mercoledì, dicembre 31, 2008

Dedicato a Marco Crupi.

Foto gentilmente concessa da Marco Crupi


Sono passati anni, mesi, forse sono solo giorni all'interno della mia testa.

Ricordo ancora i gesti che lambivano le nostre acque alla ricerca di parole. Fra noi non ce ne erano, c'erano solo lunghissimi silenzi. E io ti guardavo scalzare la sabbia appena sotto il fiore dell'acqua con i tuoi piedi di madre perla, tu che di sirena avevi tutto, dallo sguardo ammaliatore e verde mare, ai capelli neri, ricci e indomabili come i flutti più scuri.

Mi imbarcavo alla mattina insieme agli altri, a volte neache il buio della notte mi restituiva alle tue braccia. Il mio pensiero era sempre volto alle tue movenze che, anche nelle serate più ghiacciate, sapevano scaldarmi il cuore.
Eri sempre là ad accogliermi al mio ritorno. Scalza correvi lungo i ciottoli ardenti che conducevano al porto, un sorriso illuminava il tuo volto, sciolti i lunghi capelli al vento che sapevano di mare ondeggiavano assieme ai tuoi fianchi.

Tu, il mio mare, Tu, il mio cibo, Tu il mio calore.

Ora che ricordo la mia vita in questo attimo di piacere e volgo il mio sguardo oltre quel mare che tante volte m'ha sfamato, su cui tante volte ho pianto e sono stato consolato dalle onde di madre, ho deciso.
Un uomo sa quando lo stoppino della candela basterà solo per un'altra schiarita. Perchè mentire a se stessi. Come un dolce lampo sei entrata nella mia vita e con un dolce respiro ne sei uscita dalle mie braccia.

Ricordo ancora il Mercoledì in cui tornammo. Non c'erano i tuoi occhi. Saltai dalla mia barca direttamente sui tuoi ciottoli e corsi a ritroso la nostra strada. Ero io che per la prima volta correvo da te. E forse quello volevi farmi capire, volevi farmi sentire che cosa voleva dire correre incontro alla fortuna di riabbracciare chi amavi, il pensiero di poterlo perdere e vederlo ogni volta risorgere davanti ai tuoi occhi.

Il camino era acceso, coperte le tue movenze dall'unica goffa coltre. La sedia a dondolo lentamente ti cullava. Ti presi fra le braccia in un sussulto, i miei pensieri già piangevano. Eri riuscita ad attendere il mio ritorno, allo stremo di tutte le forze. Giacevo in ginocchio con i tuoi capelli sparsi a terra, la tua gonna dai chiari colori contornava le tue candide gambe.
L'ultima forza nei tuoi occhi verde mare. Accennasti un sorriso. E con quello nel cuore e la mia immagine negli occhi, te ne andasti pur rimanendo fra le mie braccia.

Sono passati anni, mesi, forse sono solo giorni all'interno della mia testa.
Un uomo sa quando lo stoppino della candela basterà solo per un'altra schiarita.

Ora guardo questo mare che tante volte m'ha sfamato, che tante volte m'ha consolato e sogno di immergermi perchè lui mi riunisca a quello che mi ha tolto.

Mi restituisca il tempo delle notti passate a far l'amore coi flutti invece che con te. Mi porga il sangue versato sulle lenze e le cicatrici alle mani che malamente mi facevano saggiare il tuo corpo nudo. Mi renda i miei sogni che troppe volte ho lasciato fra le onde invece di realizzarli assieme. Mi regali nuovamente il tuo sorriso come quel primo nostro incontro in cui, baciata dal sole e risplendente dalla salsedine, uscisti dalle acque come una sirena e mi salutasti traffigendo il mio cuore con i tuoi occhi.

Ora guardo il mio mare ogni notte.
Ma questa notte è la mia ultima notte. Ho portato con me lo stoppino. Userò come giaciglio la tua coltre raccolta su questi scogli, accenderò la tua luce e fumerò la mia pipa.

Aspettami Amore e corri lungo l'ardente ciottolato.
Sto tornando questa volta per restare.

martedì, dicembre 30, 2008

E il tempo scorre


E il tempo scorre sotto i miei piedi,
lungo i miei fianchi invecchiando la mia pelle,
rallentando i movimenti.

E il tempo scorre nella mia testa,
scandito dal battito del mio cuore,
tump tump tump un'altro attimo.

E il tempo scorre fra le mie mani,
che accarezzano i capelli ricci di mio figlio,
che giocando fra le dita della mia piccola.

E il tempo scorre quando sono davanti allo specchio,
sognante ancora di poter allungare i capelli fino ai piedi
in modo che possano coprire lo scempio.

E il tempo scorre quando con le dita affondo nella tua carne,
distogliendo la testa dai mille ragionamenti,
cantando la gloria del mio piacere.

E il tempo scorre.

E mi fermo terrorizzata.
Non posso far nulla contro la mia più grande Paura,
il più Nero dei Demoni, quello con le ali più grandi.

E poggio la mia schiena contro la porta della mia camera,
mi lascio scivolare lentamente atterra,
ranicchio il mio essere e copro il mio volto.

E il tempo scorre.

Tic Tac dell'orologio nella mia testa
Tump Tump del mio cuore ora malato

Il mio Supplizio nel Tempo.

lunedì, dicembre 29, 2008

Madre è l'altro nome di Dio sulla bocca di un figlio.

domenica, dicembre 28, 2008

Dea Sgraziata


T'ho notata mentre distrattamente fumavi una sigaretta
ed eri appoggiata al tuo cellulare.
Discorsi inutili, progetti futili, risa distratte.

Le tue labbra suggevano il veleno,
non curanti delle mie, ti sollevavi la veste e sistemavi le calze.

Appoggiasti le spalle al muro,
piegasti la gamba spingendo con lo stivaletto contro la parete,

le stesse scarpe che ti avevo regalato pochi mesi fa.

Innotabile ero rimasta dietro la colonna,
fumando come te confusa dalla gente passante.

Non curante dei miei sensi, confermasti l'appuntamento.

Lunghe arcate per arrivare alla sagrestia,
camminavi sicura col passo da puledra che mi sconvolgeva i sensi.

T'ero dietro.

Lo incontrasti e ti regalò una rosa dello stesso colore
che amavo farti scivolare sulla pelle, dolcemente.
Se ne andò lasciando te e la rosa.

Sentisti il mio odore.

Pervasa dal desiderio dell'uomo che non potevi avere,
ricordarsti i nostri momenti.

Alzasti la nera veste, Dea Sgraziata, accarezzandoti le natiche bianche.
Poggiasti la rosa dove tante volte era scivolata la mia mano.

Un brivido lungo la schiena,
la sigaretta appena appoggiata alle labbra,
non riuscivo a muovermi.

L'attimo dopo stavi camminando sinuosa col tuo passo verso l'uscita.
La rosa ora era atterra inerme a pochi passi da me.

La portai alla bocca e poi al naso.

Il tuo odore ...

sabato, dicembre 27, 2008

Sax Requiem

E per l'ennesima volta mi trovo davanti al mio sax.

Sono appoggiata con la schiena al muro di una vecchia baracca in mezzo ad un campo, distante dalla gente, distante dalla confusione e dal nulla.
La gamba sinistra è poggiata sul muretto, piegata quasi fino al petto. Il porfido sul quale sono seduta è brinato completamente. L'altra gamba dondola liberamente appesa nel vuoto.
Lego saldamente le cinghie intorno al mio collo, passo entrambe le mani sulle fasce di cuoio.
Sento il loro odore mischiato al mio, le serro in una morsa d'amore, quasi fosse un rituale magico. Tutte le volte lo stesso.

Dalla tasca tolgo il panno rosso col quale lustro e spolvero ogni tasto ogni volta. Ansa dopo ansa, ogni piccola fessura o pertugio penetro con le dita, lentamente, diligentemente affondo.
Lo pongo in mezzo alle mie gambe aperte, lo stringo, lo osservo.
Appoggio il panno sul muretto e inizio ad accarezzare lo strumento, faccio scorrere le mani dal basso in alto, per sentirne la consistenza, il calore.

Dalla borsa estraggo l'ancia di legno. Saldamente prendo in mano il bocchino, svito allargo minuziosamente la fessura e faccio penetrare all'interno la rigida stecca. Mi assicuro della sua posizione e la serro insieme al corpo principale.

Chiudo gli occhi.

Appoggio il bocchino alle labbra irrigidite dal freddo, retraggo la lingua in un movimento meccanico accarezzando la punta dello stumento, pregustando il momento in cui mi concederò... soffio al suo interno la mia anima.

Appoggio il peso dello strumento sulla pancia reclinata, respiro di diaframma, lo sento muovere sopra di me al ritmo del mio respiro. Lunga danza all'unisono.

Melodico il suono esce.

Ma il sax si scalda come una donna al suo primo appuntamento.
Lentamente le dita si muovono fuori tempo, ho troppa fretta di averlo; è freddo debbo scaldarlo.
Scale scale e ancora scale, scoprire e scaldare, un lungo lavoro.

Poi improvviso il calore, lungo e avvolgente. Inizia il mio tema, il mio ritmo sale, il battito aumenta, sono un tutt'uno col mio strumento in mano, prolungamento della mia anima attaccato alla mia bocca.
In esso metto tutta me stessa, piango lacrime alla fredda notte che il vento ghiaccia, ma non mi separo dal gelido dolore della consapevolezza.

Lungo Requiem per il mio Male.
Indissolubile nel tempo.
Sei il Male, il mio Male.

Razionalmente lo riconosco, indissolubilmente attratta, continuo a suonare.
Allo stremo delle forze innarco la schiena, spingo fuori col ventre ancora i miei ultimi respiri, sussulti del piacere.

Ansimo, stremo.

Il mio calore mi avvolge anche nel freddo.
Lascio scivolare le mie spalle lungo il muro, sono sdraiata con lui sopra.
Sento tutto il suo peso sul mio corpo, assaggio con le dita ogni sua fattezza.
Regolo vibrazioni con le mani.
Ho ancora il bocchino serrato fra i denti, lentamente abbandono la presa. Dolcemente lo bacio e lo sfilo dalle labbra accostandolo al viso.

Sopra di me la Luna.

venerdì, dicembre 26, 2008

Hell - O


[...] Hello, I'm your mind, giving you someone to talk to.
Don't try to fix me
I'm not broken
Hello, I'm the lie living for you so you can hide
Don't cry [...]

