grandine,
portandomi dietro tutto quello che potevo.
Battevo su questo sul muro insistentemente,
tac tac tac tac tac tac
ed era lo stesso ritmo che era nella mia mente
che non pensava più ma pulsava
al tac tac tac tac tac.
Il vento negli occhi, improvvisamente trasporta il fumo
della mia sigaretta dalla bocca al viso.
Mi acceca.
Strizzo gli occhi.
tac tac tac ... taac
Rosso il sangue usciva dal polso,
mi ero ferita, meravigliosamente ferita.
E il mio cuore aveva perso un battito
e il mio respiro si era fermato.
La mia testa era libera e mi guardava allibita.
Tac ... tac ... tac tac tac
sgorgava caldo, rigava la mia pelle di luna
sollevava il mio dolore e lo ampificava
per sentirne le sfumature, i battiti, il perchè.
Tac e accennavo un sorriso isterico,
perchè la mia rabbia si placava,
lentamente si sopiva, lentamente annebiava.
Tac e i problemi non c'erano più,
era tutto superabile e aveva il sapore della sfida
che potevo vincere perchè ero più forte.
Tac
Finalmente libera.
Finalmente sola.
Finalmente serena.
Equilibrio nell'irrazionale situazione di dissociazione.
Tac
E da allora, ora è piacere.
8 commenti:
Rabbia... furiosa, dolorosa, implacabile.
Quante volte ho cercato di bloccarla, ma era più forte di me, esplosione liberatoria che non come grandine, ma come tempesta spazzava tutto quanto avessi vicino.
E ha spazzato via quello che più al mondo amavo.
Vivo con la mia rabbia, tento di spegnere la testa e i pensieri con qualsiasi mezzo, ma tutto si placa, tutto si annulla, fuorchè lei... maledetta!
Ma ora ho capito...
Come al solito tu ci sei arrivata prima di me.
La bottiglia non va bevuta, va spezzata...
E il vetro tagliente usato non per contenere ma per far sgorgare...
Poi basta chiudere gli occhi e attendere...
Finalmente la pace...
Le tue mani hanno sempre occhi per tccare e labbra da bere..tu non ti fermi mai.
Tutto è iniziato da piccolo,
la rabbia mi dominava e io prendevo forza da lei.
Occhi stretti,denti digrignanti,le lacrime che scendevano ma bruciavano e la forza di fare.
le mani che si muovevano il corpo che tramutava la rabbia in agire e mai l'ho placata.
e tutto si spostava al mio passaggio,e cercavo il dolore per calmarla.
Solo quellao riusciva lentamente a liberarmi e a riportarmi la pace.
Ed ora che quasi la domino,continua forte a ritornare,ed allora cerco ancora il dolore,prima che quello cerchi qualcuno su cui sfogarsi.
E sono tagli,assurde sfide al io contro di me,e nulla temo,e nullas faccio per fermarmi.
E dopo tutto lentamente tace,e ciò che dolora in me mi da pace.
purtroppo la mia spontaneità è inarrestabile,ingestibile,impavida,inaglienabile vedi tu come gestirla.
Ma senza puntare il dito la rabbia non si costruisce ne l'effetto che provoca,inutile raccontarsi per quello che non si è.
involucri persi ed inutili... adoro il dolore dell'umanità
:) dawoR***
"Equilibrio nell'irrazionale situazione di dissociazione."
Anche a me tutto è iniziato da piccolo. Scuole elementari o giù di lì. Ho ricordi vivi ancora adesso.
"E da allora, ora è piacere."
leggo, ammirato
non aggiungo altro
firmato: uno che, se solo imparasse a usare la rabbia, si sentirebbe meno peso dentro...
Hm... però... però... c'erano delle buone premesse...
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