Uno è il Mio Nome. Quello che porto addosso.
Marchiato sul Collo e sulla Pelle. Indelebile.
Lo stesso che cambia Suono di Labbra in Labbra,
in Sospiro in Sospiro. Nei Ricordi di Noi.
Due sono quegli Occhi. Di Pura Terra Riarsa.
Incapaci di reagire alla Vita. Di Scegliere la Strada.
Di relegarsi Liberamente in un Labirinto senza Uscita.
Di Tremare solamente con le Mie Mani.
Tre sono le sue Cicatrici. Quelle delle Ali tagliate sul Petto.
Delle cadute sui Ginocchi così Malconci.
Dei Palmi congelati dalle Emozioni.
Delle Nocche strofinate per non Nulla Ottenere.
Quattro sono i Giorni. Interminabili.
Dove si Ragiona sugli Sbagli e sui Momenti.
Dove si Insabbia tutto, per non Ricordare ed Affrontare.
Dove si cerca di Nuovo una Vita. Prima abbandonata.
Cinque sono le Dita. Che accarezzavano la Carne.
Stingevano i Seni, nei perimetri del Cuore,
non considerando il Potere che potessero avere.
Il Danno che potessero Generare. Irrimediabilmente.
Sei sono i Battiti nelle mie Orecchie. Di quell'Orologio.
E poi il Nulla, il Buio e la Nausea di un Risveglio.
Il Pavimento Ghiacciato per Ore sotto gli Zigomi.
I Cuscini del divano Accoppiati e Spostati. Altrove.
Sette sono le Anime che hanno i Gatti.
Le stesse con cui io ora farei a Cambio della Vita stessa.
Per ricominciare da capo. Per non Essere ciò che Sono.
Per non Conoscere Differenza dalla Massa. E Sopravvivere. Come Te.
Otto le parole di un Ultimo Messaggio. Senza Seguito.
Delle Litanie cantate la Sera dalle Sorelle tentando di Cancellare.
Dell'Amore che non ha Senso perchè non hai Coraggio.
Dei giorni che passano Vuoti e Sempre gli Stessi. In Attesa di Nulla.
Nove. L'ora in cui era così Freddo Viaggiare.
E la Testa troppo leggera per rispondere ai Comandi.
E il Futuro era stato Distrutto da chi aveva Distrutto un Passato.
E le Mani che lasciarono che tutto Fuggisse. Senza Ritorno.
Dieci sono i Comandamenti di un Dio senza Pietà.
Lo stesso che rinneghiamo in eugual modo.
Per il Mio Dono e per la tua Incapacità di Azione.
Per quell'Amore che c'ha Donato e che c'ha Lasciato.
Inutilizzabile.
1 commento:
Undici è il colore del sangue che irrora le vene funeste di paura di avventura, di vuoti, di santi, il colore di un sorriso, rosso.. come il paradiso dai mille perchè in una città vuota senza di te in un isola che non c'e
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