T'ho notata mentre distrattamente fumavi una sigaretta
ed eri appoggiata al tuo cellulare.
Discorsi inutili, progetti futili, risa distratte.
Le tue labbra suggevano il veleno,
non curanti delle mie, ti sollevavi la veste e sistemavi le calze.
Appoggiasti le spalle al muro,
piegasti la gamba spingendo con lo stivaletto contro la parete,
le stesse scarpe che ti avevo regalato pochi mesi fa.
Innotabile ero rimasta dietro la colonna,
fumando come te confusa dalla gente passante.
Non curante dei miei sensi, confermasti l'appuntamento.
Lunghe arcate per arrivare alla sagrestia,
camminavi sicura col passo da puledra che mi sconvolgeva i sensi.
T'ero dietro.
Lo incontrasti e ti regalò una rosa dello stesso colore
che amavo farti scivolare sulla pelle, dolcemente.
Se ne andò lasciando te e la rosa.
Sentisti il mio odore.
Pervasa dal desiderio dell'uomo che non potevi avere,
ricordarsti i nostri momenti.
Alzasti la nera veste, Dea Sgraziata, accarezzandoti le natiche bianche.
Poggiasti la rosa dove tante volte era scivolata la mia mano.
Un brivido lungo la schiena,
la sigaretta appena appoggiata alle labbra,
non riuscivo a muovermi.
L'attimo dopo stavi camminando sinuosa col tuo passo verso l'uscita.
La rosa ora era atterra inerme a pochi passi da me.
La portai alla bocca e poi al naso.
Il tuo odore ...
5 commenti:
l'odore della tua rosa
invade il tuo letto
ma tu non ci sei.
con chi hai giaciuto?
chi hai nuovamente maledetto?
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Molto bello, poetico e significativo quello che hai scritto, di una profondità viscerale.
Mi hai fatto immaginare così com'è. Così com'è che vanno le storie.
Perfidamente sagace.
Un giorno raccogliesti me come quella rosa...
Grazie, mia dolce Amica.
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