martedì, marzo 04, 2008

Adoro quelle piccole emozioni ...

Come non soffermarsi a vecchi ricordi ridendo di quanto si è potuto essere così malsanamente incauti in gesti e opere. Questa notte ho fatto un sogno ... Ero in macchina e facevo l'amore. E Dio quanto mi andava. Nel mio immaginario erotico non c'erano da molto sogni del genere. Erano molto più terreni, reali e razionali. Soldi, impegni, bimbi, lavoro ... Invece, stanotte, l'imprevisto! Ancora sento il suo odore addosso il suo corpo virile accostarsi al mio e desiderarmi. Da quanto tempo non mi sento più così? Mi pare una vita intera! A volte il tempo trascorre a goccie di pioggia, a volte a cascate tempestose, ma siamo sempre noi, nel nostro inconscio, a farlo scorrere. Tutto rientra in un disegno che dobbiamo, nolenti o dolenti, percorrere e con cui, ogni tanto, dobbiamo confrontarci.
Le passioni che erano parte quotidiana della mia vita, tutte quelle piccole cose che mi facevano desiderare l'impossibile e quei pugni allo stomaco che ogni tanto sentivo ... Dove sono? Mi mancano queste sensazioni, potessi averle sempre!
Ogni tanto qualcuna torna, passeggiera, volatile e allora la rincorro per poi perderla di nuovo nell'oblio della vita reale. Si, perchè la vita reale è oblio ... In psicoanalisi l'obio è la perdita dei ricordi dovuta al tempo intercorso fra l’evento accaduto e il ricordo stesso ... Quindi la vita è oblio dato che sogno di continuo. Sono più in contatto con i miei sogni che con la vita reale. E quando è stato possibile fare questo salto? Come è stato possibile vivere nel sogno e nell'oblio della vita? Non lo so, non me lo so spiegare.
Cercare di tornare? E perchè mai? Sto tanto bene nei miei sogni!!! Ognuno cerca di vivere la vita al meglio delle proprie possibilità e se sognare tutti giorni anche ad occhi aperti fa si che io viva allegramente e meglio ... a chi può importare? Non faccio del male a nessuno del resto ... Certo, perdo il contatto con la realtà, con la vita nel vero senso della parola. Mi chiudo in un delirio di solitudine che solo ora capisco essere importante. Ma il mio delirio di solitudine è cambiato, è mutato, come un quadro che prende forma dalle esperte pennellate del suo Maestro. Come il buon Fabbro che forgia accuratamente le sue spade o il Signore che, cavalcando su un bianco destriero, controlla la crescita dei suoi campi.
Il mio delirio di solitudine è cambiato ... ora il mio sognare è sublimato dalla realizzazione della realtà.
Quando si fonderanno sogni e vita e avrò quello che cerco ... mi abbandonerò al destino che da tanto sto provocando ...

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