Foto gentilmente concessa da Marco Crupi
Sono passati anni, mesi, forse sono solo giorni all'interno della mia testa.
Ricordo ancora i gesti che lambivano le nostre acque alla ricerca di parole. Fra noi non ce ne erano, c'erano solo lunghissimi silenzi. E io ti guardavo scalzare la sabbia appena sotto il fiore dell'acqua con i tuoi piedi di madre perla, tu che di sirena avevi tutto, dallo sguardo ammaliatore e verde mare, ai capelli neri, ricci e indomabili come i flutti più scuri.
Ricordo ancora i gesti che lambivano le nostre acque alla ricerca di parole. Fra noi non ce ne erano, c'erano solo lunghissimi silenzi. E io ti guardavo scalzare la sabbia appena sotto il fiore dell'acqua con i tuoi piedi di madre perla, tu che di sirena avevi tutto, dallo sguardo ammaliatore e verde mare, ai capelli neri, ricci e indomabili come i flutti più scuri.
Mi imbarcavo alla mattina insieme agli altri, a volte neache il buio della notte mi restituiva alle tue braccia. Il mio pensiero era sempre volto alle tue movenze che, anche nelle serate più ghiacciate, sapevano scaldarmi il cuore.
Eri sempre là ad accogliermi al mio ritorno. Scalza correvi lungo i ciottoli ardenti che conducevano al porto, un sorriso illuminava il tuo volto, sciolti i lunghi capelli al vento che sapevano di mare ondeggiavano assieme ai tuoi fianchi.
Tu, il mio mare, Tu, il mio cibo, Tu il mio calore.
Ora che ricordo la mia vita in questo attimo di piacere e volgo il mio sguardo oltre quel mare che tante volte m'ha sfamato, su cui tante volte ho pianto e sono stato consolato dalle onde di madre, ho deciso.
Un uomo sa quando lo stoppino della candela basterà solo per un'altra schiarita. Perchè mentire a se stessi. Come un dolce lampo sei entrata nella mia vita e con un dolce respiro ne sei uscita dalle mie braccia.
Ricordo ancora il Mercoledì in cui tornammo. Non c'erano i tuoi occhi. Saltai dalla mia barca direttamente sui tuoi ciottoli e corsi a ritroso la nostra strada. Ero io che per la prima volta correvo da te. E forse quello volevi farmi capire, volevi farmi sentire che cosa voleva dire correre incontro alla fortuna di riabbracciare chi amavi, il pensiero di poterlo perdere e vederlo ogni volta risorgere davanti ai tuoi occhi.
Il camino era acceso, coperte le tue movenze dall'unica goffa coltre. La sedia a dondolo lentamente ti cullava. Ti presi fra le braccia in un sussulto, i miei pensieri già piangevano. Eri riuscita ad attendere il mio ritorno, allo stremo di tutte le forze. Giacevo in ginocchio con i tuoi capelli sparsi a terra, la tua gonna dai chiari colori contornava le tue candide gambe.
L'ultima forza nei tuoi occhi verde mare. Accennasti un sorriso. E con quello nel cuore e la mia immagine negli occhi, te ne andasti pur rimanendo fra le mie braccia.
Sono passati anni, mesi, forse sono solo giorni all'interno della mia testa.
Un uomo sa quando lo stoppino della candela basterà solo per un'altra schiarita.
Ora guardo questo mare che tante volte m'ha sfamato, che tante volte m'ha consolato e sogno di immergermi perchè lui mi riunisca a quello che mi ha tolto.
Mi restituisca il tempo delle notti passate a far l'amore coi flutti invece che con te. Mi porga il sangue versato sulle lenze e le cicatrici alle mani che malamente mi facevano saggiare il tuo corpo nudo. Mi renda i miei sogni che troppe volte ho lasciato fra le onde invece di realizzarli assieme. Mi regali nuovamente il tuo sorriso come quel primo nostro incontro in cui, baciata dal sole e risplendente dalla salsedine, uscisti dalle acque come una sirena e mi salutasti traffigendo il mio cuore con i tuoi occhi.
Ora guardo il mio mare ogni notte.
Ma questa notte è la mia ultima notte. Ho portato con me lo stoppino. Userò come giaciglio la tua coltre raccolta su questi scogli, accenderò la tua luce e fumerò la mia pipa.
Aspettami Amore e corri lungo l'ardente ciottolato.
Sto tornando questa volta per restare.
