Veleggio come un'ombra
nel sonno del giorno
e senza sapere
mi riconosco come tanti
schierata su un altare
per essere mangiata da chissà chi.
Io penso che l'inferno
sia illuminato di queste stesse
strane lampadine.
Vogliono cibarsi della mia pena
perché la loro forse
non s'addormenta mai.
nel sonno del giorno
e senza sapere
mi riconosco come tanti
schierata su un altare
per essere mangiata da chissà chi.
Io penso che l'inferno
sia illuminato di queste stesse
strane lampadine.
Vogliono cibarsi della mia pena
perché la loro forse
non s'addormenta mai.
Alda Merini
2 commenti:
Sotto le parole di Alda, che non ho voluto "sporcare" con le mie, lascio un pensiero.
Guardo intorno a me queste strane lampadine. Ogni tanto se ne accende una e piombo nel silenzio profondo, nell'ascoltare ciò che gli altri non sentono, nel condividere tristezza e dolore altrui. Sono in silenzio, non mi vengono date parole per esprimermi, posso solo tacere e abbassare la testa in segno di quella accettazione che ora sento nel cuore.
La pena degli altri non s'addormenta mai. Cerchiamo di lenire la nostra e di farla cadere fra le braccia di Morpheo, tenero e comprensivo amante. D'un tratto tutto ci parrà più sereno e potremmo sorridere, ancora una volta, in un lungo abbraccio di condivisione.
Pochi uomini sono pronti alla condivisione. Pochi, troppo pochi.
Posta un commento