lunedì, febbraio 25, 2008

Quanto m'è dolce lo fuggir dalle tue mani ... oh mio Signore


Quanto mi è dolce fuggire dalle tue mani e lasciarle scorrere sul mio corpo e aumentare la tua brama di possesso. Quanto m'è semplice donarti quello che tu sogni, sapendo che non lo recepirai nel modo in cui tu speri e aumentare nuovamente la tua passione già immensa.
Ora cavalco col mio vestito bianco, coperta dalla mia cappa di velluto verde, su un nero destriero e corro forsennata nel bosco. I rovi graffiano la mia pelle e provoco tutto ciò per scacciare il tuo pensiero e per sfuggire nuovamente dal mio ribbolire interno e dal desiderare cose proibite.
Silenzio, è notte. Blocco il mio correre. Sono sola in mezzo ad una radura.
Non so più dove sono e cosa stavo cercando. Sento solo il dolore delle mia cosce lacere dal tanto graffiarsi e il rosso del sangue si mescola al candore delle mie vesti.
Un lago, un lago ghiacciato in una notte di primavera. Desidero anche io immergermi in cotanta pace e serenità. Dapprima bagno i piedi guardandoli brillare alla luce della luna e togliendo le mie vesti lacere mi immergo nel tuo lago.
Sono calma e tutto è silenzo. Ho sgombra la mia testa da mille domande e mille dubbi. Ora voglio solo quello mio Signore... Voglio immergemi nel lago e godere di nuova purificazione.
Non penso, non voglio pensare, voglio solo questo.

Ora dimmi ... posso rimanere intrappolata in questa notte di luna piena, in questo tuo lago e continuare a non pensare?

Ti prego dimmi di si e sarò per sempre tua.

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