Eri sempre là ad accogliermi al mio ritorno. Scalza correvi lungo i ciottoli ardenti che conducevano al porto, un sorriso illuminava il tuo volto, sciolti i lunghi capelli al vento che sapevano di mare ondeggiavano assieme ai tuoi fianchi.
Tu, il mio mare, Tu, il mio cibo, Tu il mio calore.
Ora che ricordo la mia vita in questo attimo di piacere e volgo il mio sguardo oltre quel mare che tante volte m'ha sfamato, su cui tante volte ho pianto e sono stato consolato dalle onde di madre, ho deciso.
Un uomo sa quando lo stoppino della candela basterà solo per un'altra schiarita. Perchè mentire a se stessi. Come un dolce lampo sei entrata nella mia vita e con un dolce respiro ne sei uscita dalle mie braccia.
Ricordo ancora il Mercoledì in cui tornammo. Non c'erano i tuoi occhi. Saltai dalla mia barca direttamente sui tuoi ciottoli e corsi a ritroso la nostra strada. Ero io che per la prima volta correvo da te. E forse quello volevi farmi capire, volevi farmi sentire che cosa voleva dire correre incontro alla fortuna di riabbracciare chi amavi, il pensiero di poterlo perdere e vederlo ogni volta risorgere davanti ai tuoi occhi.
Il camino era acceso, coperte le tue movenze dall'unica goffa coltre. La sedia a dondolo lentamente ti cullava. Ti presi fra le braccia in un sussulto, i miei pensieri già piangevano. Eri riuscita ad attendere il mio ritorno, allo stremo di tutte le forze. Giacevo in ginocchio con i tuoi capelli sparsi a terra, la tua gonna dai chiari colori contornava le tue candide gambe.
L'ultima forza nei tuoi occhi verde mare. Accennasti un sorriso. E con quello nel cuore e la mia immagine negli occhi, te ne andasti pur rimanendo fra le mie braccia.
Sono passati anni, mesi, forse sono solo giorni all'interno della mia testa.
Un uomo sa quando lo stoppino della candela basterà solo per un'altra schiarita.
Ora guardo questo mare che tante volte m'ha sfamato, che tante volte m'ha consolato e sogno di immergermi perchè lui mi riunisca a quello che mi ha tolto.
Mi restituisca il tempo delle notti passate a far l'amore coi flutti invece che con te. Mi porga il sangue versato sulle lenze e le cicatrici alle mani che malamente mi facevano saggiare il tuo corpo nudo. Mi renda i miei sogni che troppe volte ho lasciato fra le onde invece di realizzarli assieme. Mi regali nuovamente il tuo sorriso come quel primo nostro incontro in cui, baciata dal sole e risplendente dalla salsedine, uscisti dalle acque come una sirena e mi salutasti traffigendo il mio cuore con i tuoi occhi.
Ora guardo il mio mare ogni notte.
Ma questa notte è la mia ultima notte. Ho portato con me lo stoppino. Userò come giaciglio la tua coltre raccolta su questi scogli, accenderò la tua luce e fumerò la mia pipa.
Aspettami Amore e corri lungo l'ardente ciottolato.
Sto tornando questa volta per restare.
7 commenti:
Mamma mia è bellissimo questo testo!
Che dire, mi levo tanto di cappello, sei grande e ti ringrazio di cuore.
Se mai dovessi creare una sora di libro fotografico saprò a chi rivolgermi.
Onorata che ti sia piaciuto.
Ho sempre bisogno di nuovi spunti per scrivere. E'stato un bel connubio. Ti ringrazio Marco della gentile donazione e della pazienza.
Auguri di buon anno mi piace il tuo blog:)
Onorato tra le ombre boccheggio al tuo viaggiare,di sterminate malinconie è il nostro mare.
Troppe volte diamo per scontato che ciò che abbiamo sia per sempre.
E solo quando una cosa preziosa ci viene a mancare ci rendiamo conto di quanto fosse preziosa e di aver utilizzato male le nostre possibilità.
Allora però non c'è più rimedio.
E si aspetta solo l'ultima notte.
(stavolta mi hai fatto piangere sul serio... meravigliose parole, meravigliosa tu...)
R.
Complimenti:
a Marco Bravissimo, presto spero in UIF anche lui,
e tu..aschsydley unica stupendamente meravigliosa.
tu sei una fiamma che brucia e brucia e brucia e brucia e brucia e brucia e brucia e nonostante questo la tua pelle continua a scottarsi scottarsi scottarsi scottarsi tu sei l'emozione che non diventerà mai abitudine...
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