"Ciao, sono la tua mente, ti sto dando qualcuno con cui parlare
Non provare e ripararmi
Non sono rotta
Ciao, io sono la bugia che vive per te così che tu possa nasconderti
Non piangere"

Nel mio corpo si susseguono le sensazioni che la mia mente crea per me. Non sono sogni onirici, ma realtà davanti ai miei occhi, ologrammi di carne e odore, di passione e brama.
[I'm not broken]
E il mio stomaco si lacera nutrendosi dei piaceri che essa mi regala. Come cerco di distogliere il pensiero, tornare alla realtà, il dolore è più forte. E' un infinita musica di sapore che accompagna i miei passi, uno dopo l'altro. Voglio sentire ancora la fame delle tue immagini nella mia testa, voglio ancora vedere le tue parole comparire davanti.
[Don't try to fix me].
La tua mancanza è lacerante. E' un continuo incordare i muscoli per attenuare la tensione.
Cerco di perdere lo sguardo oltre le montagne, e penso. Cerco di dedicarmi ai miei scritti, e immagino. Cerco di poter lavar via sotto la doccia il desidero, e fremo. Cerco Cerco...
[I'm the lie living for you].
Questa è veramente pura follia, non è normalità, sono nuovamente al di fuori dei limiti, li ho varcati questa volta senza pensare, con estrema semplicità... Entrare nella più completa e perversa delle menti, così affine alla mia, così in sintonia, senza pensare le parole, aggiustare il tiro. Ogni parola penetra, ogni momento rimane inciso, ogni lama al suo posto cade.
[so you can hide].
Ora non voglio nascondermi, non ho più bisogno, sei nella mia testa. Molto più dentro di quanto una scheggia possa entrarmi nel palmo della mano e, ad ogni movimento, conficcarsi sempre più a fondo, irrimediabilmente dolorosa. E passo più volte la punta della lingua cercando di sentirla, i miei denti cercano di afferrarla, senza riuscita.
Posso solo decidere di prendere un Athamè e iniziare a divaricare lentamente la ferita, facendo sgorgare ancora sangue ed eccitando i miei sensi, allargando i lembi premendo sempre più forte a fondo, permettendo così ai miei occhi di vederti e desiderarti.
[Don't Cry]
La mia bocca aderisce alla mano, sugge il suo nettarle, la lingua cura le ferite. La scheggia scompare. Non ci sarebbe ulteriore motivo per compiere altre azioni.
Ma riprendo l'Athamè nero e gioco ancora con la fessura, dapprima solo con la sua punta, poi inserendolo inesorabilmente, al battito del mio cuore. Lentamente la lacero verso il basso osservando bramosa i lembi dividersi, allargarsi, il calore rosso inondare la mia mano.

Non smetterò.
Ancora, ancora, ancora.

giovedì, dicembre 25, 2008

La mia Rosa Rossa


Sento la tua mancanza e in questo giorno di festa,
a lutto mi vesto.

Una calda rete nera avvolge il mio corpo,
illudendomi del tuo abbraccio.

I miei occhi di ghiaccio scorrono le persone
allegre passare e sorridere.

Il tuo ricordo mi travolge e mi sconvolge,
come onda del mare mi spoglia
e torno nuovamente alla realtà.

E' una giornata dissociata
fra le immagini della mia mente
e le movenze del mio corpo.

Ho bisogno di calore, mi appoggio al camino,
poi immagino la tua pelle bagnata e sudata
rialzandomi
di scatto per muovermi altrove.

Parlo con le persone e rido ai loro convenevoli,
immagino il tuo bosco nero e le tue folli corse
e batto gli occhi cercando di concentrarmi sulla realtà.

Gusto un meraviglioso pranzo
e mi chiedo come sarebbe poter portare alle tue labbra
del vino rosso e farmelo passare dalla tua
alla mia bocca.

Corro forsennata lontano da tutto e da tutti,
da occhi indiscreti, la mente aggrava la mia anima.

Senza fiato mi fermo.

In piedi, silenzionamente contro un muro
sono entrata nel giardino,
ho in mano la mia Rosa Rossa,

che di dolce estasi, lentamente appassirà.

martedì, dicembre 23, 2008

L'odore del Sangue


Non voglio le tue labbra, non voglio il tuo corpo,
ho bisogno di assaggiare il tuo nettare.

Morderti fino ad entrarti dentro,
dilaniare la tua pelle e sentirti fermo sotto di me, accondiscendente.
Baciare le tue labbra per eccitarti col tuo sapore,
per vedere crescere ed esplodere
l'essere che hai dentro.

Ho bisogno della tua forza,
delle tue braccia che mi bloccano al tuo volere,
delle tue unghie nella mia carne,
dell'odore della tua foga
e il sapore del dolore che dolcemente
in follia si trasforma.

E poter alimentare nuovamente i tuoi sensi,
temere il tuo rinnovato impeto,
subire la violenza del tuo istinto.

Voglio appartenerti totalmente
perchè solo tu hai trovato la strada per avermi.

Io Menade Danzante


Come una Menade invasata dal Dio,

mi aggiro con un'unica pelle addosso.

Il vento culla i miei passi,
il buio sorregge con mani leggere il mio danzare,
la piogga disseta il mio corpo eburneo,
le foglie cadenti pettinano i miei lunghi capelli,
rami di rosa canina sfregiano le mie cosce.

Continuo a danzare nel tuo bosco,
in un estasi di movimenti e pensieri.
Non c'è altro che il tuo odore nella mia gola
che continuo ad assaporare ancora e ancora.

Folle Danza che porta allo sfinimento del mio corpo,
unico giaciglio il letto di un fiume
che alternarndo il suo corso
culla il mio corpo e cura le mie ferite.

Passo un dito sulle mie cosce sanguinanti
e lo porto alle labbra.
Il sapore del sangue... finalmente,
sono viva.

lunedì, dicembre 22, 2008

Dile ... (Don Omar)

Dile que bailando te conocì - Dille che ballando ti ho conosciuta
Dile que esta noche me quieres ver - digli che questa notte mi vuoi vedere
Cuentale que beso mejor que El - raccontagli che bacio meglio di lui
Dile que esta noche tu me vas a ver - digli che questa notte tu mi vedrai

Cuentale que te conocì bailando - raccontagli che ti ho conosciuta ballando
Cuentale que soy mejor que el - raccontagli che sono meglio di lui
Cuentale que te traigo loca - raccontagli che ti faccio diventare pazza
Cuentale que no lo quieres ver - che non lo vuoi vedere

Que quizas fue la noche la que te traicionò - che forse fu la notte quella che ti tradì
Fue el perfume de mi piel lo que te cautivò - fu il profumo della mia pelle quello che ti ha sedotto
Que ya no tienes excusa pa' tu traicionò - che ora non hai scuse per il tuo tradimento
Que tuviste mil motivos, que entre en razon - che avresti mille motivi, che tra la ragione
Que quizas te hablo a el oido como ya El no - che forse ti parò all'orecchio come ora lui no
O en mi arde el fuego de la pasion - o che in me arde il fuoco della passione
Ya no le mientas mas y admite tu error - ora non mentirgli più e ammetti il tuo errore
Y si es por mi no pidas perdon - e se è per me non chiedere perdono
Digo - dico
Queda de ti el que lo perdones - resta di te che non lo perdoni
El que lo olvides o lo abandones - che lo dimentichi o lo abbandoni
Porque con llorar no se compone - perchè piangendo non si accorga
Entonces a mi dame otra noche - allora a me dammi un'altra notte

Otra Otra noche otra - altra, altra notte ancora
(ay que yo no te botè) - che io non ti ho buttata via
Otra Otra noche otra - altra, altra notte ancora
(Aunque tu vuelvas con el) - anche se tu tornerai da lui
Otra Otra noche otra - altra, altra notte ancora
(Cuentale cuentale) - raccontagli, raccontagli
Otra Otra noche otra - altra, altra notte ancora
(que beso mejor que el) - che bacio meglio di lui
Otra Otra noche otra - altra, altra notte ancora
(Cuentale cuentale) - raccontagli, raccontagli
Otra Otra noche otra - altra, altra notte ancora

Cuentale que te conocì bailando - raccontagli che ballando ti ho conosciuta
Cuentale que soy mejor que El - raccontagli che sono meglio di lui
Cuentale que te traigo loca - raccontagli che ti faccio diventare pazza
Cuentale que tu me quiere ver - raccontagliche non lo vuoi vedere

Otra Otra noche otra - altra, altra notte ancora
(ay que yo no te botè) - che io non ti ho buttata via
Otra Otra noche otra - altra, altra notte ancora
(Aunque tu vuelvas con el) - anche se tu tornerai da lui
Otra Otra noche otra - altra, altra notte ancora
(Cuentale cuentale) - raccontagli, raccontagli
Otra Otra noche otra - altra, altra notte ancora
(que beso mejor que el) - che bacio meglio di lui
Otra Otra noche otra - altra, altra notte ancora
(Cuentale cuentale) - raccontagli, raccontagli
Otra Otra noche otra - altra, altra notte ancora

Perchè debbo sapere ...


Debbo sapere se dietro il tuo silenzio
si cela il nulla o il pensiero.

Debbo sapere se il mio corpo può essere domato
dalla mia razionalità, dalla mia mente.

E' questa la sfida che mi pongo,
la volontà e la mia mente contro la passione e il corpo.

Le difese non debbono cedere.
E se questo equivale a lasciarti soffrire negli inferi,
che io sia il tuo carnefice.

Che tu possa giacere nel più profondo e imo sepolcro
fin quando non avrai che sulle labbra un ultimo
anelito sussurrante il mio nome.


Ardentemente Ghiacciata


Le mie emozioni si alternano come il battere dell'orologio.
Se da una parte l'ardore che ho dentro è insano e razionale,
dall'altra il silenzio è mortale e inaspettato.

Ho dentro sensazioni così diverse e contrastanti
che non possono compensarsi e annullarsi a vicenda.

Sono confusa, è vero, ma non per questo
la mia mente non rimane lucida.

E' proprio questo lucido pensare
questo razionale suicidio alla luce del giorno
che fa si che dentro di me alberghi la follia.

Dapprima serena e curata dal tuo fuggire,
dopo poco amareggiata e cinica,
dopo ancora arsa di passione incompiuta,
dopo ancora euforicamente annebbiata.

Sono strega davanti al calderone arcano,
mischio gli ingredienti sapendo cosa la magia porterà.
Sorrido beffarda al tuo destino che io ho scritto ...

Alzo gli occhi alla luna e invoco la sua pietà
per la sua dannata discepola.

domenica, dicembre 21, 2008

Silenzio ora ti devo.

