Lucidamente consapevole, a lutto vesto le mie unghie coprendole della nera notte.
I miei capelli corvini si confondono al vento di questo imbrunire che ghiaccia e mi porta via con sè.
Questo corpino nero che esalta le mie forme è l'unica cosa che mi sorregge avanti per la strada.
Camminando distrattamente con una sigaretta fra le dita, noto l'aria che annoda i miei capelli al seno.
Sorrido distrattamente fra una boccata e l'altra, mentre con una falcata sicura mi avvicino.
I tacchi a spillo scandiscono il tempo passare, gli sguardi della gente cadenzano il mio movimento.
Il palmo della mia mano apre il gelido portone, poche scale bianche, la mia pelle eburnea.
Varco la porta socchiusa, velocemente controllando intorno, so dove andare.
Accanto ad uno specchio attendi il mio profumo, chiudo gli occhi e recito la mia parte.
Lentamente non c'è più nulla che divida il mio corpo dall'aria che mi circonda.
Vivida e reale mi lascio osservare come l'ultima delle Madonne.
Non c'è purezza nel mio sguardo, ma solo il sapore di una sfida che pongo a me stessa.
Lenta danza sulle tue staffe, eterna danza nella mia mente.
Il marmo gelido sulle mie gambe, il tuo sapore acre che inonda la mia bocca.
Delizia per la mia sete di desiderio, ma non disseta ... l'arsura rimane, amara e persistente.
Lentamente percorro il corridoio, ancora col tuo odore addosso.
Con un braccio alla spalla tengo il mio giacchino di pelle, sicura cavalco fino alla porta.
Senza mai girarmi, scendo le scale. Ora non ricordo neanche il colore dei tuoi occhi.
Un'altra sigaretta brucia ora fra le mie dita, mia Amica, mio Conforto.
Con passo sicuro faccio girare le persone a cui ostento il mio essere così deforme dalla realtà.
Salgo nuovamente le scale e l'unico mio desidero è l'acqua.
Purifica e scorre sopra la mia testa, le gambe si piegano nella vasca.
Non c'è calore per quanto questa bruci la mia pelle.
La mente è vuota, candidamente prova a reagire, cercando conforti inutili.
Dio mio, cosa ho fatto ...
I miei capelli corvini si confondono al vento di questo imbrunire che ghiaccia e mi porta via con sè.
Questo corpino nero che esalta le mie forme è l'unica cosa che mi sorregge avanti per la strada.
Camminando distrattamente con una sigaretta fra le dita, noto l'aria che annoda i miei capelli al seno.
Sorrido distrattamente fra una boccata e l'altra, mentre con una falcata sicura mi avvicino.
I tacchi a spillo scandiscono il tempo passare, gli sguardi della gente cadenzano il mio movimento.
Il palmo della mia mano apre il gelido portone, poche scale bianche, la mia pelle eburnea.
Varco la porta socchiusa, velocemente controllando intorno, so dove andare.
Accanto ad uno specchio attendi il mio profumo, chiudo gli occhi e recito la mia parte.
Lentamente non c'è più nulla che divida il mio corpo dall'aria che mi circonda.
Vivida e reale mi lascio osservare come l'ultima delle Madonne.
Non c'è purezza nel mio sguardo, ma solo il sapore di una sfida che pongo a me stessa.
Lenta danza sulle tue staffe, eterna danza nella mia mente.
Il marmo gelido sulle mie gambe, il tuo sapore acre che inonda la mia bocca.
Delizia per la mia sete di desiderio, ma non disseta ... l'arsura rimane, amara e persistente.
Lentamente percorro il corridoio, ancora col tuo odore addosso.
Con un braccio alla spalla tengo il mio giacchino di pelle, sicura cavalco fino alla porta.
Senza mai girarmi, scendo le scale. Ora non ricordo neanche il colore dei tuoi occhi.
Un'altra sigaretta brucia ora fra le mie dita, mia Amica, mio Conforto.
Con passo sicuro faccio girare le persone a cui ostento il mio essere così deforme dalla realtà.
Salgo nuovamente le scale e l'unico mio desidero è l'acqua.
Purifica e scorre sopra la mia testa, le gambe si piegano nella vasca.
Non c'è calore per quanto questa bruci la mia pelle.
La mente è vuota, candidamente prova a reagire, cercando conforti inutili.
Dio mio, cosa ho fatto ...
1 commento:
Dio mio, che cosa hai fatto?
hai recitato la tua parte
non reagire, lasciati invece andare
lasciati scorrere sotto l'acqua
ma non scordare il mio odore
non scordare gli sguardi
non scordare IL MIO sguardo
Madonna della carne
non fermarti mai
la sida continua...
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