venerdì, dicembre 26, 2008

Hell - O


[...] Hello, I'm your mind, giving you someone to talk to.
Don't try to fix me
I'm not broken
Hello, I'm the lie living for you so you can hide
Don't cry [...]

"Ciao, sono la tua mente, ti sto dando qualcuno con cui parlare
Non provare e ripararmi
Non sono rotta
Ciao, io sono la bugia che vive per te così che tu possa nasconderti
Non piangere"

Nel mio corpo si susseguono le sensazioni che la mia mente crea per me. Non sono sogni onirici, ma realtà davanti ai miei occhi, ologrammi di carne e odore, di passione e brama.
[I'm not broken]
E il mio stomaco si lacera nutrendosi dei piaceri che essa mi regala. Come cerco di distogliere il pensiero, tornare alla realtà, il dolore è più forte. E' un infinita musica di sapore che accompagna i miei passi, uno dopo l'altro. Voglio sentire ancora la fame delle tue immagini nella mia testa, voglio ancora vedere le tue parole comparire davanti.
[Don't try to fix me].
La tua mancanza è lacerante. E' un continuo incordare i muscoli per attenuare la tensione.
Cerco di perdere lo sguardo oltre le montagne, e penso. Cerco di dedicarmi ai miei scritti, e immagino. Cerco di poter lavar via sotto la doccia il desidero, e fremo. Cerco Cerco...
[I'm the lie living for you].
Questa è veramente pura follia, non è normalità, sono nuovamente al di fuori dei limiti, li ho varcati questa volta senza pensare, con estrema semplicità... Entrare nella più completa e perversa delle menti, così affine alla mia, così in sintonia, senza pensare le parole, aggiustare il tiro. Ogni parola penetra, ogni momento rimane inciso, ogni lama al suo posto cade.
[so you can hide].
Ora non voglio nascondermi, non ho più bisogno, sei nella mia testa. Molto più dentro di quanto una scheggia possa entrarmi nel palmo della mano e, ad ogni movimento, conficcarsi sempre più a fondo, irrimediabilmente dolorosa. E passo più volte la punta della lingua cercando di sentirla, i miei denti cercano di afferrarla, senza riuscita.
Posso solo decidere di prendere un Athamè e iniziare a divaricare lentamente la ferita, facendo sgorgare ancora sangue ed eccitando i miei sensi, allargando i lembi premendo sempre più forte a fondo, permettendo così ai miei occhi di vederti e desiderarti.
[Don't Cry]
La mia bocca aderisce alla mano, sugge il suo nettarle, la lingua cura le ferite. La scheggia scompare. Non ci sarebbe ulteriore motivo per compiere altre azioni.
Ma riprendo l'Athamè nero e gioco ancora con la fessura, dapprima solo con la sua punta, poi inserendolo inesorabilmente, al battito del mio cuore. Lentamente la lacero verso il basso osservando bramosa i lembi dividersi, allargarsi, il calore rosso inondare la mia mano.

Non smetterò.
Ancora, ancora, ancora.

5 commenti:

Lorenzo ha detto...

ancora...

ALTERATA ha detto...

Bel blog, complimenti.

Molto profondo il modo in cui scrivi.

NERO_CATRAME ha detto...

Is the anybody out of there?

it doesn't mattter!!

Just one is in,

again
again
again

Carmelo M. ha detto...

Mi sembrano parole già vissute..
Complimenti..espresse molto bene tra l'altro..
a presto :)

Duca Nero ha detto...

Estremo...
Ancora una volta posso "sentire" fisicamente quello che descrivi...
Dovrei esserci abituato ormai, e invece ogni volta resto senza fiato...