Silenzio.
E' questo il rispetto che ti devo.
Posso solo restare in silenzio con le mie mille domande
alle quali avevamo poche risposte.

A volte mi faccio del male pensando a come, a se, perchè...
Poi chiudo gli occhi e ti immagino finalmente libero
di quel dolore piacere che cingeva i nostri stomaci.


Spero che tu ora stia bene.
Sei riuscito veramente a portare via ogni traccia del mio ricordo?

Insegnami come si fa.
Fammi capire perchè sono sabbia avanti agli altri.
Le loro orme rimangono dentro di me.

Aiutami, non voglio più questo per me.
Impassibile al passar del tempo, della gente, delle loro anime.

Insegnami come si fa a cancellare un'emozione.
Non riesco ancora dopo tanti anni a cancellare un ricordo, il calore del sole.

Anche se la mia vita è al buio
nel mio cuore c'è qualcosa che ancora brilla
e quando accade cerco di nasconderla
alle persone come te che sanno vederla.

Insegnami come si fa a gettarla via
e ad essere come gli altri
buio nel buio

sabato, dicembre 20, 2008

Estemporaneo.

E il mio cuore perde un battito, mentre con il pollice della mano accarezza un bicchiere di whiskey ghiacciato.
Lo sguardo è rivolto nel fuoco, in quelle calde braci che ora riscaldano solo le mie ginocchia.

Scendo dalla sedia, siedo atterra sul parquet.
Quasi posso sentire il tuo profumo... posso farlo, posso ricordare, lasciarmi andare.

L'alcool offusca per un attimo i miei pensieri, riesco a ricordarti.
Al freddo di quella sera, la tua pelle era accarezzata dal calore di un fuoco scoppiettante.
Brividi scorrevano lungo la tua pelle a causa del freddo che comunque v'era dentro la stanza e delle mie mani che curiose ti studiavano.

Ti piaceva innarcare la schiena, rilassare la testa all'indietro sorreggendo il tuo corpo con gli avambracci. In questo modo, con le gambe, m'abbracciavi e ti lasciavi, impudente, scoprire.

Avrei potuto passare ore solo ad osservarti e raramente poggiare un dito dapprima nel tuo ombelico, poi ancora lungo i fianchi. Adoravo la reazione della tua pelle al mio tocco.

Estasiata guardavo il tuo volto, riverso all'indietro, la posizione dei muscoli del collo, le tue labbra carnose che ai miei gesti si schiudevano.

E il mio cuore perde un battito ritornando alla mia stanza, a quel camino che tante sere era stato la nostra unica luce, il nostro effimero calore.

Ardente ora brucia in gola il delizioso nettare che riesce a spegnere i miei pensieri. Potrei ancora sentire il tuo odore, le tue labbra sanguigne schiudersi, le tue risa al miei gesti.

Sposto gli occhi dal camino. Sei li sul letto che dormi. M'è parso eterno quest'attimo di solitudine, ma quel che più brucia è che ti guarderò dormire finchè all'alba non ti sveglierai, distratta cercherai i tuoi trucchi nella borsa, fumerai una sigaretta appoggiata alla finestra e sinuosa mi lascerai osservarti andar via.

Quante volte t'avrei supplicata di portar via con te anche il tuo ricordo, ma come reo pasto lo serbo nel mio stomaco per ogni volta che la mia anima vorrà cibarsene e il mio corpo soffrire di un dolcissimo dolore.

venerdì, dicembre 19, 2008

L'ho trovata, ma ora sono sola.

L'ho trovata era dentro un posto caldo, pulsante.
Eccola amore mio, posso portartela.
E' la soluzione a tutti i nostri problemi, sono anni che mi cimento nel reperirla.
Per questo motivo ho perso di vista tutto quello che mi circondava.

Per il nostro unico sogno, aprire quel cassetto.
E mi sono dedicata a questo come una Gheisa si dedica al suo amore.
Il mondo l'ho chiuso fuori, e mi sono immersa nel buio per cercarla.

Amore eccola è nelle mie mani ... Amore ... Amore ...

Perdonami Amore, non sapevo che cercandola ero arrivata fin dentro al tuo cuore.
Ho dovuto strapparlo, dilaniarlo, mangiarlo per trovarla.
Mi sono nutrita del tuo amore che mi ha dato sostentamento e la soluzione ai miei sforzi.

Ora ho la chiave, ma tutta questa ricerca ... a che cosa è servita?

mercoledì, dicembre 17, 2008

Pobre Diabla - Don Omar


Pobre Diabla - Povera Diavola
se dice que se te ha visto por la calle - Si dice che ti si è visto per la strada
vagando - vagando

llorando por un hombre que no vale un centavo. - Piangendo per un uomo che non vale un centesimo
pobre diabla llora por mi - Povera Diavola, piangi per me
que soy tu pobre diablo - Che sono il tuo povero diavolo
pobre diabla llora por mi - povera diavola, piangi per me
que soy tu pobre diablo - che sono il tuo povero diavolo
pobre diabla llora por mi - povera diavola, piangi per me
que soy tu pobre diablo - che sono il tuo povero diavolo

Esto es exclusivo - questo è esclusivo.

martedì, dicembre 16, 2008

Eppure vorrei che mi Evitassi ...

