domenica, settembre 26, 2010

Volo IV242

Lentamente le Dita spostavano la leggera stoffa
da una spalla al collo,
eri affascinante nelle tue movenze Orientali.

Giocavi con il Vento,
che si divertiva ad accarezzarti velocemente,
per nulla indispettita, sorridevi.

Il fluttuare di tutto quel verde era incantevole,
mischiato alla tua Pelle scura e all'Odore di Spezie.

Deliziosa e così Inarrivabile,
rimanevo senza fiato nel guardarti.

Un pizzico di occidentalità
era dato dalle tue scarpe dal tacco altissimo,
unico vezzo concessoti.

Il Vento cambiava molte volte quella sera
e mi regalava folate del tuo Essere.

Chiudevo gli occhi spesso e mi lasciavo avvolgere,
lo avevo ringraziato per i regali che mi stava dando.

Appoggiata alla fine delle scale del Gate 4,
fumavo una sigaretta in un'aerea non consentita.
Ti ho vista salire sull'autobus.

Il vento mi portava ancora il tuo Odore,
Sorrisi di nuovo.

Fissai lo sguardo oltre,
il nostro aereo stava atterrando per andare a Roma.

Perdesti l'equilibrio quando il grande boato
scosse le nostre Anime.

Entrai nell'autobus per trovarti,
ti presi per Mano e andammo fuori.

La Pioggia batteva, il Vento impetuoso.
Eri fra le mie Braccia e tremavi.

Il tuo dolce Sorriso si era sciolto
nelle Lacrime dei passeggeri dell'aereo precipitato nella pista.

Inermi non sapevamo cosa fare,
le luci si spensero a tratti.

Siamo stati lasciati nel buio dei nostri Pensieri.

domenica, settembre 19, 2010

{S}Bendiamoci Gli Occhi

Per una volta non dovrai insegnare,
non dovrai spiegare ciò che è chiaro,
anche se si è scordato.

Chiuderai gli occhi
e inspirerai a fondo,
perché ti sono accanto.

Nella stessa stanza al buio,
hai deciso di togliere le Bende dagli Occhi
e le tieni strette in pugno, cercandomi nell'ombra.

Sai cogliere ogni sfumatura,
ogni suono o sussurro
proveniente dal mio fuggire.

Per una volta Preda,
scivolo lentamente accanto al tuo Corpo,
sento il tuo respiro sulla Pelle.

Sorrido.

Ti volti di scatto,
ma sono già lontana.

Inizi a ridere fragorosamente,
stai giocando per vincere
e non per dovere.

D'un tratto la tua mano cinge il mio braccio.

Violentemente mi tiri a te.
Scontro sul tuo addome,
il battito del tuo cuore mi entra nelle Vene,
mi pulsa nella Testa, cancellando il Tempo.

Rimaniamo per un attimo immobili,
annusando l'uno l'odore dell'altro
rievocando pensieri lontani, ma vivi.

Porti le mie mani dietro la mia schiena,
congiungi i palmi,
come in un Antico Rito.

Rimango col viso attaccato al tuo Petto.

Lentamente la Nera Benda di Seta
stringe i miei polsi,
annunciando la fine del mio Gioco.

Punto il Mento alla tua Carne,
rimetto i miei Occhi nei tuoi,
ne posso vedere la luce Glaciale risplendere.

Mi ruoti di scatto,
i miei capelli inondano la tua Bocca,
le tue Mani stringono le Spalle,
scivolando sul sudore della pelle.

Inizio a respirare velocemente
quando, con le mani sui fianchi, mi tiri a te.

Sai capire cosa desidero,
l'hai sempre fatto.

Le tue Labbra dai capelli scendono all'orecchio.
Le sento dischiudere in un sorriso
mentre pronunci le parole:

"Ora sono io che Gioco con Te"

sabato, settembre 18, 2010

L'Aquila Al Collo

Come un marchio ora ti indosso.

Hai inciso sulla mia Pelle il tuo Nome,
ma il tuo Sorriso ha fatto il resto.

Ricordo il tuo Profumo e la tua Mano
in mezzo ai miei Capelli,
in quell'attimo eterno,
il mio Cuore si è Fermato.

