giovedì, maggio 29, 2008

La mattina al molo

E cammino sul molo alla mattina presto mentre tu sei ancora nel letto. A piedi scalzi, anche se più volte mi hai esortato a non farlo, esco dalla porta di casa e mi avvio verso il molo. Attraverso la nostra veranda dove sono sistemate le dalie che mi piacciono tanto. Sfioro un vaso di magnolie che mi hai fatto trovare l'altra sera in mezzo al tavolo della sala e che ha inebriato tutta la nostra casa, quasi ubriacando i miei sensi. I miei piedi passando dal freddo delle mattonelle al caldo accogliente del legno della veranda. Si accorgono del tempo che scorre ad ogni passo, il legno è cambiato con esso. E' sempre un piacere passeggiare alla mattina presto, l'odore del mare è più forte. Col naso all'insù, continuo a passeggiare scendendo quel pezzetto di scogliera che ci distanzia quel giusto dal mare e ci aumenta la visuale dell'orizzonte. Ogni passo si fa più attento e grave, il freddo della roccia mi conforta, il lieve dolore mi solleva, sono viva ... provo emozioni.
Ascoltando il mare, arrivo al molo e il freddo scivoloso del ferro è come se mi desse un senso di inadeguatezza alla vita, ma posso sopportarlo, l'ho provato spesso. Ecco il mare, il nostro mare, la nostra tranquillità stagliarsi con forza e maestosità all'orizzone. Piccole imbarcazioni solcano il placido orizzone schiudendo una scia chiara e frizzante. Potrei addormentarmi e lasciarmi cullare al suono di questo rumore. Mi volgo indietro, sei finalmente sveglio.
Come una bambina che corre dalla propria mamma, io ritorno sui miei passi, senza ascoltare le mie sensazioni. Solo tu sei nei miei pensieri e nelle mie voglie.
Stai prendendo un caffè, seduto sulla sedia a dondolo nella veranda. Hai gli occhi chiusi e silenzioso attendi. Non rovinerò quest'attimo e ti abbraccerò le spalle, senza parlare. Dischiuderai gli occhi e mi guarderai ringraziandomi di aver ampliato la tua felicità e non avendo disturbato quell'attimo di quiete, ma essendone solo entrata a far parte. So quanto sono importanti i tuoi silenzi e l'assenza di parole e la comprensione delle nostre idee tacite.
Mi siedo fra le tue gambe, abbracciandoti il ginocchio con le mani e poggiando la mia testa sopra ai tuoi jeans. L'odore del mare ci chiude in un grande sogno dal quale non vorremmo mai svegliarci. Il sole del mattino, per nulla fastidioso, scalda la pelle rabbrividita dalla brezza della mattina. Solo un gabbiano curioso cerca di attirare la nostra attenzione con le sue planate. L'abbiamo chiamato Jonathan Livingston, in memoria e reminiscenza dei nostri libri. Meraviglioso poter interpretare la vita anche attraverso gli occhi degli altri e poter cogliere di ogni piccola cosa una superba essenza.
Ti amo, te lo dico guardandoti, anche se hai gli occhi chiusi e puoi solo ascoltare i miei pensieri. Appoggio nuovamente la testa sulle tue gambe, la tua bocca si schiude "Anche io lo sono di te ..." e un bivido è accolto dalla mia pelle. A che serve parlare? La nostra comunione è al di sopra dei nostri corpi. Sorrido dolcemente e chiudo gli occhi.
Mi lascerò cullare ancora dalla brezza della mattina finquando dolcemente, mi raccoglierai nelle tue braccia e baciandomi faremo di nuovo l'amore.

Nessun commento: