Sciogliere gocce calde di Cera sulla Pelle, contorcendo
i meandri dell'Anima evanescente agli Eventi inderogabili.
Riempirmi di Te fino a scoppiarne. Guardandoti.
Curiosa esplorazione di quelle Mani,
che solerti si cibano di ciò che reputavano impossibile,
mentre la Mente seziona Parole mai pronunciate.
Travolgere le Labbra con i miei Umori,
volerti poi Baciare e non averne abbastanza,
penetrarti gli Occhi stanchi di immagini senza Calore.
Trasalire divenendo unico Momento indivisibile,
ultimare l'ultimo pezzo del Puzzle disconoscendone i contorni,
riesumare ciò che trascendente sapevamo di avere.
Togliersi il Peccato di dosso. Spogliami. Spogliati.
Lavarsi tu delle mie Pene, io delle tue Delusioni.
Scambiarsi la Pelle per chiederla nuovamente l'indomani.
Spingi forte sopra le cicatrici dei miei Polsi, Amore.
Incidi ora le vene, entra dove non avresti immaginato.
Assaggia di cosa hai Bisogno. Cibati di ciò che Ami.
Scivola le dita sul Costato, ai perimetri del Cuore.
Penetra la Carne addolorando l'Anima straziata
di tutto ciò che condividiamo Ancestralmente, senza Sapere.
Maledici la mia bocca, il chiamare senza Sosta, il tuo Nome.
Ricordarti di essere qualcosa a se stante, scisso da me.
Perdutamente incompleti e così vicini.
Reclina la testa indietro, ascoltando ciò che grida il mio Corpo,
lasciami muovere in una Danza ingorda del tuo Odore,
accresci il mio desiderio abbandonandoti.
Stremata prendimi ora senza Sosta alcuna,
senza quel Timore che tu non sia ciò che Amo,
cosciente che non desidero niente che non abbia il tuo Nome.
Stringi i miei Seni nei Perimetri del Cuore
aderendo le sensazioni che albergano nella tua Pancia,
alla mia Schiena Bianca, Pentagramma della nostra Musica.
Proteggimi da tutto ciò che non è Luce,
spezza le mie Lance di guerra. Non voglio più combattere.
Tirami così Dentro di Te.
Per non lasciarmi mai.