Legami le mani, fa si che io non possa farti male e ferirti fino alla morte.
Bendami gli occhi, cela a me stessa il desiderio di averti.
Soffoca i miei gemiti con le mani, in modo che altri non possano sapere.
Gioca ardentemente col mio corpo, non lasciare nessun luogo inviolato.
Sussurra ai miei orecchi parole impronunciabili,
tutto quello che avrei voluto udire e non mi è mai stato detto.

Assaggia il sapore delle mie labbra,
dopo torna a baciarmi facendomi scoprire il nettare della vita.


Fammi sentire solamente tua, in un unico momento, il tuo calore per un'unica volta.
Un eterno attimo di dolore nella mia mente.

lunedì, dicembre 15, 2008

Angelo senza Ali

Che senso ha riavere avuto le ali nelle mie mani?
Quale oltraggioso motivo ti ha spinto a farlo?

Non so più volare,
nel mio cuore non c'è più traccia dell'angelo che in me un tempo viveva.

Mi vedi inerme e non sai cosa fare,
non sai cosa vuoi, non sai se lo vuoi.

Sanguinante ancora rimango a guardarti.

Cosa Cambia?

Tante volte mi chiedo cosa cambia l'amore che si può provare per una donna o per un uomo indistintamente.
La prima cosa che mi passa in mente è "Nulla! Sempre amore è ..."
Invece non è così.

Il rapporto uomo donna è "normale" standard, contornato da emozioni semplici, lineari che non scompongono nessuno. E' tutto alla luce del sole, agli occhi di tutti. E' la sensazione più bella che è condivisibile anche con altre persone.

Il tutti gli altri rapporti è qualcosa di più. Nell'altro ci si ritrova, si pretende perchè si sa di poterlo fare e allora lo si chiede. E' tutto molto diverso. Tante volte è all'oscuro degli altri, è perverso per tutto il resto del mondo. Sono sensazioni "innaturali" constrastanti ...

Non penso che si possano paragonare i tipi di amore, ognuno è unico. Ognuno è confuso, ognuno è immenso.

Ma mi rendo conti di cambiare se davanti ho un uomo o una donna.
Dall'uno o dall'altro aspetto cose diverse, e come dicevo ad un mio amico, se non c'è aspettativa non c'è delusione ... e li irreparabilmente io cado.

domenica, dicembre 14, 2008

E' male...

Il male fisico lo conoscono tutti, è immediato, inaspettato, intenso.
Quello mentale, una goccia cinese, uno stillicidio nel tempo.
Che senso ha tutto questo? Ho passato ore a chiedermi che senso abbia.
Non è un gioco, non ho scelto di parteciparne.

Mi barcameno fra un dolore mentale e l'altro, messaggio dopo messaggio, tutto mi sembra irrecuperabile. Neanche il passato riesce a donarmi nulla di positivo.

E' un declino lento e costante, senza via di fuga, senza ritorno. Più provo a fermarmi per girarmi, più vengo travolta dalla tue mani e dai tuoi pensieri che non ascoltano le mie parole.

E rovinosamente cadiamo sempre più in basso in un profondo abisso; vorrei riemergere e vedere il sole. Per far questo dovrei cambiare? Dovrei farlo per te, di nuovo cambiare per rivedere il sole.

Rimango allora accucciata sulle mie ginocchia, giocando con un bastone in una pozza d'acqua.

Che la luna sia il mio sole ...

sabato, dicembre 13, 2008

Desideria

Piacevole serata passata a eccitare i nostri sensi.
Un incontro al buio, le mani a volte si toccando, raramente gli occhi si incrociano
se non suggellare un emozione.

Quanto tempo avremmo trascorso assieme? Un'ora, due, una vita...
Nella mia mente alberga il seme della follia, desiderio allo stato puro.
Ricordo le tua mani sui miei fianchi, quella magnifica insistenza che tanto m'ha fatto sentire donna.

Desideria ... così percepivo il mio vibrare, così pulsava il mio essere che tanto ti bramava.
E in tutta me stessa saliva un fuoco destinato ad esplodere.

Ragione, respiro, il fermare la tua brama, non faceva altro che alimentare la mia voglia.
Tremante, il tuo odore troppo vicino, la tua lingua sul collo, un dolce brivido.

Desideria ... così mi scaldavano le tue mani e la tua bocca, a tal punto di uscire di senno.

M'allontanai, respirando appena, godendo di quel momento incompiuto.
Morsi la sigaretta fra le labbra, passandoci la lingua, assaporavo ben altro.

Fermai la macchina, inebriata dal tuo essere e ti pensai.
Ma non era la mente che formulava domande, bensì il corpo che sollecitato dava le sue risposte.

Desideria... solo ora stavo appagando pienamente con corpo e anima cosa veramente desideravo. Cosa immaginassi? La tua bocca nell'attimo finale, il respiro più profondo, il gemito più intenso.

venerdì, dicembre 12, 2008

Un lungo attimo Eterno

Come poter darti quello che mi chiedi?
Sono un angelo senza ali, le ho perse nel fuoco ardente di due occhi neri.
Inebriata dalle sue mani, le ho donato il mio cuore.
Ora sarà in qualche scatola, infondo a qualche cassetto assieme alle mie lettere e i suoi rossetti.