Sei andato via portando con te
i miei Sospiri migliori
appesi all'Aquila che porti al collo,
in modo che essa possa proteggerli.

Avrei voluto chiudere fuori il Mondo,
lo stesso che ti porta distante dalle persone
ti immerge nei pensieri isolandoti dal Presente.

E mangi il Futuro con i Pensieri
mentre scorre velocemente la Vita,
sempre in affanno per qualcosa che non c'è.

...Glaciale...
E' veramente questo che vorresti essere?
Venire sopraffatto dalle emozioni,
non è poi così tanto male.

Ma non ti concedi neanche questo
e preferisci il brivido che scorre nel sangue
a qualcosa che possa mettere in gioco
solo la tua vita e non gli altri.

A cosa serve sorridere
se poi dall'altra parte non c'è nessuno ad aspettarti?
Se quando mi chiami,
sento rimbombare la tua voce
nella grande stanza dove ti rifugi quando cala il Sole?

E rimango qui
a pensare ancora a te.

Mi dico sempre che
dovrei essere più Decisa,
a volte saper prendere l'iniziativa.

Ma sono parole che hai già ascoltato,
è una voce che ti è entrata dentro.

E tutto questo ha un senso?
Nascondere il tuo profumo,
che è sulla mia pelle e fra i capelli.

Celare ciò che sento nell'intimo
e che so di non poter desiderare.

Una lunga doccia dall'acqua fredda,
per non pensare e dimenticarti.

Un sms per ringraziare me
di ciò che invece tu mi hai donato.

...E mi perdo nel bianco cuscino,
carezzandolo come fosse la tua pelle...

domenica, settembre 12, 2010

Avevi imparato bene ad ingannare il tempo,
quando l'arsura del tuo essere si evidenziava,
non facevi altro che dedicare musica,
per tacere il tuo enorme Nulla.

Riascolto ora tutte le tue canzoni,
e intimamente comprendo
che hai vissuto la vita di altri,
che hai ingigantito cosa volevi essere
e non sei.

Rinchiuso nei tuoi spazi ora vaghi solo
alla ricerca di qualcosa che non può
completare quello che non sai
essere una mancanza.

La mancanza è dentro te Angelo,
hai perso le tue ali e non sai volare,
te le ho strappate via quella notte
mentre dormivi sul mio petto.

Il sembrare cosa evidentemente non sei
adesso è uno specchio al quale non mi trucco,
non nascondo me stessa, non rifugio i miei sogni,
non mi mischio con il tuo odore.

E amo ora sognarti
rannicchiato nel tuo letto
col dito che scorre sulle lenzuola
e i miei ricordi che ti rimbalzano in testa.

E ora sono qui, mi vedi?
Ho ripreso a camminare,
mi sono tatuata in volto il tuo nome Angelo,
in modo da non doverlo dimenticare,
in modo da poter far vedere al mondo
che quello che hai non mi interessa.

Ma ho ancora le tue ali.
Quelle no. Non voglio rendertele.
E' il prezzo per avermi dato il Silenzio,
è il prezzo per tutto quello che sei
e che non avevo capito.

Le tue ali si trasformeranno in polvere bianca
e proprio a causa di queste
la tua vita cesserà di esistere.

Ma non morrai,
oh no ... non morrai.

Lunga vita a chi conosce il peso
di tutte le sue opere.
Lunga vita a chi sa di aver perso
e di non poter recuperare.
Lunga vita a chi ora
cammina nel buio e non vede luce.

Lunga vita a te,
Angelo dell'Inferno.

martedì, settembre 07, 2010

Ritorno alla tua musica e al mio sapere,
disperdo le onde come cerchi nell'acqua.

Mi sento spiaggia del tuo mare,
libero di tornare e andartene,
libera di bagnarmi e sentirti.

Perché mi sei così dentro ora,
ora che ti avevo tirato fuori
e che il tuo ricordo labilmente svaniva?

L'irruenza delle tue parole
continuamente cantate ad un'altra
volte a me per sola accondiscendenza di eventi.

E logora dentro il tuo mare,
onda dopo onda
distrugge la roccia di cui è composto il Cuore.

E sparirai di nuovo,
come la bassa marea.
T'attenderò illudendomi.

Ma tornerai.

In un altro luogo.