Non ho mai trovato le mie ali e ora che me le rendi, sembra che non mi appartengono.
Ti guardo dalla finestra dormire, mentre con la mano stringi forte le lenzuola.
D'un tratto ti svegli, mi scosto dietro i tuoi vetri, sei seduto sul letto.

Ti seguo fino in bagno, vedo l'acqua scorrere sulla tua pelle.
Cerchi conforto nel caldo getto della doccia, appoggi le mani al vetro e le fai scivolare,
come a delineare una strada da seguire.

Sento il tuo dolore nello stomaco, un'eterna fame che non si placa.
Il mio sguardo scompare dietro ad un divano.

Non posso far altro che accarezzare l'idea di poterti amare,
ma è difficile per me, non so cosa sia l'amore.
Per questo esco dalla finestra della tua stanza, assaporando dentro di me il tuo odore.

Non Fermarti, Resisti.

Lucidamente consapevole, a lutto vesto le mie unghie coprendole della nera notte.
I miei capelli corvini si confondono al vento di questo imbrunire che ghiaccia e mi porta via con sè.
Questo corpino nero che esalta le mie forme è l'unica cosa che mi sorregge avanti per la strada.

Camminando distrattamente con una sigaretta fra le dita, noto l'aria che annoda i miei capelli al seno.
Sorrido distrattamente fra una boccata e l'altra, mentre con una falcata sicura mi avvicino.
I tacchi a spillo scandiscono il tempo passare, gli sguardi della gente cadenzano il mio movimento.

Il palmo della mia mano apre il gelido portone, poche scale bianche, la mia pelle eburnea.
Varco la porta socchiusa, velocemente controllando intorno, so dove andare.
Accanto ad uno specchio attendi il mio profumo, chiudo gli occhi e recito la mia parte.

Lentamente non c'è più nulla che divida il mio corpo dall'aria che mi circonda.
Vivida e reale mi lascio osservare come l'ultima delle Madonne.
Non c'è purezza nel mio sguardo, ma solo il sapore di una sfida che pongo a me stessa.

Lenta danza sulle tue staffe, eterna danza nella mia mente.
Il marmo gelido sulle mie gambe, il tuo sapore acre che inonda la mia bocca.
Delizia per la mia sete di desiderio, ma non disseta ... l'arsura rimane, amara e persistente.

Lentamente percorro il corridoio, ancora col tuo odore addosso.
Con un braccio alla spalla tengo il mio giacchino di pelle, sicura cavalco fino alla porta.
Senza mai girarmi, scendo le scale. Ora non ricordo neanche il colore dei tuoi occhi.

Un'altra sigaretta brucia ora fra le mie dita, mia Amica, mio Conforto.
Con passo sicuro faccio girare le persone a cui ostento il mio essere così deforme dalla realtà.
Salgo nuovamente le scale e l'unico mio desidero è l'acqua.

Purifica e scorre sopra la mia testa, le gambe si piegano nella vasca.
Non c'è calore per quanto questa bruci la mia pelle.
La mente è vuota, candidamente prova a reagire, cercando conforti inutili.

Dio mio, cosa ho fatto ...

giovedì, dicembre 11, 2008

Il tuo Respiro rimane leggero

Cosa mi resta in queste serate? Soltanto i mostri che ho dentro la testa.
E lei continua a battere come la lingua sul dente dolente.
Pensieri su pensieri che diventano un delirio ...

Perchè non riesco a fermarla?
E il mio corpo prende fuoco inebriato da ricordi di azioni passate.
Sono draiata atterra, gioco con la punta delle dita sul parquet
e ricordo quando queste giocavano sulle tue labbra mentre dormivi.

Il tuo viso d'angelo, che così scontra con la forza delle tue mani
quando sono sul miei fianchi, quando danno il ritmo ai miei fianchi
come una lunga cavalcata che non arresta a fermarsi ...
quando le tue mani sono sui miei fianchi.

Dormi Angelo mio, mi basta guardarti con gli occhi della mente
per fomentare il mio corpo e lasciarmi andare,
ora accanto a te, mentre il tuo respiro rimane leggero, il mio cresce ...

Con la punta delle dita sfioro il tuo corpo, per non svegliarti,
e nello stesso modo mi sfioro per regalare a me il piacere ...
quel piacere segreto, ma solo tuo, solo per te

Il tuo corpo rimane nudo alla luce della candela che vibra
quasi stesse ascoltando i miei brividi
stiamo ballando assieme nello stesso calore
il tuo respiro rimane leggero il mio si interrompe mentre mordo le labbra
per non svegliarti

Il tuo respiro rimane leggero e il mio si quieta
il cuore riprende a battere all'unisono col tuo
i muscoli delle gambe si rilassano
la mia Testa tocca il parquet, la fame è placata, gli occhi si schiudono

volgo il mio sguardo verso te
con le dita tocco nuovamente le tue labbra
quando ti sveglierai ti accorgerai del mio sapore.

il tuo respiro rimane leggero...

mercoledì, dicembre 10, 2008

Morbide Considerazioni

Morbide Considerazioni scivolano sui miei fianchi.
Le tue mani che non fanno altro che muovere il sudore e asciugarlo sulla pelle.
Deliziato mi guardi avvolto dal bagliore del lampione sulla strada.

Morbide Considerazioni avvolgono le mie braccia serrate alla sedia e al mio volto
il sorriso sul mio viso ti fa capire quanto questo gioco può essere inebriante.
Sulla tua pelle il brivido dell'imprevisto.

Morbide Considerazioni insidiano ora le mie gambe
mandando in estasi la mia mente che viagga alla velocità del correre delle tue mani
L'odore della tua pelle si mischia al mio.

Morbide Considerazioni ubriacano i miei sensi,
per poi sconvolgere il mio corpo in un sussulto finale.
Un sorriso ancora sulle tue labbra assieme al mio sapore ...

martedì, dicembre 02, 2008

Una piccola Bambola di Porcellana

Meravigliosamente assorta nei tuoi pensieri, ieri sera t'ho sognata.
Finalmente libera dai lacci che tenevano ferme le tue ali, ora provi a distenderle.
E come una crisalide che si libera di quello che era, volgi le tue ali al desio, a quella luce fievole che tanto ora è dolce in bocca.

Asciuga le tue ali, amor mio, e spicca pure il tuo volo.

Conserverò nel cuore il tuo odore mielato, il tuo sorriso sincero e il calore del tuo volto sul mio petto.
Sento che così ti avrò sempre con me, la tua felicità avvolgerà illuminando le mie giornate e quando guarderò la più bella delle farfalle, ricorderò il tuo tocco leggero e quel volo che t'ha reso libera.

Distendi ora le tue ali, amor mio, e non aver timore se sopraggiungerà la notte, in qualunque parte del mondo tu andrai ci sarà sempre un fuoco ad accoglierti, perchè sei un essere speciale e chiunque orbiterà nel tuo immenso universo, ne rimarrà attratto.

Confida sempre in quell'energia che ti ha reso libera, non togliere mai il tuo sorriso dalle labbra, dona agli altri tutto quello che, anche se per poche ore, mi hai regalato.

La tua energia è nel tuo cuore, nella tua innata curiosità, nella fermezza delle tue idee.
Energia allo stato puro tu sei.

Ora va e non voltarti, fammi vedere il tuo primo volo, sii luce nella luce. Ella entrerà nel mio cuore e non sarò più sola.

Sarah

lunedì, dicembre 01, 2008

Sei il mio piccolo miracolo di oggi.


Sono stata Sabato ad un corso di PNL (Programmazione Neuro Lingustica). Ora sto vedendo l'evoluzione della vita, passato e presente, con nuovi occhi. E' stupendo come con le piccole cose, con i miracoli di tutti i giorni, sia possibile cambiare l'umore nel cuore e vivere serenamente.
Ho compreso che tutti abbiamo in sistema VAK della concezione del tempo (Visivo, Auditivo Cenestetico) possiamo quindi o figurarci visivamente la vita (come ad esempio una linea del tempo) o tramite un pensiero logico, analitico oppure emozionarla (come a volta accade di sentire un'emozione nella pancia)con le precezioni del nostro stato d'animo.
Tutte le linee del tempo, che noi abbiamo dentro, sono o Occidentali od Orientali. La linea occidentale è logica, si basa nulla meccanica di Newton (ieri - oggi - domani su una linea retta) e utilizza prevalentemente il lobo frontale sinistro del nostro cervello, quello razionale.
La linea orientale è analogica, lavora quindi per analogie e si basa sulla Relatività degli eventi, (ieri - oggi - domani come un cerchio che si congiunge) utilizza prevalentemente il lobo frontale destro del nostro cervello la creatività quindi.
Ho capito che cosa vuol dire ripulire i miei valori dalle credenze e come poterli analizzare e renderli reali e non dei falsi obiettivi.
Il Valore è condizionato da un Evento.
Se questo evento genera una emozione negativa, si creerà una credenza.
Ad esempio, ho il valore di avere un uomo al mio fianco. Si genera un evento, ad esempio il tradimento, che porta nel mio cuore un'emozione negativa. Questo mi fa pensare che tutti gli uomini siano degli stronzi. Questo genera una credenza.
La credenza, in se per se, non fa altro che farmi vedere un obiettivo sbagliato, non ripulire, ma aggravare, il mio valore e di pormi in condizione Karmica negativa verso il prossimo. In questo modo, essenzialmente, attirerò solo uomini stronzi al mio fianco ...
Al momento che troviamo un obiettivo, che è libero da credenze ed è quindi "vero" per noi, dobbiamo porci delle domande che corrispondono a 3 formule magiche : "Pepsi, Smart, Pre" ovvero ...
Il mio obiettivo è:

Positivo (è un obiettivo che porterà ad una situazione/cosa positiva)
Emozionale (suscita in me delle emozioni ed essendo positivo sono buone)
Presente (è una cosa realizzabile ORA)
Sensoriale (che posso sentirne il gusto, assaporarlo con tutti i sensi)
Immaginativo (che sono in grando di visualizzare nella mente)

Semplice (mai porti obiettivi complicati, ma scinderli in sotto obiettivi)
Misurabile (devo avere la capacità di capire se posso effettivamente commisurarlo)
Accettabile (un obiettivo deve essere arrivabile, raggiungibile)
Ragionevole (Secondo i nostri progetti deve essere "giusto")
Tempo (entro il quale tempo dobbiamo realizzarlo)

Primo passo e successivo (dobbiamo compiere un primo passo per arrivare e il successivo)
Responsabilità (Dobbiamo assumerci le responsabilità del nostro obiettivo)
Ecologico ( Non deve creare danni a noi stessi)